Meh*

Sul perché scrivo qua non lo so. Il blog è morto, si sa. Ho perso la vena, si sa. E’ successo pressoché quando la romana è entrata nella mia vita. La correlazione in sé non prova che ci sia causalità. Rileggendo vecchi post non mi riconosco. Come ho mai potuto scrivere tali perle? Ho un altro problema. Sebbene scriva in italiano i pensieri spesso vengono fuori in inglese. Ciò crea problemi di traduzione vari e previene ogni sorgente di umore basata su interessanti giochi di parole. Gli ultimi post sono aridi, secchi. Vuoti. Non c’è niente negl’ultimi post che mi renda fiero di come scrivo.
C’è da dire inoltre che la mia vita è cambiata. Da povero adolescente soppresso da doveri e obblighi, costretto fra divani e amori vani sono presto diventato, una volta arrivato in Canada, un uomo responsabile della sua vita, con capacità economiche discrete con strade aperte avanti a me. Nel  corso della mia giornata tipo non c’è niente per cui lottare. Non c’è più quel digrignare i denti, quello sbattere le nocche sui muri, quel dipingere i muri che ha condizionato la mia vita adolescenziale. Credo che la gente che ancora legge questo blog sappia di cosa sto parlando. Nella mia giornata media di oggi vado a lavoro do il mio meglio vado a squash do il mio meglio torno a casa faccio le faccende e poi via di nuovo con un nuovo giorno. Non ho problemi, non ne ho. Non ne ho avuti in 2-3 anni. Il Canada mi sorprende sempre meno, d’altronde vivo a Victoria da tanto oramai (sebbene non c’è verso che riconosca Fort da View St.). Di cosa dovrei scrivervi? Cosa volete che vi scriva? Ci sarebbe quella gita che sto per fare in Brasile. Quella si che mi mette la felicità sotto i piedi e me li fa danzare a ritmo di samba.
La verità è una. La mia vita non è più vissuta giorno per giorno. Ho ancora obiettivi e sogni. Ma si dilungano, si allungano. Il mio prossimo obiettivo, di tipo lavorativo -si capisce, potrebbe essere raggiungibile fra un anno. L’avevo detto che sono lontani. Che stia diventando finalmente grande? E’ questo che succede? Non mi lamento di questa vita. Nè desidero quella precedente. A volte sono nostalgico si, è vero. Ma non troppo. Erano giorni duri e adesso sono dietro di me. Che siano il vento che soffia alle spalle e adesso sto tranquillamente galleggiando con le vele spiegate? Dovrei fare qualcosa al riguardo? Remare o lasciar la barca andare? Io queste domande le so tutte, sono le risposte che non so molto bene. Per adesso aspetto, non scrivo da nessuna parte e aspetto. Magari c’è un tornado avanti a me e un momento come questo non lo avrò mai più. Io mi sa che non c’ho voglia di remare. Non ancora.

 

*Meh – è un’interiezione in uso nei paesi angofoni utilizzata per esprimere indifferenza o insofferenza

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