E’ nato

Oggi sono stato in ospedale. Visita alquanto strana dato che, nonostante mia madre voglia chiamare malattia la mia linearità, godo di ottima salute e robusta (si fa per dire) costituzione.
E invece ci sono andato, m’hanno prelevato altri 300-400 gr. di tessuto ematico (sangue), attaccato qualche cavo un pò dove gli pareva e quindi sono corso a gustarmi il mio fragrante cornetto ripieno di cioccolata imbudellosa.
Tutto secondo routine, giornata tipo di un neo-iscritto all’Avis.
Si da il caso, tuttavia, che il reparto di Cardiologia (dov’è pure situata quella graziosa infermiera rancida che non è affatto dotata di delicatezza) sia al terzo piano. E al terzo piano ci sta pure la Sala parto, la cappella e qualcos’altro che serve ai vecchietti, dato che le poltrone trasbordavano di anziani individui della razza umana.
Piglio l’ascensore per raggiungere Cardiologia (dov’è situata l’infermiera corrosiva) e attendo imbarazzato (come di mio solito quando c’è da condividere l’ascensore) che s’arrivi all’agognato terzo piano. Arriva, diiiin dooonn daaan che pare na fermata della metro, esco dall’ascensore.
Davanti a me una signora, e appunto i vecchietti. La donna è in attesa di una notizia, tenta alzandosi sulle punte di guardare aldilà di una porta verde chiusa. Cammina nervosamente, getta lo sguardo dentro la borsa che porta sulla spalla, cammina ancora più nervosamente.
Qualche battito di ciglia, quella signora ha già compiuto più movimenti di quanti ne abbia fatti io dal piano terra al terzo piano della sbisunta infermiera.
Improvvisamente si apre la porta verde, esce un signore con un camice verde dall’aria stanca. Poggia la mano sulla spalla della signora e dice dolcemente: “E’ nato”.
Quell’altra, come se avesse pensato per decenni alla prima domanda da fare, stringe la mano e guardando l’uomo in verde negli occhi chiede: “Come sta ? come sta ?”.
E più l’uomo la rassicura più lei insiste con la stessa domanda, l’unica che ha pensato nell’attesa evidentemente.
Magari qualcuno ha pianto dalla gioia, magari qualcuno ha urlato dal dolore e qualcuno, magari, pensa che riprendere a lavorare dopo le vacanze è davvero faticoso.
E io potevo pensare a quanto sia curiosa la scelta di collocare in uno stesso piano, a qualche decina di passi, la porta della sala parto e quella di geriatria. O potevo pensare che quella signora avesse nella borsa una bomba…per quello era così nervosa. Potevo osservare che quel verde del camice è davvero orrendo, o chiedermi che tipo di infermiera avrei incontrato. O potevo semplicemente camminare per i fatti miei, guardare la punta dei piedi, sistemare il colletto della camicia.
E invece ho assistito a quell’attimo.
Vivo per quell’attimo. Vivo per attendere in una sala d’attesa, vivo per guardare i secondi scorrere lenti nel mio orologio, come quella signora. Vivo per sentirmi dire da un uomo in camice verde “Sta bene “, vivo per tenere quella creatura fra le braccia e per donarle, per primo, Amore. E a scegliere la culla più comoda, i pannolini morbidi e la madre migliore (…così, in ordine sparso).
Ogni attimo che spendo è destinato ad accarezzare una pancia, a poggiare su un orecchio e a sussurrare, come quand’ero bambino, “Si è mosso“. E’ vivo, e sarà mio figlio.
Per adesso vivo, quel giorno arriverà.

11 pensieri su “E’ nato

  1. Sergio IOOOO NON C'ENTROO NIENTEEEEEE!!!
    E comunque la roba seria è ben altra…vero Gas???e non dire "io non ho fatto niente" !che non sai quello che ti aspetta…è una minaccia, sì! :P

  2. Anonimo ;) è tutta ed esclusivamente colpa tua! Ma cosa hai combinato a questo figliulo? Era così tanto bravo… Prima! ahah

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