Come un misero ladro…

C‘è una nuvola fuori. Si, fuori dal finestrino. E’ grande, non poi così tanto grande. Però è mia. Non so come l’abbia deciso, stavo guardando un film su quest’aereo che ballonzola nervosamente, e ho guardato fuori, sì fuori dal piccolo finestrino che m ritrovo accanto. E c’era quella nuvola. Agli occhi di molti può sembrare una come tante, agli occhi del mio vicino è inesistente: si illude di conoscere il mondo sfogliando un giornale. Ma agli occhi miei non è una nuvola, semplicemente una nuvola. Agli occhi miei è indescrivibile, non posso pretendere di dir tutto ciò che vedo, di descrivere tutto ciò che sento.

Quella nuvola ora è lontana, ora non la vedo più. E ci sono molte altre nuvole fuori dal finestrino. Ma nessuna di esse è mia. Non voglio essere presuntuoso, quella nuvola è lì, libera. Forse lei non vuole essere mia, forse vuole continuare ad essere una nuvola…semplicemente una nuvola “come tutte le altre”.

E poi io su questo volo – così come un misero ladro – ho deciso, è mia. Potrebbe sentirsi offesa la mia nuvola, ora che ci penso. Potrebbe rivendicare le sue ragioni, elencare una lista di diritti, potrebbe dirmi che tutte le nuvole non sono di nessuno. Ed avrebbe ragione. Ma deve pur concedermi la possibilità di spiegarle, di spiegarmi. Io non la tratterei mai male, e mai conoscerebbe la furia del vento. Starebbe accanto a me, protetta. Avrebbe la sua vita libera, ma ogni sera tornerebbe da me. A raccontarmi di come abbia trascorso la giornata, quali meravigliose avventure ha vissuto, quali volti ha conosciuto, quali tristezze ha incontrato.

Anch’io ero libero, ma poi l’ho vista. Non so bene perchè l’ho vista, cosa m’ha spinto a distogliere lo sguardo da quel normale film. Ma è successo. L’unica cosa che posso fare adesso è scegliere nel migliore dei modi.–> Anch’io adesso non sono più libero, c’è la mia nuvola.
Devo garantirle protezione, devo mostrarle sicurezza anche quando questa vacilla, devo essere forte. Non posso far lacrimare la mia nuvola, non posso essere causa della sua tristezza.
Chissà, forse non sono io che ho scelto la mia nuvola..

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