Sogni in ordine sparso

Oggi ho sognato. Oramai ho imparato come si fa: la mattina ricordo la sintesi del sogno, so chi erano i personaggi principali e chi gli antagonisti ma non ricordo le loro facce, il loro profumo e tutto il resto.
Sveglia puntata alle nove, sveglia effettiva alle nove e un quarto. La solita mezz’oretta di pc a letto prima di iniziare a studiare; e alle dieci ero già sui libri. Non ho studiato molto oggi, pago un pò di flessione. Niente di preoccupante: sento che sono in ritardo, non mi sento molto preparato. Gli esami sono fissati alla finestra su un post-it. Ogni volta che alzo lo sguardo vedo quel susseguirsi di date che mi impongono di tornare a chinare la testa sul foglio. Sotto quel foglio in rigoroso ordine temporale c’è un altro post-it. Su questo ci sono dei conti a matita, la somma che la scuola d’inglese pretenderà per i miei studi. C’è scritto l’orario delle lezioni, i giorni di vacanza in Canada, il costo per settimana, date di inizio e di fine. E poi c’è il totale, che sembra scomparire fra la miriade di numeri e lettere che popolano il foglietto. Eppure è il totale quello che conta. E’ pur vero che lungo i fianchi si provano emozioni indescrivibili, le migliori, ma è soltanto se si raggiunge in cima e se questa è veramente imponente che la missione può ritenersi davvero compiuta.
Studiare per un esame potrebbe essere avvincente, a tratti piacevole. Ma se tutto non si conclude con un voto l’importanza dello studio improvvisamente diventa relativa, sicuramente opinabile.
Oggi ho visualizzato online il saldo del mio conto dedicato alla missione dell’anno venturo. Oggi ho sognato un’altra volta, ma questa volta sentivo il profumo dei soldi ed ero sul sito di unicreditBanca.
C’è un proverbio siciliano che dice che tri sunu li putenti: ‘u papa, ‘u re e cu nun avi nenti.
E per questo che, una volta deciso ad abbandonare la carriera religiosa, sto facendo di tutto per diventare un re. Non potrei di certo tollerare di diventare un debole, ora che sono un putenti.
Cerco un lavoro per l’estate, per tutto il mese d’agosto. Sono tentato dallo spiegare la mia situazione al presidente, nel caso dovesse concedermi per pietà settemila€. Per il resto ho trovato un posto che paga cinquanta€ a sera, ma i turni sono lunghi e il lavoro è più pesante della media. La figa che se la spassa a spasso mi ha detto che “…sì, è vero, si lavora tanto ma che in fondo alla fine ci si diverte tanto”. Lei che ha fatto un mese di università, un anno da apprendista commessa e ora è disoccupata cosa ne sa del lavoro?
Anche le puttane sanno che non è divertente, anche se il loro lavoro consiste nel fare la cosa più bella del mondo.
Per adesso non c’è molto di nuovo in giro, m’aspettano alcuni mesi di fatica e poi altri di molta fatica. Per i prossimi due anni la mia vita sembra già tutta programmata, sarebbe un peccato se tutto andasse in questo modo.
Non giocherà a dadi, ma spero che giochi con me a monopoli.

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