Fò, Matti fò

Se dovessi scegliere una sola persona per cui io sarei disposto a dare la cosa più preziosa che ho, la mia vita, sceglierei mio fratello.
Del perché gli voglio così bene non mi sono mai domandato fino a trovare una risposta ma forse non ce n’è davvero bisogno. Spero che non sia solo perché abbiamo lo stesso sangue, in tal modo sarebbe una cosa assolutamente non arbitraria. E questo mi infastidisce.
Siamo maschi, ma questo non c’entra. Sono io che non riesco in alcune occasioni e con alcune persone a esprimere i miei sentimenti e mi viene perfino difficile scrivere questo di lui sapendo che potrebbe leggere. Trovo la forza oggi perché al momento si trova ad Ancona a sostenere i test fisici della Marina.
L’ultima volta che ho pianto è stato pensando a lui. Il momento era inopportuno ma non sempre si può scegliere e soprattutto alcune cose non si possono scegliere.

Durante l'ultima gara di scherma

Lui è più di un fratello per me e talvolta è stato anche troppo per me. Nonostante ci separino solamente cinque anni e mezzo a volte i ruoli familiari si sono mischiati, intrappolati in dinamiche arzigorzolate. Ma il tempo e la maturità sbroglia anche i nodi più stretti.
Nonostante questo non gli ho mai detto cosa provo per lui e il massimo che gli ho concesso è stato dormire con me ogni notte precedente il mio ritorno a Milano. Se dovesse esserci una persona che possa fermare il mio Canada quella sarebbe lui, se potesse esserci un motivo per tornare in bici a casa quello sarebbe il suo motivo.
Dormire con mio fratello comunque, e lo dico a mia totale discolpa, è un atto di grande amore fraterno. Appiccicoso come un polpo, ti si avvinghia intorno sia nei mesi d’inverno che in quelli bollenti, ama mettersi di traverso nel lettone e non si sa ancora bene il motivo (pare sia oggetto di studio da parte di una famosa università) riesce sempre e comunque a spingerti all’estremità del lettone e a lasciarti in meno di quindici centimetri di spazio.
Ho scelto io il nome di mio fratello, sono stato io il primo a piangere dopo la sua tormentata nascita e sono stato io a spiegargli perché fosse tanto bello il gioco del calcio. Sono stato io a insegnarli a guidare un motorino, sono stato io a spiegargli i razionali e chiede di me quando ha qualche problema che la sola mamma non possa risolvere. Tipo versioni di latino o problemi di virus al computer.

Mio fratello è l’unico fratello che un fratello come me vorrebbe avere come fratello, è il miglior fratello che io abbia mai avuto. Direi anche l’unico. E il fatto che non avremo una eventuale ereditarietà, il fatto che le donne non possano poter scegliere contemporaneamente lui o me, il fatto stesso che sappiamo di volerci bene tacendo, questi fatti ci rendono fratelli molto indivisibili. Anche se presto ci saranno più di diecimila chilometri a separare i nostri sonni saprò che lui, se solo potesse, sarebbe avvinghiato a me gustandosi ogni singolo secondo col fratello maggiore. Io.

BNG: Il sito dell’immigrazione canadese non è più sotto manutenzione. Continuiamo con la procedura per il permesso di studio

Questo post è stato copiato pari pari da qua. Una vita e mezza fa. Ero ancora in Italia, non sapevo ancora che cosa l’ambasciata mi stava riservando eppure ero speranzoso. E parlavo di Mattia, il mio fratello di cui vado orgoglioso tanto così. Anzi più grande di così. Quando scrivevo questo posto lui era in ballo fra test fisici, psicologici e di ogni altro genere. Neanche lui sapeva a cosa stava andando incontro, quale sorpresa il successivo Settembre gli stava conservando. Ed è stato lui che ha preso quel giorno la telefonata della Morosini, poi ha passato a me il telefono e ho provato a far chiarezza: era un venerdì e lunedì mattina tra le 8 e le 12 si doveva trovare a Venezia. Far chiarezza non è stato facile, cazzo se non lo è stato. Quando qualcuno ti dice per telefono che la tua intera vita sta per cambiare la botta può essere forte. E infatti quando chiesi a Matti cosa volessi fare lui mi disse: “eeehm, non lo so..” e farfugliò qualcos’altro che nessuno mai saprà. Chissà cosa ti passa per la testa in quel momento, lui potrà raccontarlo quando ne avrà voglia. E adesso io sono qua, in Canada, e lui è là che mi racconta su lunghe telefonate su Skype come ha fatto da timoniere a fregare il vento all’imbarcazione “rivale” e ad arrivare per primo in porto, è lì che mi racconta che si stava pisciando addosso e che mai più berrà prima di uscire in barca a vela (e ci credo, la laguna sarà fredda di questi tempi). Mio fratello è lì e sa come pilotare una barca a vela, conosce come usare una gondola e chissà di quante altre cose sta avendo esperienza. E ogni notte si sveglia alle quattro per farsi alla barba che “alla mattina ti passano un foglio di carta sulla faccia e non deve fare fru fru fru“, e tocca studiare il doppio che le cose lì sono serie.
E’ il sangue: sogniamo e desideriamo con la passione dei siciliani. Poi ci proviamo e ritentiamo con la tenacia dei poveri. E infine riusciamo e voliamo con il futuro dei migliori. Fò, Matti fò!

Si torna a "marinare"
Felicità

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