Ce l’ho pesante e duro

Sono Gioele. Quello lì insomma, lo sapete no?

Ho due post in canna, come una doppietta ha due cartucce. Chiaramente il primo, questo, è quello che mi diverte di più. E si parla del cervello e di Dio. O almeno si parte da questo. Via!

Il nostro cervello ha tra gli 80 e i 120 miliardi di neuroni. Non lo sappiamo di preciso. Ma dai cazzo. 120.000.000.000. Se avessi 120 miliardi di dollari a colpi di loonie e ne contassi 1000 al giorno mi servirebbero 328 mila e 767 anni per contarli tutti (finirei tra marzo e aprile del 330.779 dopo cristo). Questo è nel mio cervello, nel vostro non lo so ma neurone più neurone meno siamo lì. Di tanto in tanto (ogni giorno) me ne muoiono 190 mila ma, vaffanculo, sareste incazzati se un giorno mentre camminate vi cade il portafoglio con 190 mila euro ma tanto chissenè che a casa c’ho altri 120 miliardi. Ah, il vostro cervello ogni anno perde un grammo. Fanculo, ne ho quasi un chilo e mezzo. E non bevo, e non fumo, e non mi drogo e faccio attività fisica regolarmente. Per questo ce l’ho pesante e voi ce l’avete leggero, per questo io sono figo e voi pure (ma io sono figo più a lungo).

Un computer normale ha 2.6 miliardi di transistor. Ci vorrebbero 32 computer per fare un cervello. Avete presente quanto calore produce un pc? E adesso pensatene 32 e inoltre rinchiudetele in una scatola della grandezza della nostra scatola cranica. E non vi lamentate quando fate uno sbadiglio, dobbiamo pure raffreddarli ‘ste CPUs. Un transistor tuttavia è un coso che ha due stati, un interruttore: acceso/spento. Tuttavia abbiamo assunto che transistor=neurone ma in realtà ci vogliono 20 transistor almeno per simulare un neurone. Il che rifacendo i conti è come se avessimo 40960 computer nel nostro capo. Non il boss, il coso che avete attaccato alle spalle.
E non abbiamo considerato che in un normale pc ci sono solo 4 processori. Ed è, fidatevi, un macello farli comunicare efficientemente. Non è umanamente possibile avere quaranta mila processori che collegati con un filo sono tanto efficienti quanto quel coso che sta inviando impulsi elettrici ai nervi delle mie dita che si contraggono e rilassano a comando.

Tutto quello che ho scritto fino adesso è stato pensato mentre attraversavo le strisce pedonali di Langley Street, mentre tornavo a casa qualche giorno fa.


Taliella ciù ddanni

Chi sono io? Perché quando il mio collega si è tagliato il dito io non ho provato dolore? Perché quando tu ridi io rido ma quando tu piangi a me non me ne fotte un cazzo? (ma se ti conosco piango pure io). Perché? Perché? E non fate i faciloni, datemi un perché che il mio cervello possa capire.
Il mio cervello è “attaccato” per mezzo di connessioni a nervi, tendini, muscoli e schifo vario. Capisco perché le mie mani si contraggono, il cervello manda un segnale elettrico…cioè a una rana morta gli mandavano le scosse e quella si contraeva tutta. Il mio cervello vivo mi può fare contorcere, ne sono sicuro. Ma chi lo dice al cervello cosa fare? Il mio lavoro è dire a quei 12 miliardi di transistor cosa fare (dato un input dammi un output, no inventiva grazie!) (e per farlo ci vogliono i miei 120 miliardi più i 120 miliardi di neuroni di Barney), ma il cervello si comanda da solo? Non funziona. Se il cervello dice al cervello “comandati” chi lo dice al cervello di dire al cervello di dire…avete capito no? E chi mi fa percepire me stesso come me stesso? Io, Gioele. Vedo la gente ma non so cosa sono, cosa vivono. So chi sono io solo perché il mio cervello è appiccicato con dei filamenti al resto del corpo? E cos’è l’anima? Una parola che racchiude il tutto? Come quando io non mi ricordo una parola in inglese e dico stuff, così l’anima. Da qualche parte ci deve essere qualcosa, forse, chiamiamola nimaa, no aspetta, maina…non suona bene..inama…amani, anima.
Poi penso a dio e già non capisco un cazzo di come sono fatto e, dio mio, parlo di dio?

Il mio pensiero, un piede prima del marciapiede, fu che se dio esiste deve assolutamente coincidere col mio cervello. Io non sono dio, il mio cervello lo è. Io non mi sento il mio cervello, io sono il frutto di una serie di input elaborati dalla centrale su in cima e rispediti giù con un adesivo FRAGILE. Il tutto condito da un pizzico di sale.
Che nel mio caso possiamo pure dire che qua siamo in salamoia.

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