Della pedalata di ieri

Qualche giorno ho fatto una cosa che faccio di rado. Di cui un po’ me ne vergogno ma che talvolta deve essere fatta obtorto collo: sono andato in Farmacia. Dato l’argomento ne approfitto per ravvivare questo post qui:
http://gas12n.blogspot.com/2010/01/omeopatia-un-uomo-che-visse-troppo.html
Il pensiero m’è venuto quando ho collegato il luogo in cui mi trovavo, la farmacia appunto, le ingenti misure di sicurezza che fan pensare a quanti soldi girano intorno alla salute della gente e appunto la omeopatia, la falsa medicina dei ricchi. A queste condizioni sarei quasi ben disposto a consigliare il credo cieco per una religione, l’effetto placebo resta uguale ma quantomeno è gratuito (affermazione pretenziosa, anche lì di soldi ce n’è a palate).
Insomma ero lì per comprare degli integratori. Che, lo riconosco, stanno giusto un passo oltre l’omeopatia, al confine fra l’esoterismo e la vera medicina. Tant’è che pur di ritrovare un po’ di energia sono disposto persino a ingoiare boccette piene di un gustoso liquido, chissà se effettivamente funzionante.
Ma ieri nonostante il mio Eufortyn mi sentivo molto due punti incazzato nervoso moralmente sotterrato spossato (con due esse) e senza molta voglia di respirare.
Eppure ero già alla seconda dose di boccette miracolose e avevo persino ingerito la dose di caffeina giornaliera. C’era solo una cosa da fare. Prendere a pugni tutto ciò capitava a tiro, liberando quindi le energie negative che mi stavano travolgendo.
Ma io, che sto a fatica diventando grande, ho imparato che se prendo a pugni le cose poi le cose si rompono. E si rompe pure l’orologio che solitamente porto al polso. Quindi ho imparato che uno bisogna togliersi l’orologio dal polso, due che bisogna dare i pugni a delle cose che non si rompono e tre che i pugni non si danno. In quest’ordine.
E perciò che me ne fotte, ieri ho ingerito la mia medicina. La bici. Dopo le dieci, dopo mangiato, ho messo le lenti, il giubbettino dell’ANAS e lo zaino delle emergenze (con cellulare, gps, acqua, soldi e documenti…non si sa mai quel che pensa la mia testa). E sono andato a pedalare. Il fatto che pioveva a dirotto ha incentivato il mio cantare senza pudore, che sotto l’acqua sono un pizzico più intonato. E poi far sgommare col bagnato è più divertente, cantare Fuori dal Tunnel al cimitero di Lambrate, e poi tornare a casa tutto zuppo d’acqua, e farsi una doccia ed andare a letto felice.
Stamattina ho fatto due starnuti, sono arrivato in laboratorio con una mezz’ora di ritardo.
Ma questo non m’importa.

3 pensieri su “Della pedalata di ieri

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