Sono quello che parte

Nella mia vita, e forse in quella di tutti, ci sono solo due fasi: una, quando desidero nuove cose e l’altra, quando ne godo. Queste talvolta si intrecciano, altre camminano come binari di un treno. Ogni volta non è facile ricominciare a sognare, ma è l’unica cosa che so fare quando in qualche modo e per qualche motivo devo desiderare nuovamente.
Che io ricordi c’è stato solo un periodo, per’altro durato solo qualche giorno, in cui mi sono trovato senza sogni nuovi. Avevo appena ottenuto Internet a casa ed era stata una cosa così voluta che mi sono ritrovato per qualche giorno spaesato: senza nuovi desideri. Poi ho sognato una ragazza che mi piaceva molti anni prima e ho ricominciato a desiderare.
Da poco ho dovuto ricominciare a sognare. E’ difficile ripartire, eri così felice e adesso non hai niente. Passi interi giorni a capire cosa potrebbe essere successo, come potevi cambiare qualcosa e se fosse stata la cosa giusta. Cambiare qualcosa. In ogni caso per il principio del chiodo a restare appeso soltanto ai ricordi si rischia di continuare a rovinare giù. E di farsi male, molto più male. Ed è così che negli ultimi mesi ho avuto solo un sogno per i giorni che verranno, ed è stato questo sogno ad aiutarmi nei peggiori giorni d’inverno.
Mi ritrovavo a pensare a quando ho aggiustato il sifone del lavandino e per distrarmi cercavo informazioni sul sito dell’immigrazione canadese. Poi pensavo al lungo discorso con le gambe a mollo sulle carceri italiane e mi apprestavo a cercare il miglior volo per il nuovo continente. Ricordavo tutte quelle riviste lette sotto il sole che m’ha bruciato le mie forti spalle e cercavo la migliore combinazione per pagare il meno possibile nelle varie scuole.
Mi sono buttato nel Canada quando il mio umore si buttava giù. Non sono ancora l’uomo di un anno fa, Sergio dice che un anno dovrebbe essere abbastanza ma che quella sensazione che ho la mattina e la sera prima di dormire, quella non passerà facilmente. Ma il Canada m’ha già fatto bene, la prima volta che sono stato davvero ri-felice è stato ieri, o l’altroieri, quando ho comprato il biglietto che mi porterà dall’altra parte del mondo.
Partire è facile, lo so. I problemi maggiore non salgono su quell’aereo, i problemi restano a chi resta. Chi parte è stravolto dalle novità, ha poco tempo per riflettere all’ombrellone a strisce rosse e bianche. Spero sia così.
A chi resta invece restano la nostalgia e i ricordi, non ci sono novità che impregnano le membra, è più difficile per chi resta. Ma in realtà niente cambia: i momenti felici piovono dappertutto nel mondo e i momenti di silenzio c’inseguono continuamente. Solo che adesso ci stanno diecimila chilometri a scoraggiarmi, diecimila sono troppi anche per uno come me, diecimila sono abbastanza. Non vedo l’ora sia ottobre, io sono quello che parte.

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