Loro, i bastardi.

Su come e sul perchè io non so parlare, io non so dire ma è pericoloso. Pericolosissimo, poche mosse di per sè innocue che se concatenate da una letale successione temporale conducono a seri rischi per la propria indennità sia mentale che fisica.
Io non sono così, forse lo diventerò ma io non ero così. E’ difficile credere (e spiegare questo concetto nella lingua italiana) di essere circondati su tutti i fronti da terribili nemici invisibili inodori, silenziosi e bastardi così bastardi che non risparmiano neanche la fetta biscottata inzozzata di nutella. NO, la nutella NO, che bastardi..
Ed (io ritengo che) è ingenuo pensare che riusciremo ad averla vinta contro loro: sono troppo forti, troppo organizzati, troppo numerosi. Io da solo contro di loro che posso fare se non soccombere?
La regola dei cinque secondi

Un illustro professore alla Clemson University scrive sul New York Times un articolo che regola le loro modalità d’attacco fornendo tempi e modi d’assalto. Qualsiasi cosa sia nelle loro vicinanze per al più cinque secondi cinque viene attaccato da circa 150 fino a 8000 esemplari della loro bastarda specie. Se hanno a disposizione un intero minuto la loro cavalleria riesce ad attaccare contando fino a ottantamila bastardi individui. Io lo dicevo ch’erano organizzati e troppo numerosi, o-t-t-a-n-t-a-m-i-l-a contro uno è una lotta impari. Ma convenzionalmente se si riesce a liberare l’ostaggio (solitamente una fetta biscottata ricoperta da ambo i lati di nutella, ma su in foto possiamo osservare una graziosa creatura di vaschetta da bagno) prima di quei fatidici cinque secondi allora siamo definitivamente salvi: possiamo mangiarci la vaschetta o lavarci con la nutella (devo provarci a lavarmi con la nutella…uhm..interessante).

Di per sè è un mondo difficile, già pieno di insidie visibili e concrete, con tanta gente cattiva e maleodorante; poi se iniziamo a tenere conto di loro che nè si vedono nè puzzano, beh allora sì, è proprio arrivata la nostra fine.
A me, dopo essere nato e aver seguito l’iter burocratico che si conclude con il riconoscimento dello stato di “ragazzotto”, m’hanno buttato in mezzo alla natura sorridendo e chiedendosi senza molte speranze chissa se ce la farà. Ho dovuto lottare contro loro, i bastardi, ho dovuto difendere i miei dentini da latte e quando erano ormai presi li ho fatti cadere. Avevano conquistato le importanti roccaforti note come “Organi linfoghiandolari pari e simmetrici” siti nelle terre del Cavo Orale, e io quindi le ho distrutte. Una dimostrazione di forza, è quasi vent’anni che faccio a meno delle mie tonsille e non ne ho mai sofferto l’assenza. Loro, i bastardi, invece hanno perso un presidio difensivo (possiamo ricordarla ai posteri come la Caduta della Tonsilla).
Ho lottato fra galline assassine, ho rotolato nei campi e con la terra impastata coll’acqua ho dipinto più volte il mio volto. Ho messo le dita in bocca dopo aver toccato cuccioli di cane, ho strofinato gli occhi con le mani sporche di terra, ho fatto la cacca in un campo dove non c’era cartaigggienica perchè mi scappava (la cacca), ho fatto la pipì correndo e qualche schizzo m’è finito sulle scarpe. Ho camminato scalzo in mezzo alla natura, perchè così facevano gli indiani nei miei libri, ho succhiato il sangue dalle mie ferite come quegli eroi nelle favole. Alle volte ho lasciato seccare il sangue a contatto con l’aria frizzante, e poi l’ho fatto vedere orgoglioso alla mamma. Ho fatto il bagno insieme ad altri 4 miei cugini, e non mi sono mai lavato con le ciabbbatte. M’è caduta la pasta giù dal piatto e io l’ho presa e rimessa dentro al piatto (c’abbiamo la diapositiva), m’è scivolato il cucchiaio per terra e io l’ho preso, l’ho soffiato, l’ho rimesso in bocca. Ho mangiato il cibo delle galline, e mio fratello quello dei vitelli. A lui è venuta la cacca molle e frequente, è guarito e adesso può mangiare di tutto. Ho leccato pietre dei campi per vedere se si trattassero di pietre vive o morte, ho poggiato la mia lingua sui poli della batteria per vedere se era ancora carica, e quando lo era mi dava la scossa (che non è che sia proprio il massimo della salute). Sono andato coi pantaloncini bucati nei campi a sterminare le ortiche col bastone, mi pungevano tutto e le gambe diventavano rosse. Ma ero soddisfatto: avevo voluto uccidere le ortiche e lo avevo fatto. Volevo conoscere il sapore della benzina e ho imparato che un prezzo così alto non è giustificato dal suo gusto. Nonna dice che da piccola ha mangiato le pietre, adesso ha il morbo di Crohn. Non sapremo mai se è colpa di quelle pietre e mai sapremo se il morbo lo avrebbe comunque. Ha fatto quello che riteneva giusto, almeno credo.
Adesso quando mi dicono che quella graziosa vaschetta se messa prima per terra e poi dentro il piatto doccia su cui verranno poggiate le ciabbbatte sulle quali verranno posati i piedi sui quali scorrerà acqua a 40° e sapone a fiumi e poi loro i bastardi salgono sulle ciabbbatte risalgono lungo le coscie, penetrano nell’ombelllico e poi uno s’ammale e muore (o al massimo deve asportare l’ombelico con conseguente Caduta dell’Ombelico), a me viene da pensare che quella graziosa vaschetta è in realtà una arma letale, che quella graziosa vaschetta è in realtà in combutta con loro, i bastardi, e che quella graziosa vaschetta non è poi così graziosa, anzi adesso vado di là e la distruggo la uccido brutta bastarda la brucio e la trito dopo che è bruciata, e poi la butto nel cesso e tiro lo sciacquone.
Ma poi, in fin dei conti ora che ci penso, non erano neanche passati i cinque secondi…

 [Mio fratello (ma dov’è il cucchiaio?)]
 
[Un esemplare di “loro”, i bastardi] 

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