L’ingegnere dei Succhi di Frutta (questo titolo l’ho sognato per mesi)

Lo vedete questo? Lo avete visto. Cosa porto un uomo a ridere, piangere, correre, accendere i fari lunghi, spegnerli, far cadere cose in macchina, riprenderle, ridere nello specchietto retrovisore? Facciamo un passo indietro, anzi no..un salto indietro!

Il primo contatto
Era il 06 marzo 2012. E stavo nel pieno delle mie ricerche tecnicamente perfette per ottenere una internship o una posizione di primo livello in quello per cui ho studiato: volevo fare l’ingegnere, che l’idea di spremere barbabietole e tritare erba per tutta la vita mi faceva venire la scarlattina. Allora scrivevo così al Britanno:

Salve,
 sono Gioele Minciati e dopo attenta ricerca e considerazioni sto cercando con ardore una internship/posizione di primo livello con la tua compagnia. Allego la mia lettera di presentzione e il mio cv per una sua accurata lettura. 
Aspettando di risentirla presto,
Sinceramente

Io così gli dicevo e così feci per tante altre compagnie. Ma per loro avevo personalizzato la mia lettera di presentazione, citando alla fine uno dei loro valori chiavi copiandolo preciso dal loro sito: “data only has value when it gets used ;)“. Le informazioni hanno un valore solo quando vengano usate, per dire insomma…se cestini questo messaggio non sai che ti sei perso, io sono qua e tu dovresti venire a conoscenza della mia esistenza. Fallo e non fallerai.

Il primo responso della mia vita
Due giorni dopo, l’8 marzo. La prima risposta a una mia richiesta di lavoro, la prima e (quasi) l’unica fra una ventina di curriculum inviati.

Ciao Gioele,
 grazie per il tuo interesse in quelli del gps! Potresti inviarmi una ufficiosa copia del tuo documento che riporta le considerazioni sulla tua laurea? Inoltre, stai cercando un lavoro solo per l’estate? Quando programmi di iniziare la specialistica?
Grazie

E, nessun dubbio, gli risposi subito dopo inviando ciò che aveva richiesto e rispondendo a ciò che aveva domandato. La sincerità assunse tutto un nuovo concetto, onesti ma ponderando le parole. Cercai di contenere la mia eccitazione, ignaro di quello che sarebbe successo. Intanto ogni mattina mi alzavo, mi vestivo di nero e andavo a lavorare dove i mirtilli rossi sono chiamati Cranberries e dove la gente aggiunge proteine ai loro frappé credendo che così stanno meglio. Ma unni e quannu?

L’attesa
12 interminabili giorni di attesa. Niente, il Britanno non si faceva sentire. Che non avesse capito qualcosa? Che avesse visto il 19 in Fisica? Forse era un vicolo cieco. Ma tanto, forte della conoscenza del proverbio siciliano l’affruntusu mori lu sfacciatu campa, andai negli uffici. Mi vestì come un adulto, passai la lametta sul mio viso, presi la mia cartelletta Invicta e andai in un giorno di pioggia a parlargli di persona o quantomeno a richiedere un appuntamento. Dopo aver trovato la porta, dopo esser salito al secondo piano in un palazzo senza scale, dopo aver parlato con una segretaria che mi diceva che il Britanno era in un meeting, e poi aveva un altro meeting ancora e non sapeva quando finiva, dopo essere tornato a casa col musone gli scrissi una mail. Dicendogli, sono venuto-non c’eri-voglio prendere un appuntamento-sono disponibile tot e tot giorni-cazzo chiamami. Dopo un ora e qualche dozzina di minuti ricevetti la sua email. Questo era già un segnale che incominciavamo a volercese bene.

Compiti per casa
22 Marzo. 16 giorni dopo il primo contatto. Nella sua email di risposta il Britanno mi diceva che:

  • Era molto impegnato Non aveva capito il documento dell’uni, in particolare pensava che il mio 96/110 fosse la mia posizione: del tipo che su 110 partecipanti ero il 96esimo, il 14º migliore. E mi faceva i complimenti. Io zittooooo :D
  • Mi invitava a completare un test, 45 minuti di tempo per tre domande tecniche che poi si sono rivelati tre piccoli programmi da scrivere.
  • Sto giro era lui che ringraziava per il mio interesse e mi domandava se avevo richieste per lui. Era amore, amore amore!

Risposi, ero ansioso di ricevere il test. Cioè in pratica mi stavo cagando sotto. Feci il test, Simone e Dani vedevano se compilava ciò che scrivevo ed era tutto perfetto. Invia il test in tempo, commentai il codice. Questa fase fu perfetta. Fu allora che inizia a guadagnare un po’ di autostima ma ben sapevo che la fine di questo lungo processo era ben lontana.
Lo stesso giorno il Britanno mi disse che non avrebbe potuto darmi alcun esito se non prima delle successive due settimane, erano tutti impegnati in conferenze fuori città. Mi misi il cuore in pace: altri due settimane di succhi di frutta per i canadesi!

Incontriamoce
Giorni interminabili, attese impazienti. Nervoso, Joanna che dice che bisogna stare calmi, io che calmo lo sono che tanto il test lo so che è andato bene. Ma le visite al gabinetto si fanno frequenti, tocca darse una mossa sennò qua muoio di troppa cacca.
10 Aprile. Una vita e 18 giorni dopo. Chiedeva scusa per il ritardo e se ero ancora interessato mi proponeva un incontro con un paio dei loro (a couple of us), figoooooo? pensai e subito dopo corsi in bagno. Dopo 5 mesi di permanenza nello stato Canadese, dopo aver imparato il famigerato inglese avrei dovuto sostenere un colloquio serio in inglese. Colloquio per cui concorrono gente che l’inglese lo parla da quando sono nati, che sanno che dire “await” fa più figo di dire “wait”. A-iuto! Non vi racconto le ore trascorse a studiare le domande statisticamente  più probabili, le risposte migliori, come rispondere alla domanda: “Qual’è la tua più grande debolezza?”.
Quando si è carenti in qualcosa bisogna trovare la pezza giusta per tappare il buco. E se di pezze ne servono due, bisogna trovarne due che siano giuste. E loro sono stati sorpresi della mia fermezza di spirito e del assoluto successo nel soddisfare le tappe che mi ero prefissato. Si vede che di pezze nello zaino ce n’è qualcuna. E che pezze, questi lenzuoli matrimoniali sono!
Sono stato “colloquiato” dall’hiring manager e prima dal senior developer. Ho risposte a domande personali e domande tecniche, ho raccontato la mia storia esaltando gli aspetti positivi e minimizzando quelli negativi. Avrò fatto davvero un buon lavoro, in seguito mi han detto che erano già pronti ad assumermi dopo il primo colloquio. Sì, perché ne ho avuti due…due e mezzo a dire il vero!
Il 18 aprile infatti mi è toccata il colloquio col CTO. Il CTO è il tipo che dice mò programmiamo questo, quest’altro nunnè buonu: fatece ‘na x.  E’ il capo del reparto tecnico, l’unico capo che conta per me (avrò più contatti con lui di quelli immaginati perciò dovrò trovargli un soprannome). Il tipo è molto serio, quando sorride è perché sei stato davvero bravo. Ho usato tutti i mezzi a mia disposizione per impressionarlo ma, al contrario dei precedenti, lui è rimasto impassibile (anche se poi è stato lui che m’ha detto d’aver deciso d’assumermi sin dal primo momento). Ha richiesto di vedere del codice scritto da me e io gli ho inviato 10000 righe di codice scritto con Sergio.

L’assunzione (“in cielo”)
Dopo la fase referenze (hanno contattato la mia cugina canadese che citerò in uno dei prossimi post) e il mio professore dei dinosauri (un prof. del Politecnico, il collegamento coi dinosauri non è rilevante). A quante pare entrambi hanno fatto il loro lavoro davvero bene e il 2 maggio il CTO mi manda un’altra mail chiedendomi un ulteriore colloquio con un nuovo tipo, non meglio identificato. Dentro di me lo sapevo, era fatta. Ma l’ansia non accennava a diminuire e così quella mattina del 4 maggio mi sono vestito per bene, ho cambiato lo stile della mia barba in quello che duli definisce “il lele incazzoso”  e sono andato. Ho parcheggiato la macchina nello stesso parcheggio (si paga circa 3$ l’ora, in totale avrò speso non meno di 25$ fra tutte questi colloqui), ho preso l’ascensore e sono arrivato con i soliti 10 minuti di anticipo. Il tempo di farmi annunciare dalla segretaria e compare un uomo aaaaaalto alto alto. Tazza di caffè in mano, jeans e maglioncino girocollo. Il capo del reparto vendite! E invece di portarmi nella sala conferenza mi faceva girare a destra: sezione uffici. Porca vacca, ho pensato io, ci siamo, si fa seria la cosa! Quando poi mi ha offerto acqua o caffè sono entrato nel pallone, avrò cambiato idea 5 volte per finire con un sano bicchiere d’acqua. Del resto non posso dire molto per via della confidenzialità di cui mi hanno già istruito e che presto metterò per iscritto firmando il contratto. Mi hanno offerto di scegliere fra due progetti, ho brevemente raccontato la mia storia e dopo un’ora e qualcosa sono stato condotto nell’ufficio del CTO. Dove ha aperto una cartella sul suo computer, aperto un file col mio nome (IL MIO!) e brevemente riletto il contratto con me. E se fra quattro mesi faccio il bravo ricevo il primo aumento della mia vita. ‘inchia!

Riassumendo
In breve. Il tutto ha impegnato due mesi della mia vita, 18 email col Britanno, 4 col CTO. Una cover letter e un resume. Quattro viaggi nei loro uffici, centinaia di visite sul loro sito. Un test tecnico, anzi due. Qualche decina di stampe, due-tre vestiti buoni, un po’ di gel nei capelli e un tre paia di lentine. Giornate di ansia e nottate come se fosse giorno. Cacca, molta cacca. Un paio di giri in bici per sfogare la tensione, ridere e risate: qualcuna, nei momenti giusti. Felicità. Ed è così che torniamo al video di partenza. Felicità.

 

P.S Ci sono decine e decine di dettagli che sarebbero degni di essere scritti: alcuni li ho temporaneamente scordati, altri non si possono dire. Ma certamente questo non sarà l’ultimo post a riguardo, certo che no!

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