Ora che ho perso la vista ci vedo di più…

♫♪ (E’ abbastanza consigliato ascoltare della buona musica durante la lettura)
In fin dei conti è l’unica cosa che ci rende meno bestie: il parlare. Lo facciamo solo noi umani. Talvolta c’è da vergognarsi a sentire come viene usato questo dono, altre volte dovremmo renderci conto di quanto sia vitale. Sono state le parole che mi hanno condotto in questo stato d’animo che barcolla pericolosamente ma che potrebbe finalmente aver capito. Ha capito che è molto facile rompere il silenzio, che sbraitare lo è ancora di più. Che incrinare uno specchio, frantumare una foglia secca o bagnarsi in un giorno d’inverno sono eventi molto frequenti.
Ma se è vero che non mi spiego come due pezzi di puzzle così diversi si siano potuti intrecciare, sebbene non per sempre, ho capito infine che grazie alla grande virtù che noi abbiamo – la parola – riusciremo a non perderci fra tutti questi altri pezzi di cui il mondo è composto.
Stavo scrivendo un post sul Canada. Oggi non sono uscito in bici per lasciar calare la tensione e perciò non restava che raccontare dei progressi che giorno dopo giorno il Canada mi offre per distrarmi. Ma poi ho cancellato tutto, perché non stavo scrivendo ciò che gironzola per il cervello. Pensavo al sale.
In fondo è tutto una questione di sale. Alcuni ritengano che ce ne sia troppo e altri ne aggiungano perfino quando non si potrebbe più. La misura giusta non si sa bene qual’è, chissà se davvero esiste una misura giusta uguale per tutti. Penso che forse esista un patto segreto fra il sale e la pietanza, un patto che solo loro conoscono fino in fondo e che a noi, poveri affamati, ci sfuggirà di continuo. E non possiamo che assistere a questo gioco delle parti, provando ad alterare le combinazioni e ad evitare che di sale ce ne sia o troppo o troppo poco. Ma se adesso sto scrivendo è per il sale che è caduto di recente, abbiamo aggiunto un altro pizzico di sale alla nostra minestra. E chissà se ce n’è a sufficienza e chissà per quanto tempo ancora, cum summa Elegantia et Integritate, ne aggiungeremo.
E’ un mondo bellissimo del resto. La mia vita è perfetta anch’essa. Anche che accade quando talvolta mi appare troppo salata o piccante, è davvero difficile ignorare quale sia il loro maledetto patto segreto. Finché avrò minestra la mangerò. E per quanto sale possa esserci, anche se il sale mancherà e non percepirò la sua assenza, mangerò sempre la mia minestra. Per rispetto di chi una minestra non l’ha più, per onore di chi la minestra non l’ha proprio mai assaggiata. Le parole sono il modo migliore per esprimere la nostra presenza e quando sarà il giorno che tornerà a rivivere useremo quel che forse troppo spesso c’è mancato: un po’ di sale in zucca e tante parole per contorno. Una ricetta perfetta.
….E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via.

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