L’angelo gigantesco

Lo avevo detto chiaramente che venivo in Canada per diventare un Gioele migliore. Adesso parlo inglese, adesso ho le camice a maniche corte, adesso indosso i mocassini e le scarpe da lavoro sono di cuoio senza lacci. Le mie prime scarpe senza lacci da quando ho smesso di indossare i sandali. Adesso Gioele è diventato migliore, lo posso dire con certezza. Radicalmente cambiato? No. Faccio i miei soliti discorsi non-senso, talvolta parlo in siciliano e intercalo un picchì nei miei discorsi su come progettare il nostro prodotto segreto. La doccia non la faccio tutti i giorni e i denti li lavo una volta al giorno. E adesso non sono più 60kg e rotti ma 145 pounds. Che poi è la stessa cosa, ma a dire 145 mi fa sentire muscolosissimo.

Ma ti sogno, ti sogno ancora.

Passano mesi e poi una notte ti sogno. E il risveglio è difficile da accettare. Ti corteggiavo come feci un tempo. Di quei tempi felici e spensierati quando io ero solo uno con la barba folta, compagno di stanza del calabrese (si seeente che sono calabRese?).

Le cose cambiano, omnia mutantur, ma ti volevo far sapere del mio sogno. Una chiesa grande, molto grande,C’era una statua di un angelo, gigantesca. E tu ne eri estasiata, quella era la mia Sicilia e ti piaceva. Era solo un inizio ma come autoctono non potevi che rimanere estasiata anche di me. E continuavo a ridere e a farti ridere.

Poi mi sono svegliato e con un po’ di nostalgia sono andato a costruire il mio pezzettino di futuro. Giorno dopo giorno. Lontano, in Canada.

 

Se non sapete di che sto parlando, parlo di questa donna qua 

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