A casa sugnu.

Ho dimenticato tutti quei discorsoni sulla felicità e dintorni.
In realtà sono felice quando quell’aereo fa la curva e dal finestrino vedo esattamente sotto di me i terreni dei massari, che paiono pezze di jeans strazzati. E sono felice quando esco dall’aereo e m’entra nei polmoni ossigeno, azoto, e altre schifezze a 20°. A dicembre. Che poi si sente che quello è ossigeno siculo, minchia se si sente.

Posso parlare quanto voglio, studiare, innamorarmi, dire minchiate e fare tutto ciò che mi è concesso: quando il mio piede poggia sulle spalle di Tifeo, in quel preciso istante, so di essere felice. A casa sugnu.

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