Perché siamo peggiori, I – L’orgoglio mancante

Bene. Ho scritto poco perché tutte le mie risorse sono impegnate nel capire come funziona qua, le abitudine del posto, le differenze col paese da cui provengo e sto ancora cercando di smaltire il fuso. E poi c’è l’inglese: la mattina sono un razzo. Parlo ancora come un neo immigrato ma sono fluido, anche se spesso dico minchiate. Ma la sera (come lo è adesso da questa parte del mondo) faccio proprio fatica, le parole vengono in mente col contagocce e come dice Johanna sembro drunked. Ad ogni modo ogni giorno è un giorno in più e spero di capire presto come infilare la lingua fra i denti e contemporaneamente dire delle cose. Io credo che quando c’hanno fatto non avevano pensato ad un tale uso della lingua; credo infatti che la lingua fra i denti ci si trova solo in due momenti: quando il dente duole e quando la lingua duole perché i denti si sono vendicati. Non se devo dire io penso, perché se penso a dove mettere la lingua per  dire io penso mi sono già scordato a cosa stavo pensando. A parte i jokes (come direbbe Zia Serafina) pian piano credo che la mia lingua troverà la sua strada senza che il cervello stia lì a suggerirgli di andare un po’ più a destra e di lasciar passare i denti quando si dice di pensare.
Ho comprato le scarpe, ho comprato un giubbotto water resistent e un sottogiacca da mettere quando qua farà più freddo. Ho speso in totale 400C$ che sarebbero circa 280€: non è così caro, non economico ma non troppo espansivo…ehm costoso! Devo comunque assolutamente mettere delle foto dato che ho coniugato lo stile italiano alla praticità canadese: insomma sono delle cose belle e funzionali e bisogna vederle.
Ho pensato a un mucchio di cose che devo assolutamente scrivere qua. Specialmente quelle cose che io nel periodo pre-emigrazione cercavo su internet e non trovavo, quelle sottili e talvolta insignificanti differenze con noi europei. Ma prima di passare a quelle concrete voglio scrivere di una che mi ha colpito e, come spesso accade negli ultimi giorni, si tratta di un piacevole shock.

Da questa parte del mondo la gente è orgogliosa della propria nazione. E me ne accorgo dalle bandiere che espongono in ogni dove: davanti la casa è il classico ma anche sulla carrozzina elettrica dei vecchietti e sulle automobili in autostrada. Cosa pensate che penseremmo di un tipo che penserebbe di far svolazzare un tricolore dallo sportello posteriore? Gran bella pensata di certo ma sicuramente sarà un nostalgico del ventennio, di sicuro uno di destra. Ok, magari esagero ma qua l’orgoglio nazionale è veramente diffuso. Scrivono dappertutto we are proud of [qualcosa, in un bar ho persino visto la scritta che diceva ch’erano veramente orgogliosi di offrire ai clienti del caffè umbro. I canadesi sono così orgogliosi da essere orgogliosi anche per noi italiani, pazzesco. Non s’è mai visto un posto nel mio paese che ha un insegna luminosa che dice: “Proudly scacci cà ricotta for you” o “Siamo orgogliosi di offrivi a pasta chè tinniruma”. Sono patriottici ma non si nascondono dall’essere orgogliosi dell’acqua S.Pellegrino e mettono in bella mostra il loro amore per lo stile italiano. E quando mi hanno chiesto di Berlusconi (ed è cronologicamente avvenuto prima di tutto quello che v’ho raccontato fin’ora) e quando gli ho raccontato dell’idea bislacca del nostro premier di cambiare il nome del principale partito italiano in qualcosa simile a “Go Pussy” credo si siano ancor più inorgogliti del loro essere canadese. O forse del loro non avere questo tale come loro rappresentante nel mondo.

P.S Traducendo letteralmente, in italiano i partiti assomigliano sempre più a dei veri e propri party. Ambiguando esattamente la loro originaria traduzione dall’inglese con il significato che party assume in Italia. ‘nu macello insomma!”

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