…verso il paese immaginario!

Ok avevo detto che sarei tornato nel silenzio. Ma in questi giorni sono un terribile ottimista, rido e salto spesso, e canto anche fuori dalla doccia. E’ come quando c’è tutto calmo e poi si scatena il temporale. Il naufragio adesso sarà quando esce il voto di reti: rifiutare un votaccio o accettarlo? La media è importante o è più importante mettersi al sicuro per laurearsi probabilmente a luglio stesso? E’ giusto accettare tutti voti per la fretta di andare in Canada o è meglio rischiare un po’ (per la gioia di Paolinò)?
Comunque a questo ci penseremo quando usciranno i voti.
Oggi ho scoperto come finisce una canzone che ascoltavo sempre quando avevo 13 anni. Grazie Cla, la ragazza del mio compagno di stanza. E’ la terza traccia di Afferrare una stella, un album di Edoardo Bennato che mi regalò un’amica di mamma. E’ come se avessi visto quel film centinaia di volte e soltanto oggi dopo quasi dieci anni che so come finisce. E non pensavo finisse così, è veramente un bel finale.
Per il resto c’è un altro aggiornamento. La maglietta porta fortuna s’è scaricata, la camomilla che mi aveva suggerito di prendere mamma mi ha fatto venire una botta di diarrea (francesismo, per restare in tema) nel giorno dell’esame. La nuova frontiera della sortevieniamme è la barba. Il mio primo 30 l’ho preso con una barba di tre settimane. La barba lunga ha un duplice possibile effetto. Uno. Antistress, passo il tempo a farmi i grattini. Due, è un ottimo rimedio per non mangiarmi le unghie, che in questo periodo d’esame son finite nuovamente in bocca. Terzo (si lo so era duplice l’effetto), il prof vedendomi in questo stato potrebbe pensare che ho studiato così tanto che non ho avuto il tempo per curarmi, neanche il tempo per passarmi il rasoio. Ora che ci penso potrei smettermi di fare la doccia, una settimana senza doccia…
Quando si dice essere un genio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.