La vita non è una tragedia in primo piano, ma una commedia in campo lungo.

E’ appena successo questo fatto. Ero a Parigi (è una metafora) e squilla al telefono. E che palle, mi alzo e vado a rispondere. E’ un numero strano, sono quelli di wired. E che palle, “le offriamo un rinnovo – il suo abbonamento sta scadendo – le regaliamo pure una maglietta perché ci segue sin dall’inizio – solo per lei uno sconto del 60% – altre leccate di culo varie ed eventuali.
Lo interrompo nel bel mezzo del suo messaggio quasi automatizzato sa, non rinnoverò l’abbonamento…molto presto [ma perché non ho detto prestissimo?] andrò all’estero e quindi non avrò un recapito dove farmi consegnare la rivista. E non avrò il tempo di leggerla. Ah ok ho capito, allora la ringrazio e sinceri auguri di buon viaggio. Grazie a lei, arrivederci[ma se non ci siamo mai visti…].
Chissà cosa fanno le persone quando le chiamo al telefono, sarà successo a qualcuno che ho chiamato di trovarsi nelle mie condizioni. Spero che non inventeranno mai i telefoni che diffondono gli odori.
Ad ogni modo oggi ha chiamato di nuovo il politecnico. E’ in vena di darmi dei soldi per ora, mi hanno offerto una nuova collaborazione di circa quaranta ore che porterebbero a sessanta delle centocinquanta ore che posso svolgere in un anno accademico. Questa volta dovrò distribuire dei moduli per l’Osservatorio della Didattica. Che poi è un modo fico per dire che è come gli studenti possono finalmente valutare i loro professori.
Quando ho staccato dalla chiamata, la prima cosa che ho pensato a come poter introdurre questa collaborazione nel mio résumé che dovrò allegare al modulo d’iscrizione della scuola del Canada.
Canada: adesso si va sul concreto. Sto compilando i moduli, impegno che mi terrà occupato per il fine settimana. Molto presto (o prestissimo che dir si voglia) dovrò sborsare il danaro, che è un attività che non mi riesce molto bene. C’ho quell’ansia da senzatetto, di quella persona che ha appena la moneta per sfamarsi e che deve scegliere bene fra i cibi che più lo sazieranno. Ad ogni modo ieri ho fatto 35€ di spesa, stasera andrò al cinema e probabilmente comprerò un paio di cuffie come auto-regalo. E poi basta, stiamo rientrando in periodo d’esame e quindi le mie finanze cresceranno proporzionalmente col diminuire del tempo libero.
Col telefono ho ancora un rapporto difficile, l’altra notte ho dovuto spegnerlo per evitare che facessi minchiate. E lei di tutta risposta non ha suonato la mattina, quando c’era da svegliarmi.
Ho deciso che sarà questo il blog che mi seguirà in Canada, non ne farò uno nuovo. Ser Sergio m’ha aiutato nel decidere, diciamo pure che m’ha detto o così o niente. Cambierò qualcosa nella grafica, forse nel titolo. E vedrò di archiviare in una sorte di package i post ante-Canada.
Ho deciso che voglio farmi i capelli come due anni fa, sento che è l’ultima possibilità prima che inizieranno a fare la fine delle gocce d’acqua in prossimità delle famose Niagara Falls (tanto per rimanere in tema).
In piscina va sempre meglio, se trascuriamo il fatto che ho un po’ i postumi di un crampo da ultima vasca. Ho imparato a respirare correttamente, lo spero almeno, e adesso recupero prima il fiato. Sento sempre più forza dappertutto e mi sento sempre meglio quando esco dalla piscina per tornare a casa.
Lo sport è una cosa meravigliosa, lo avevo scordato.
La vita è una cosa meravigliosa, spero di non dimenticarlo. E poi mi sa che sta tornando la febbre, perciò ho bisogno di karma positivo.
Karma positivo, quello che ti fa prendere il 33 senza anni di attesa, e poi che fa trovarmi l’ascensore al mio piano e che fa apparire l’Alba quando più ce n’è bisogno.

La frase nel titolo è di Sir Charles Spencer Chaplin, 122° anniversario della sua nascita.

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