Æssiaeiai prtin, please!

Andiamo per disordine. Ho iniziato il lavoro che come già detto qua mi accompagnerà per le prossime 16 settimane. Quasi quindici ormai. Ora…questo post sarà incentrato nel descrivere questo lavoro ma mentre mi facevo la doccia poco fa ho pensato bene che saranno dei pensieri sparsi. Insomma, niente introduzione-sviluppo-conclusione. Questo post può finire da un momento all’altro, di certo è già iniziato.

Allora vi spiego il posto. E’ un negozio che fa succhi di frutta. Detta così fa strano lo so. Praticamente è come se fosse una gelateria per noi. C’hai voglia di qualcosa che non sai cos’è di preciso e ti prendi un gelato. Non è un pasto, non è un cioccolatino. Ognuno gli da il significato che vuole, c’hanno fatto pure la dieta del gelato (googlate!). La gente perciò viene in questo chiosco da una decina di metri quadri e richiede un succo di frutta fra quelli presenti in menù. In realtà in “italiano” lo chiameremmo frappé piuttosto che succo di frutta. Usualmente è parecchio denso, abbastanza da potersi mangiare con un cucchiaino ma liquido al punto che in realtà l’unico mezzo fornito per papparselo è una cannuccia. La preparazione di tale coso consiste nel versare in un frullatore tramite un macchinario la polpa del frutto desiderato: mela, arancia, un imprecisato nectar, e cranberry (mi pare eh) che sarebbe mirtilli rossi.
A tal punto si estrae dal freezer il sacchetto di plastica che contiene ghiaccio, talvolta yogurt congelato e sempre pezzi di succhi di frutta. Il tutto verrà frullato e presentato al cliente ad un prezzo che s’aggira mediamente sui 6$. Facciamo anche piadine che loro chiamano wrap, ‘na specie di tramezzini e si vendono bottiglie d’acqua, acqua con la vitamina e un’acqua che si chiama smart e costa tipo 3.33$. Smart sì, per il titolare! Ah, molta gente aggiunge delle vitamine in polvere al succo di frutta. Non è malaccio.

Il lavoro non è molto pesante di questi tempi. Direi una media di una cinquantina di clienti in un turno di lavoro da 6 ore. Questa è la media di questi giorni di lavoro, 6 ore al giorno. Per me abituato alle 12 di quest’estate non è che sia massacrante, ma dopo 5 ore in piedi inizio a sentire il desiderio di una poltrona. Succedeva lo stesso in estate, solo che dopo un’ora da quella sensazione ne mancavano altre sei prima di tornare a casa. Quando lavoro più di 5 ore ho mezz’ora di pausa da spendere come più mi piace. Io di solito mi metto a sedere in una poltrona del centro commerciale dove il negozio è sito e giudico la gente che passa. Altri per rilasciare lo stress fumano una sigaretta, io giudico.

Sono l’unico maschio dell’equipaggio. Tutte femmine, oggi mi sono dovuto sorbire 5 dico cinque ore di girl talk, i discorsi fra femmine insomma. In inglese eh. Per adesso si sono tenute a debita distanza, lo stesso farò io. Sono sufficientemente carine ma quel posto è tre metri quadri: perché mi dovrei mettere nei casini? Meglio pensare ai succhi di frutta và. A quanto pare fra di loro messaggiano, in uno di questi messaggi si riferivano a me dandomi del g-man. Niente a che vedere con i doppi sensi, vastasuna, il problema è che non hanno interamente capito come mi chiamo: Gioele. Ho provato a spiegarglielo (c’è una che ha discendenze italiane, si chiama Rosina!!!!), ho provato a farmi chiamare Joe o Joel ma g-man è quello che sono riusciti a fare. In italiano diremmo: gi-coso là.

Ho problemi con l’inglese. Sono bravo, davvero. Ma nel menù ci stanno dei nome di succhi di frutta scoglionati. Acai Protein, prendiamolo per esempio: Æssiaeiai prtin. Così lo dicono, æssiaeiai prtin. La prima volta dissi: What?? che è un po’ come dire cheeee?, non il massimo dell’educazione insomma. La seconda ho detto say it again, ridillo! Alla terza ho capito: quando qualcuno dice cose come se avesse sbattuto in qualche spigolo allora devo schiacciare il tasto dove c’è scrito Acai Protein.

Da quanto ho capito se continuassi a lavorare presso la titolare del negozio (che per scherzo del destino di cognome fa McDonald), potrei avere una sponsorizzazione presso l’ufficio immigrazione e rimanere in Canada. Anzi mi ha proprio detto di iniziare a preparare le carte burocratiche. Io ho paura, non so ancora che fare e ad eccezione di una persona nessuno fra i lavori relativi alla mia laurea mi ha risposto. Dovrei aspettare un’altra settimana prima di iniziare a pensare se rimandare il curriculum o arrendermi ma con Joanna siamo rimasti d’accordo che al primo giorno off vado direttamente nei loro uffici e mi presento: *Hallò, I vud like tu intrudius maiself. Ai emm italian and ai fink ai emm the uan iu ar lukking for. Æssiaeiai prtin, a te a tutta la tua famiddgia!

*Salve, vorrei presentarmi. Sono italiano e penso di essere quello che state cercando. 

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