Frizzy

Il discorso di questo posto è incentrato sui piccioli. I sordi, la sostanzia praticamente.
Un giorno qualunque con Sergio e Duli principalmente, eravamo incappati nel solito discorso. Andare all’estero, il futuro insomma. Le posizioni sono ormai da tempo quasi definite, ognuno sa cosa pensa l’altro ma nonostante questo torniamo a fare i soliti discorsi che terminano sempre con “minchia di freddo che fa”. Duli non ha intenzione di andare all’estero. Meglio, c’andrà ma in realtà crede più di ogni altro che troverà il lavoro vicino casa. Le sue speranze effettivamente sono un pò migliori delle mie e di Sergio, in un Italia in cui la speranza che coincide con la concreta realizzazione di essa cresce proporzionalmente alla latitudine. Per questo lei svolge la parte di quella che vede bastoni fra le ruote un pò ovunque, di quella che in fondo bisogna valutare anche i contro e che dopo averli valutati questi sono di più dei pro. Magari è l’unica che ha ragione, la più obiettiva e coi piedi piantati per terra. Di questo ne riparleremo fra una decina d’anni, giusto il tempo che il transitorio si esaurisca.
Sergio invece ha una linea di pensiero che tende asintoticamente alla mia, di sicuro non ammette soluzioni se la mettiamo a sistema con quella di Duli. Lui vorrebbe andare all’estero a studiare una volta terminati gli studi, ma è alquanto spaventato dal dover fallire, da non riuscire a ripagare col successo ciò che i suoi genitori dovranno sborsare. Più o meno sa che in Sicilia sarà difficile tornarci, sa che sarà fottutamente difficile che suo figlio dirà minchia a ogni virgola, non conoscerà la bontà della ricotta con la cioccolata e avrà la carnagione chiara con capelli e occhi chiarissimi.
Io voglio andare all’estero. Non so ancora bene in che modalità, come farò e cosa m’inventerò. So che tre giorni dopo aver quasi perso un occhio e la mobilità di un pò d’arti per una caduta in bici ero nuovamente sul sellino di una bici. Di una cazzo di bici, la stessa che m’aveva tradito. Con questa stessa filosofia sono pronto ad affrontare i dieci anni a venire, e spero che qualcuno nel frattempo riesca ad apprezzarmi. Ho scoperto che è tutto molto più facile quando una donna passa una mano fra i tuoi capelli e ti dice che si risolverà tutto. E questo lo so adesso, quando l’unica mano estranea che accarezza i miei ciurli è di quel barbiere cinese da cui sono andato per risparmiare qualche dollaro.
Per loro i soldi non sono il problema principale, per tutti i soldi sono importanti è chiaro. Ma loro possono permettersi di porsi anche qualche dubbio sui restanti aspetti che bisogna valutare quando si parte per l’estero. Magari per me non sarà tutto come lo descrivo, come lo vivo. Magari è tutto più facile di come io pensi a riguardo, ma in tal modo sono sicuro che sto facendo più del necessario per riuscire a prendere quell’aereo che mi porterà lontano. Magari si scopre che è molto più difficile, che devo rinunciare a qualcosa di veramente importante – il tempo per esempio – per riuscire a raggiungere i miei ambiziosi obiettivi. Ma di quel che non so non posso scrivere adeguatamente, e sono già tanti i pensieri che rimbalzano nel mio cranio come atomi al Cern. Stanotte per esempio ho sognato di non aver giocato i numeri vincenti al lotto, pur sapendoli in anticipo in una sorta di premonizione. Di chi voi ha mai sognato qualcosa del genere? Ci sono i commenti per le risposte…
In quel giorno qualunque ognuno di noi stava cercando di imporre la propria linea di pensiero, e quel che ne usciva era una accozzaglia sicuramente divertente di opinioni, ipotesi e sogni da universitari.
Quando arrivammo al discorso dei soldi però io ero l’unico a pensare d’avere la soluzione. Sergio e Duli fecero comunella nel dire che sono un problema. Io non capivo, io pensavo che il problema dei soldi con le dovute proporzioni era esclusivamente il mio. Io che sono quasi costretto a chiedere il contributo straordinario al Politecnico di Milano, io che sono costretto a vergognarmi di me stesso e delle mie azioni per riuscire a terminare con la dovuta serenità l’ultimo anno universitario. Vergognarsi di se stessi è un non-senso. E’ come un semaforo che vorrebbe volare insieme ai fenicotteri, è una cosa stupida e priva di ogni senso logico.
Ho dovuto resistere, e quando loro continuavano a vedere i bastoni fra le ruote io mi sono sentito in dovere di frantumarglieli, di dimostrargli che non esiste il non si può fare, solo questione di tempo, sudore e volontà.
L’altro giorno un giovane ragazzo senza nessuna apparente malformazioni fisica era davanti un supermercato a fare l’elemosina. L’avrei malmenato con la bottiglia d’acqua appena acquistata, un colpo di ananas magari gli avrebbe reso meglio chiare le idee. Là fuori il mondo è pieno di posti di lavoro, solo che molti ritengono che questi siano inadatti per le proprio capacità/competenze/richieste. Altri semplicemente hanno la noia nelle ossa, altri si fidano dei genitori prima e dei mariti poi. A raccogliere carrui sotto i 40° del mese d’agosto.
Non esiste un lavoro che non mi merita, soprattuto in questa fase di transizione. Farò ogni cosa che mi farà guadagnare qualche picciolo, ho un sogno in testa e ho due braccia, due gambe che riusciranno a renderlo concreto. A Sergio e Duli, sbagliando nei toni, rimproveravo di mettere in bocca cibo non proprio, parlavano senza conoscere il significato di quei concetti usati. In un mese riesco a tirare su 2000€, forse. Con le giuste ambizioni potrei fare di più. Della mia schiena poco mi importa. Smette di pungermi solo quando non faccio altro che star su un letto a cazzeggiare. Della mia vita privata, beh è già andata allegramente a farsi fottere. Ho  molto tempo libero che non vorrei, e che posso distribuire fra lavoro e il modo per rimediare ai miei danni strutturali. Credo che dovrò fare un pò di movimento, e così anche mamma è contenta che divento più pesante.
Di come farò non lo so, adesso però farei di tutto.

Non si può dire che non mi sia divertito, anche se alla fine c’era un pò troppa gente che mi toccava il culo e voleva togliermi la maschera. Sicuramente avranno pensato che fossi una ragazza, per via della mia taglia XS delle mutande forse. Dentro quella maschera si appannavano gli occhiali e “vedevo” da quella apertura della bocca. Ho fatto più foto oggi che in tutti i miei compleanni, è veramente bello giocare coi bambini. Alcuni iniziavano a singhiozzare quando mi avvicinavo a loro, ma dopo aver abbracciato i loro genitori la loro innocenza li spingeva a credere che fossi affidabile. Ho riso, scherzato, ballato e dato il cinque a molti di loro, moltissima gente adulta ha fatto foto con me e il bello è che io per via del “casco” non riuscivo a vederle neanche in faccia. Chiaramente non volevo farmi riconoscere, così spesso quando si avvicinavano gentaglia tenevo la maschera ben fissa. Lo considero di per sè un lavoro umiliante, fare il buffone. Poi in realtà lo faccio spesso, ma mai con dei pantaloni blu fosforescenti. Pagano bene, 15€ l’ora che uniti a quei soldi che mi dovrebbero dare per le foto alla manifestazione dovrebbero fare un mucchietto sostanzioso.
A un ragazzo che mi ha tormentato per mezza serata avrei voluto rispondergli togliendomi la maschera, dimostrandogli che avevo trenta centimentri in più di lui. Oltre che una quasi laurea in Ingegneria Informatica e sicuramente dieci chili di buon senso in più nella capoccia. Avrei anche voluto picchiarlo fino a staccargli uno di quei piersing, ma in realtà io dovevo sorridere per contratto. D’altronde la maschera che indossavo mi obbligava a essere entusiasta. Quel pocopiù che ragazzo non sa però che sono disposto ad avere vergogna di me, a umiliarmi facendo il buffone e a spaccarmi la schiena per andare all’estero, per pagarmi un volto oltreoceanico e per sognare Chicago. A 15€ l’ora, anche a meno. Ogni occasione per raccogliere un granello di speranza e metterlo nel proprio sacco è buona, non c’è limite alle mie ambizioni. Non c’è limite alle mie ambizioni.
Certo se solo ci fosse qualcun’altro oltre al barbiere cinese…

P.S Credo di essere al limite della sobrietà, forse l’ho superato. Ho ricevuto una brutta notizia riguardo un esame dopo aver concluso una quantomeno anomala giornata di lavoro, e così ho preso la beck’s nel frigo. Per come sono fatto 50cl di questa roba mi fanno girar la testa e pisciare come un idrante. Di ogni cosa che ho scritto mi assumo la più totale responsabilità, i modi non saranno gentili ma le idee sono profondamente radicate in me (i congiuntivi saranno andati a farsi una vacanza). Anche dopo tutta questa schifezza.

7 pensieri su “Frizzy

  1. un edificio con gli interni verdi. intendi questo con "lavoro dietro casa"? se è così, ne siete molto più convinti tu e Sergio che non la sottoscritta. anzi io non ne sono affatto convinta.
    fermo restando che io sono quella coi piedi per terra, vero.
    quella che "non è vero che basta andare all'estero per trovare l'America", neanche se sul biglietto ci sta scritto Chicago, Illinois, USA.
    tra 10 anni, o forse meno, ne riparliamo.
    ah, giusto. chissà se tra 10 anni ancora parleremo. potrebbe essere difficoltoso (o forse improbabile) incontrarsi per la strada tra Barcellona e Vancouver. Già è difficile su un corridoio del II piano, mi sa che un oceano è un po' più grande.

    e allora qualcosa te lo dico adesso:
    "mettono in bocca cibo non loro";"L'avrei malmenato con la bottiglia d'acqua appena acquistata"..
    magari sono solo pensieri da "4 del mattino..l'angoscia e un po' di vino"

    ma, qualora non lo fossero, permettimi di citarti anche De Gregori:
    "Ma poi
    Chissà la gente che ne sa
    Chissà la gente che ne sa
    Dei suoi pensieri sul cuscino, che ne sa
    Della sua luna in fondo al pozzo, che ne sa
    Dei suoi segreti e del suo mondo"

    Duli

  2. Hai messo quasi dodici commenti (uno l'ho cancellato perchè doppione, non ti arrabbiare). Fortuna che hai trovato solo due errori, e per giunta nessuno è un congiuntivo al posto di un condizionale e qualcosa di "viceversa".
    E poi la canzone…quella è la "mia" canzone!! La nona canzone di "Alice non lo sa". Complimenti per la citazione (che non ho capito se riferita a me a te o a Frizzy…)

  3. dovresti cancellare anche il primo..problemi di copia/incolla tra notepad e chrome. (forse potrei dire problemi di codifica, ma poi Sergio chi lo sente?!)
    sorry!
    la citazione è riferita a te: in questo gioco di ruoli al momento tu stai facendo la parte della "gente" di De Gregori, quella che giudica senza sapere.
    sostituisci "giudica" con "esprime un suo pensiero facendolo passare per statement", se lo ritieni opportuno. [intendo dire che, magari, è solo un errore di forma. non sarebbe il primo, with all due respect ;)]

    Duli

  4. Sisi capisco cosa intendi. Infatti a un certo punto ho inserito il "se queste notizie dovessero essere confermate… io non ci credo figurati se è vero!".

    Sai quanto mi piace giudicare ma riconoscerai pure la mia apertura a fare passi indietro, al "parliamone". Che bravo ragazzo! (Ragazzo è la parola del giorno!"

  5. Sisi capisco cosa intendi. Infatti a un certo punto ho inserito il "se queste notizie dovessero essere confermate… io non ci credo figurati se è vero!".

    Sai quanto mi piace giudicare ma riconoscerai pure la mia apertura a fare passi indietro, al "parliamone". Che bravo ragazzo! (Ragazzo è la parola del giorno!"

  6. Qui non parliamo di certezze che, parliamoci chiaro, non ce ne sono.

    E' triste e vero ma l'unica certezza è la morte.

    E' da due giorni che sono tornato a casa e sono costretto a dovere dare conto e ragione alla gente che mi chiede perchè me ne voglio andare all'estero, perchè me ne voglio andare in America, che tutto non è rose e fiori.
    Molta gente non si ribella al proprio status quo e a volte gli viene anche difficile capire, magari non ci pensa nemmeno. E li capisco. Non per nulla mia madre mi ha detto "potevo fare un figlio normale!"
    Io gli ho risposto "mamma mi spiace, ti è capitato un figlio con tante ambizioni, secondo me meglio così."

    Ieri ho rivisto il discorso di una persona che prima non stimavo ma sulla quale, dopo avere ascoltato il discorso sulla sua vita, ho cambiato opinione.

    "Stay hungry, stay foolish" diceva alla fine del discorso. L'ha detto ben due volte. L'ha sottolineato.

    Siate AFFAMATI. Siate FOLLI.

    Affamati. Non bisogna accontentarsi mai, come la famosa scritta bianca sulla maglietta nera.
    Folli. Se tutti agissimo secondo le regole, secondo quello che è il bene comune, saremmo tutti dei meri esecutori, fotocopiatrici di qualcosa che non sappiamo neanche se ci vada bene o meno.

    E' vero: non basta sognare.
    E' vero: a un certo punto nella nostra vita dovremmo pure toglierci i sogni dalla testa.

    A un certo punto.

    Io dico solo una cosa: l’unico vero errore che si può fare è non provarci.
    Non sono quello che si possa definire un cervello, un genio. Sono un passo indietro agli altri. Ho realizzato una cosa: quando non hai gli stessi strumenti degli altri rischi sempre di stare li dietro a prendere la scia nella speranza di raggiungerli, in carena. Io non voglio farla una vita in scia se esiste un barlume di possibilità, incerta, che mi permette di evitarla, perchè chiudere gli occhi?
    L'unico modo è rischiare, come direbbe Settimio è "restare li li sul baratro rischiando di cadere".
    Avere abbastanza equilibrio per restare in piedi.
    Se c'è una scorciatoia sul sentiero della vita ,anche più battuta, che mi può portare avanti agli altri io la prendo. O almeno ci provo.

  7. Qui non parliamo di certezze che, parliamoci chiaro, non ce ne sono.

    E' triste e vero ma l'unica certezza è la morte.

    E' da due giorni che sono tornato a casa e sono costretto a dovere dare conto e ragione alla gente che mi chiede perchè me ne voglio andare all'estero, perchè me ne voglio andare in America, che tutto non è rose e fiori.
    Molta gente non si ribella al proprio status quo e a volte gli viene anche difficile capire, magari non ci pensa nemmeno. E li capisco. Non per nulla mia madre mi ha detto "potevo fare un figlio normale!"
    Io gli ho risposto "mamma mi spiace, ti è capitato un figlio con tante ambizioni, secondo me meglio così."

    Ieri ho rivisto il discorso di una persona che prima non stimavo ma sulla quale, dopo avere ascoltato il discorso sulla sua vita, ho cambiato opinione.

    "Stay hungry, stay foolish" diceva alla fine del discorso. L'ha detto ben due volte. L'ha sottolineato.

    Siate AFFAMATI. Siate FOLLI.

    Affamati. Non bisogna accontentarsi mai, come la famosa scritta bianca sulla maglietta nera.
    Folli. Se tutti agissimo secondo le regole, secondo quello che è il bene comune, saremmo tutti dei meri esecutori, fotocopiatrici di qualcosa che non sappiamo neanche se ci vada bene o meno.

    E' vero: non basta sognare.
    E' vero: a un certo punto nella nostra vita dovremmo pure toglierci i sogni dalla testa.

    A un certo punto.

    Io dico solo una cosa: l’unico vero errore che si può fare è non provarci.
    Non sono quello che si possa definire un cervello, un genio. Sono un passo indietro agli altri. Ho realizzato una cosa: quando non hai gli stessi strumenti degli altri rischi sempre di stare li dietro a prendere la scia nella speranza di raggiungerli, in carena. Io non voglio farla una vita in scia se esiste un barlume di possibilità, incerta, che mi permette di evitarla, perchè chiudere gli occhi?
    L'unico modo è rischiare, come direbbe Settimio è "restare li li sul baratro rischiando di cadere".
    Avere abbastanza equilibrio per restare in piedi.
    Se c'è una scorciatoia sul sentiero della vita ,anche più battuta, che mi può portare avanti agli altri io la prendo. O almeno ci provo.

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