Come il cielo a Milano

L’altro giorno avevo in mente un post, volevo raccontare di un bel sogno. Piangevo visitando finalmente la mia vecchia casa, ero terrorizzato dal dover accompagnare una donna alla sua condanna, il taglio della lingua. Ho visto dio che l’ha salvato, e come ogni volta che sogno dio, mi sono chiesto come faccio a sapere che ho sognato dio se dio non l’ho mai visto da sveglio. Poi ho parlato con Stefania, ma come al solito la situazione era assolutamente imbarazzante e così non ricordo di aver effettivamente parlato.
Poi i giorni sono passati e adesso non ho più quella vivezza di dettagli che mi permetterebbero di trarre vantaggio dello scriverne.
Sono giorni difficili, cupi, pregni di importanza. Come il cielo a Milano. Non so far altro adesso di pensare ai momenti felici; 21 giorni oggi un anno fa era decisa la meta di Capodanno. E anche quella del capodanno successivo: Copenhagen.
Adesso spero che a Capodanno non mi chiederanno di soddisfare i convenievoli, spero che ci sarà qualcuno sui server di Cod, l’ultimo gioco che impiega i pochi istanti del nostro tempo libero.
Trʌbls, solo la parola fa pensare a qualcosa di problematico. Ma è giusto così, in fondo è giusto così. Il corso della vita di un uomo non è come un lancio di una moneta. Ciò che succede dopo è strettamente dipendente da ciò che è appena successo. Il divertimento sta nella nostra reale possibilità di cambiare il corso delle cose senza curarci dei calcoli probabilistici e dei formalismi logici. E adesso lasciatemelo dimostrare…

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