Ferro ignique

Ferro ignique

Adesso è così: col ferro e il fuoco. Non ce ne fotte a nessuno (sic) chi sei, perchè stai barcollando sotto i colpi impietosi della vita. Là fuori sei solo, davanti quel foglio interamente bianco ognuno esprime il suo istinto primordiale. Ferro ignique, bisogna stringere un cuscino fra i denti quando ti spezzano le speranze e mordere. E mordere più forte che puoi.
Di tutto ho timore e di poche cose ho certezze. Che io i denti li so stringere meglio di tutti gli altri è una di queste. E’ una cosa così che sento, sento di essere il migliore in questo. Cederei tutto il corso della mia restante vita a chi ha voglia di rovinarla senza nessuna paura di ripensamenti, non prima però d’aver posseduto fra le mie mani l’intera realizzazione di ciò che voglio.
L’altro giorno, che poi sarebbe ieri ma sempre d’un altro giorno trattasi, avevo mal di testa, caldo e un puttusu nello stomaco, dato che la nausea pre durante e post esame m’hanno alterato il normale ciclo biologico cibo-cacca (adesso sto tentando di porre rimedio, ho comprato la frutta). Mentre tentavo di tornare a casa, mi sono chiesto il perchè di tutto questo: “che sballo sarà essere una farfalla” ho pensato. Ma poi, ho riso, e tutto mi è sembrato più facile: io sono il migliore a stringere i denti, non ho nessun problema.
Credo d’aver perso un paio di chili, e se penso a cosa avrebbe da dirmi mia madre se mi vedesse in questo momento, mi viene da guardare i fossi che ormai hanno preso il sopravvento sulle mie guance. Il problema non si pone: una cura massiccia di tacchino al forno per un paio di giorni e tornerò al mio peso forma: sessantre chili scarsetti.

Adesso ho voglia di tornare a casa, e quest’evento potrebbe non essere troppo lontano. Di passare la più bella estate della mia vita, coronando quindi il quasi anno più bello della mia vita (che è diverso dell’anno quasi più bello della mia vita). Per il resto, esami a carriolate e 21 che escono fuori come vermi impazziti, sono solo tappe obbligate che devo superare.
Datemi un altro cuscino, il mio l’ho appeno distrutto.

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