Creep

It’s funny what happens in life. It’s funny and fun. It’d be unbelievable if my neurons weren’t there shouting “it’s real”. So it happened that I met again the woman of my life. They are all different people but equal in their being speculations of my mind. They do exist but many times they don’t know me. This last one acknowledged I am real, which is always nice. Not only I spoke to her but I also heard her laughs and saw her tears of which I am not accountable. Her punk haircut contrasts dramatically with the cuteness of her face, her being so outgoing scares me: she is a fucking mysterious being and that makes her interesting to me. That and the fact she is a smart blondie.
Those were my thoughts while leaving the place where she is supposed to work at, listening proudly Creep.
In an attempt to move to the next level of creepiness.

La fenice

Credo sia una di quelle sere un po’ tristi, “credo” perché ormai faccio fatica a riconoscere il giorno dalla notte, i diritti dai doveri, il giusto e lo sbagliato, la felicità dall’accontentarsi. Sono successe talmente tante cose dall’ultima volta che scrissi in questa pagina che probabilmente la mia facoltà di scrittrice è decaduta da tempo, ma si sa, devo andare sempre contro corrente! Allora cara gente, quanti di voi sono riusciti a partire? Quanti hanno lasciato il proprio nido alla ricerca della casetta in canadà? Quanti sono ancora pieni di speranza? E quanti invece rimasti delusi? Bè, io rientro nella categoria di quelli arrabbiati, si, arrabbiati con se stessi, arrabbiati perché probabilmente stanno rinunciando al proprio futuro servito su un piatto d’argento. Non ho mai parlato della mia esperienza canadese e facendo un breve riepilogo accadde che: feci domanda per il work permit, me la accettarono, dopo circa tre settimane ottenni un primo lavoro part time e successivamente cambiai per un altro full time e pagato decisamente meglio rispetto all’Italia. Per finire in bellezza mi proposero anche la sponsorizzazione. Bene, qual è il problema allora? Perché stai frignando come al solito vi chiederete? Perché mi sento in dovere di chiedere scusa a tutte quelle persone che stanno cercando di avere un futuro migliore, che io stupidamente sto buttando all’aria tornando in Italia, perché sono troppo egoista per cominciare a vivere la mia vita senza pesare sulle spalle di qualcun altro. Sono stati mesi difficili quelli passati in Canada, annebbiati dal profumo della pioggerellina leggera che cadeva in città, dall’odore del caffè caldo, dalla fatica dei giorni passati dietro a un bancone, dall’illusione che un computer possa essere costituito unicamente dall’hardware, dimenticando che non conta solo l’apparenza, ma tutto il software. Mettendo nero su bianco di solito ci si schiarisce le idee, forse è proprio questo il motivo per cui sto battendo su questi tasti, per ritrovare il coraggio di riprendere quell’aereo che tempo fa aspettavo con ansia e che ora mi intimorisce. Chiedo scusa a tutti voi che vi spaccate la schiena ogni giorno. Risorgerò dalle ceneri, lo farò.

Let her go (post abortito)

L’ultimo post è stato circa sei mesi fa e non è il mio. Adesso questo è il mio. Ed è adesso. Ho conosciuta una persona, a volte ne ho parlato qua. Siamo stati bene insieme, abbiamo litigato bene assieme.
Le nostre strade si stanno separando.
Ancora una volta dopo esserci lasciati al bivio che mi riporterà in Canada (sono in Italia, ma questo è un’altra storia) mi ricordo solo gli attimi di felicità, entusiasmo, euforia. Ce ne sono stati di altri, meno memorabili, ma quelli son già belli e dimenticati.

 

Scritto in Italia il 23 Agosto. Pubblicato il 9 settembre in Canada.

Chiedimi se sono felice

Non dovrei stare qui a perdere tempo, so già che mi prenderò una sgridata ma ho tante di quelle cose da fare che come al solito, alla fine, non concludo mai niente. Io non scrivo punto per punto, non dico che è tardi quando sono le 9 di mattina (e di domenica!), non passerei ogni minuto libero a capire e risolvere i problemi dell’informatica. No, io non sono tutto questo. E cosa allora?. “Tell me about yourself”. Domanda più facile non potrebbe esserci, mi sta ossessionando da giorni e ancora di più l’idea di doverlo spiegare in inglese. Ma dopo aver attraversato un oceano sola soletta secondo voi mi faccio mettere KO così?! L’avevo detto che mi sarei rimboccata le maniche (tanto non fa neanche freddo!). Tornando a noi, volete sapere com’è la vita canadese, victoriana, da una new entry? Uno spettacolo! Se non si cerca una vita mondana basterà stare ore a guardare il porto e tutto ciò che lo circonda per sentirsi a casa; la gente è sempre pronta a farti un sorriso e non c’è cosa più bella quando tutto accanto a te è straniero. Per quanto riguarda il lavoro ancora non sono entrata nel giro, come sapete qui è tutto diverso, bisogna presentare un resume, una cover letter, sperare in una interview e pregare di essere assunti … sono ancora al primo punto, il parlare inglese solo due ore al giorno non mi sta aiutando per niente. Che dire … sono felice? Si. Ma se questa è la felicità, perché me lo chiedo? Cos’è questo continuo senso di insoddisfazione che mi spinge ogni giorno a guardare più in là? È sbagliato desiderare sempre di più? Non dovrei dirti di mettere l’acqua nella tazza, di non smollicare sul divano, di non lasciare i tuoi peletti nel bagno, forse dovrei accontentarmi. Perché se il solo guardarti negli occhi mi rende felice allora si, io sono felice.

Il bruxismo e una nuova espressione: “be perspicapable”

Per chi cerca lavoro, per chi ci ha rinunciato e per chi lo cercherà. Un sputo di speranza. I miei fogli di quando cercavo lavoro come operatore ai succhi di frutta e di quando, il secondo foglio, ero sul punto di fare il test che poi mi ha permesso di essere assunto alla compagnia dei GPS.


 

Position: Food prep. Dish Washer (Human) 13:53 Ms Village Restaurant
Sono Seduto. Aspetto. Daniel sta arrivando, io sono entrato nel locale 10 min in anticipo, Joanna dice che si fa così.
Il posto è picolo
La cameriera ha la faccia esausta. Il locale La cucina è nel seminterrato, questo non mi piace. Il posto è molto vicino alla spiaggia, questo mi permetterebbe un interessante attività dopo lavoro.
E’ appena entrata una ragazza con un resume in mano. Daniele è pelato.

 


 

Position: Jugo Juice Server 10:25.
Lucero mi ha chiesto se sono pronto. Ho detto si. A cosa?
Sono già venuto qui, pensavo di aver risposto di già alle loro domande.
Mi hanno fatto leggere il menù. L’ultima volta, l’ho trovata una cosa sgradita. Non so che ci sto a fare qua oggi, se me lo volevano dare sto lavoro lo avrebbero già fatto.
Mah.

Al primo posto mi dissero che non ero qualificato abbastanza. Una laurea in ingegneria con esperienza pluriennale in cucina di Ristoranti e Pizzerie ITALIANE non è abbastanza per lavare piatti in un bar da 50 posti? E’ andato tutto per il mio meglio comunque.
Ai succhi di frutta poi invece mi hanno preso davvero. Bizarro.

 

Il secondo foglio (sulla sinistra) l’ho scritto prima che mi arrivasse il test per email, 3 domande tecniche della compagnia del gps. Sergio so di che sto parlando, lui è un bastardo. Vi dico solo che se adesso sarò zito, Sergio sta venendo a vivere con me e io sono ancora in Canada e io ho chiesto la residenza permanente e io non sono di nuovo alla 244, tutto dipendeva da quel test. Traduco:

11:45 22 Marzo
Sono terrorizzato. Tecnicamente si decide parte del mio futuro (del prossimo anno almeno). Meno tecnicamente si decide per bona parte se sarò assunto o meno. Se non dovesse andare bene avrò guadagnato una esperienza: saprò cosa aspettarmi nella prossima offerta di lavoro simile. 8 minuti alla ricezione dell’email. In queste situazioni penso a cosa le pe persone che hanno già avuto il lavoro hanno vissuto in questi momenti. Sono io strano e paranoico o è una cosa comune. 3 minuti. Finisco di scrivere adesso.


 

[Testo vagamente tradotto del test, si possono notare il punto 2 e 3]

20130127-212156.jpg
Gli originali

Per tutti quelli che sono in Canada e cercano lavoro: la perspicacia e l‘abilità pagano. Se avete delle carte che certificano le vostre skills troverete lavoro. Se non li avete otteneteli e poi troverete lavoro. Il dentista m’ha detto che potrei avere il bruxismo. E’ solo che sono abituato a stringere i denti. Potete farlo anche voi.
Per tutti quelli che sono in Italia. 1. Venite in Canada (o simile). 2. vedere punto precedente

In cerca di un titolo e mezzo post…. Post trovato!!! Ma il titolo??

4 Gennaio 2013

Ma da quant’è che non scrivo?? Non si comincia uno scritto con un “ma” quindi rettifico. Da quanto tempo non ti vedo caro vecchio foglio bianco! Non so voi, ma per un istante (diciamo anche finché non concludo),ogni volta che comincio a battere su questi tasti e dopo mezz’ora che vedo che il colore che predomina sulla pagina è ancora il bianco … mi viene l’ansia! (Ecco perché quattro di queste righe saranno totalmente inutili da leggere ma questo è un segreto, shhhhhh!!). Tornando a noi: siamo al 4 di Gennaio, la casa è stata affittata, i soldi messi da parte, una lista con tutti i possibili posti di lavoro è stata stilata … che altro?? Ah si! Il cuore va alla grande! Vi direte : “ovvio, altrimenti sarebbe a farsi delle analisi, o ricoverata in qualche clinica, mica a perdere tempo con queste cavolate” . Ebbene si, nessun problema cardiaco (tranne quando sei tu a farlo battere all’impazzata) ma vorrei soffermarmi  brevemente proprio su questo punto: avete una vaga idea di quanto ci sopportano gli uomini? Non dovrei ammetterlo, il codice d’onore che accomuna la categoria femminile me lo vieta, ma l’ingegnere sta facendo un ottimo lavoro! Quest’ultimo mese sembra non passare mai, da una parte meglio, i visti non sono ancora usciti … ma dall’altra … non faccio che contare le ore, i minuti, i secondi e anche i decimi va! Tra poco cambierò città (e non solo quella) e la paura avanza, mi perseguiterà fino alla scritta “WELCOME TO CANADA” poi mi rigirerò le maniche (non troppo che lì fa freddo) e comincerò a vivere la mia vita. Quante cose potrò raccontare! Di aver visto le balene, sorseggiato il tè nella dimora della regina, passeggiato in riva all’oceano (sottolineo: passeggiare!! Non fare il bagno!) e tante altre che per ora sono confuse nella mia testa insieme a colloqui di lavoro e corsi di inglese (potrei anche aggiungerci la frase: “No Pippapessa, non è la cosa migliore da fare”, ma la ometterò per non rovinarmi il sogno). Mamma mia che fame …  sono queste le indecisioni della vita: continuo a scrivere o vado a riempire la mia pancia che di questi tempi è stata farcita uso tacchino? …………. Riprenderò da dove ho lasciato, promesso!

23 Gennaio 2013

L’avevo promesso ma in questi giorni oltre al tempo materiale è mancata anche l’ ispirazione. Ispirazione di cosa vi chiederete, tanto questa scrive solo str…..!! E come darvi torto, io vorrei ma, come si fa a scrivere di se stessi? Come si riescono a mettere nero su bianco i tremila pensieri che ci portiamo dalla nascita? E le paure, le insicurezze, le gioie? Sono decisamente troppe (e per una che negli ultimi tempi si è chiusa in se stessa, ancora di più)! Quindi mettiamo un pò d’ordine cominciando da oggi.

Pensieri:

  • capire come far entrare un armadio in 23kg di valigia
  • salutare amici, parenti, luoghi, lasagne e arrosti che non si vedranno più
  • accettare l’idea che in Canada farà un freddo micidiale e che le magliettine altezza ombelico non serviranno a un ciufolo

Paure:

  • che il principe azzurro sia in realtà un rospo (anche se io, alla favola, c’ho sempre creduto) 
  • che non mi basterà un mese per imparare l’inglese (ancora non so pronunciare la parola imprenditore)
  • che sull’aereo, durante le interminabili 17 ore di volo, non ci siano gli schermi

Gioie:

  • diventerò padrona della mia vita
  • conoscerò persone che mi faranno felice
  • (forse) riuscirò a fare un pupazzo di neve
  • imparerò a cucinare il tacchino
  • vedrò le balene
  • passeggerò in riva all’oceano
  • ti guarderò dormire
  • diventerò poliglotta

Grazie a tutti per la cortese attenzione

Distinti saluti,

       Pippapessa

 

Il vero motivo per cui sono venuto in Canada (no, scherzo!)

Se adesso andassi in banca e chiedessi di svuotare il mio conto avrai in mano più soldi di quanti ne siano mai passati fra le mie mani. Onestamente non lo so che c’avete voi ma io quasi giornalmente apro il mio conto su mint.com e sto ore a guardare tutto. I due tre investimenti, il conto di risparmio e quello che ha i soldi che vanno e vengono. Poi analizzo le statistiche, osservo i trend e semplicemente sto lì a guardare i numeri. Quando ho smesso di nuotare fra le monetine chiudo la cassaforte e torno a sognare. Tutto ditemi tranne che ho dei sogni di tutto rispetto. Del resto la prima pepita Zio Paperone l’ha trovate in Canada. Ora l’ho detto perché ho scelto il Canada, contenti?
Qualche giorno fa Sera ha detto che sono fottutamente fortunato, forse troppo. Non viene dal prete migliore ma accetto l’opinione. Non ho di che lamentarmi. Da non confondermi col “non ho di che desiderare”. Che adesso che mi hai fatto sentire l’odore me la voglio mangiare tutta. Senza neanche sapere più il motivo stringo le mandibole con una cattiveria che non mi fa più paura da tempo e ciò mi fa trovare sempre il perché quotidiani. E’ vero sono fortunato recentemente. E ho paura. Quando si cavalca l’onda, questa non può che infrangersi. E al pensarlo c’ho paura. Io non sono quello sulla tavola da Surf che si diverte, io sono sempre stato quello che annaspa e quasi si strappa la pelle nel tentativo di respirare quella boccata che potrebbe essere l’ultima. Scrivo questo per ricordarmi un paio di cose: l’ultima, che non ho rischiato di affogare per una cavalcata. Quali cavalcate e cavalcate, io voglio essere cavaliere. La seconda è che la cosiddetta provvidenza non esiste. Sai cosa esiste? Esiste quell’uomo sulla bicicletta. La mattina che fa freddo, e lui che sarei io con la bicicletta va a lavoro. E tra il suo cervello e il pc nel suo zainetto (e pure il pranzo nel tupperware) ci sono svariate decine di migliaia di dollari di valore. E considerate che tra il pranzo e il pc al massimo ci saranno un 1500$.

Mi scuso con coloro che vengono sul mio blog perché c’è scritto Canada. Effettivamente in Canada ci sono, ma da mesi ormai fatico a trovare l’iniziativa di scrivere. Questo stesso post sarebbe stato meglio non scriverlo. Ad ogni modo decine di cose cambieranno nelle prossime settimane, vedremo. E per coloro che sono davvero venuti qui per il Canada allego la foto del posto dove ho festeggiato il recente capodanno. Victoria, British Columbia, Canada. La mia nuova prossima nazione.

Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole...
“Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole…”

L’estasi dell’oro

Credo vi debba una spiegazione. Questo posto è di quelli informativi, se trascurate il video e qualcos’altro.

Ho applicato per il Provincial  Nominee Program. Il 5 Dicembre, dopo circa un mese e mezzo ricevo una telefonata in cui mi fanno delle domande sulla mia persona e soprattuto esprimono dei dubbi sulla mia precedente esperienza lavorativa. Che non esiste, essendomi laureato nel settembre 2011. Il 21 Dicembre, col mondo sull’orlo di una catastrofe immaginaria, ricevo la busta che contiene il responso. Approvato, sono stato ufficialmente nominato dalla provincia della Columbia Britannica. In Italia la nomina te la cerchi, in Sicilia fatti ‘a nomina e va cucchiti (una volta fattasi una nomina non bisogna più faticare), in Canada la nomina la si chiede alla provincia e a volte capita che te la danno. Ma cosa comporti l’essere stato nominato da una provincia? E cos’è una nomina? Se aveste cliccato sul link lo avreste saputo di già ma (siccome lo so che non volete fare un cazzo) ve lo sintetizzo. Il Canada è grande e i canadesi sono pochi. E così vogliono noi immigrati, noi che vogliamo fare i lavoro che loro non vogliono o che sappiamo fare lavori che loro non sanno fare. E io, essendo un ingegnere dei succhi di frutta, ricado nella seconda categoria. Trovatelo un altro ingegnere dei succhi di frutta come me, pff. Per lavorare in Canada ci sono tanti modi (Working Holiday Visa, un semplice Work Permit, Federal Skilled Visa,..). E taluni di questi modo hanno bisogno di un LMO (Labour Market Opinion) positivo. Qualcosa che li convinca che ricadete nelle due categorie di immigrati sopra citate. Adesso c’è da sapere che l’ente che rilascia l’LMO ha come mandato il proteggere i cittadini canadesi da noi immigrati. Troveranno una hell di scusa per non darvi LMO (la scusa che hanno dato a me era che il mio stipendio era inferiore alle mediana (non la media…) dello stipendio calcolato con le loro statistiche). Ma, MA se sei nominato da una provincia o un territorio non solo non hai bisogno di un LMO per ottenere ma ti daranno pure la residenza permanente (se rispetti ulteriori requisiti).

Quindi io, con la nomina della British Columbia rifaccio domanda per un permesso di lavoro (che vi ricordo mi è stato negato alla fine di Agosto) ma sto giro attacco degli adesivi su miei moduli che basilarmente dicono a quelli dell’LMO di infilarsi un acero su per il culo. Scusate l’uso improprio dell’acero, lo so lo so.

Costi? Frega a qualcuno? 550$ per richiedere la nomina (da che mondo e mondo ogni nomina ha un costo), 550$ per richiedere la residenza permanente, 150$ per richiedere un permesso temporaneo di lavoro (prima dell’approvazione della residenza permanente potrebbero passare dai 10 ai 18 mesi).
Come dimostrato nel video sopra per una volta dei soldi non me ne frega un fottuto acero (pare che quelli dell’LMO ne sappiano qualcosa a riguardo…) e se mi dicessero di farmi una nuotata in dicembre in Canad…ah l’ho già fatto.

Come al solito se avete domande mandatemi una mail, sparate un petardo, fate qualcosa insomma. Fate qualcosa, fate qualcosa.
(Nessun acero è stato danneggiato durante la scrittura di questo articolo)

Se volete vedere i miei piedi (?) dopo la passeggiata nell’oceano Pacifico cliccate qui (GORE);
Se state chiedendo dove trovare la mia mail, sta in alto in alto in alto…

La sinusoide (da non confondersi con la sinusite)

Riesco a sentire i tuoi battiti sulla tastiera, il respiro dentro al microfono , quasi percepisco i battiti del cuore attraverso la camicia, poi ti guardo negli occhi e ho paura. E’ bastato un attimo, un solo messaggio per riportarmi indietro con gli anni, anni di litigi e incomprensioni, di amore e di odio. Ricominciare a vivere … ne vale la pena? Se avessi una palla di cristallo avrei proprio svoltato … “imbocca la strada questa dritta di fronte a te, non quelle parallele, che poi sono senza uscita!” ma che pizza, io la palla di cristallo non ce l’ho, ho una testa, si, che però per queste cose non funziona neanche tanto bene (meno male che fin’ora non si è spaccata!). Perché esistono gli “altri?”, non potremmo semplicemente essere tutti come Raperonzolo che nonostante non sia mai uscita di casa le piomba il principe azzurro dentro la stanza?! Che gran botta di culo che ha! E invece no, io devo attraversare il Mondo, spendere ben 800 euro e andare fino in Canada. E se poi il mio principe azzurro si rivela, che ne so … un rospo? Va bene che la fiaba è al contrario ma la realtà non funziona proprio così.

Riesce a sentire i miei battiti sulla tastiera. Quella tastiera che adesso delimita il mio essere. 26 caratteri, centinaia per alcuni linguaggi. Combinazioni di questi caratteri generano infiniti numeri di parole diverse che tuttavia falliscono comunque a definire chi io sono, cosa sento, cosa provo. E quando una infinità di parole non riescono a esprimere una (1) emozione abbiamo un problema. L’altro giorno mia mamma mi ha scritto un messaggio su facebook: “Non importa quanto hai sofferto. Ti innamorerai di nuovo.”.
E’ verità. E’ realtà. Le fiabe non esistono e sebbene hai sofferto immensamente il prossimo ciclo è lì disposto ad aspettarti.
Ricominciare a vivere, ne vale la pena? E’ una domanda comprensibile, quel settembre sapevo che sarebbe successo eppur soffrivo. E mentre cercavo di rispondere a quella domanda ho risalito la cresta ed eccomi qua in cima al ciclo. Questa è la verità: per quanto sono andato in basso, per quanto spendessi del tempo a chiedermi se ricominciare a vivere avesse un senso, per quanto ho sbattuto qua e là come una di quelle palle pazze che amavo portarmi in giro…tutto questo è ciò che mi ha portato quassù alla cima di questo ciclo.
Ogni ciclo va su e poi va giù.

Il seno

Ma non siamo rane morte in questa piscina chiamata vita. Ogni volta che inizierò ad andare giù ci appoggeremo spalla a spalla e batteremo braccia e gambe per non ritornare al punto di partenza. Ed è così che la risalita sarà più breve, ed è così che il prossimo massimo locale sarà assoluto, è così che diventeremo unici.

Ho dimostrato debolezza ultimamente e non sono felice di ciò. Avrei potuto far meglio e non sarebbe stato neanche troppo difficile. E’ stato un piccolo fallimento che mi ha fatto e mi farà riflettere. Perché i piccoli fallimenti non si ripetano mai più, perché i grandi fallimenti siano mitigati.

E sto giro tocca a me essere Raperenzolo :D

FDC 10 – “Vabbè che ci sono le spine…ma 9€ cazzo?”

Battevo i pugni sul tavolo che con un pugno battevo un pugno e con l’altro mano tenevo il computer perché non cadesse. E io chiedevo perché io fossi caduto e a questo perché né questi né quegli altri avrebbero potuto rispondermi. Piangevo il calore dell’infermo nelle mie lacrime ed erano salate come il mare in tempesta.

Riempi la pilozza di acqua e poi presi della terra. Diventò un impasto di terra e acqua, era già una sorpresa. Poi ci infilai un dito e iniziai a dipingermi la faccia con quella crema naturale. Quando ritenni che era soddisfacente tornai in casa e mi feci vedere dalla mamma. Mi chiese che cosa avessi combinato. E io: guarda mà, come gli indiani.

Quando ero piccolo avevo un’altalena che se la oltrepassavi si viaggiava nel tempo (nel passato). E se la oltrepassavi nel senso opposto si viaggiava nel futuro. Il rischio era scordarsi da quale parte si era passati, così mettevo un ramoscello per ricordarlo.  Poi diventai grande e la macchina del tempo si ruppe.

La macchina del tempo

Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. 
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura”.

Mi piaceva questa ragazza. Nicol. Credo ci fosse una alla fine ma per me è sempre stata Nicol. Aveva una voce roca e i capelli corti ma a me piaceva e andava bene così. Le scrissi una scritta, MONOLITICA. Nicol ti amo. Poi migliorai con gli anagrammi, tendo a farlo. A migliorare. Decisi che se avessi avuto una figlia l’avrei chiamata Nicol. Poi decisi di chiarmarla Fabrizia, poi Giulia, poi fu Stefania, poi fu…Tendo a farlo, a perseverare.

Qualche anno fa ero ad un esame di Reti Logiche. Me ne andai prima della fine sbattendo una porta. E mi arrampicai su un albero, ci restai accovacciato finché ne avevo abbastanza. Poi scesi, presi un pezzo di ramo e me lo misi in tasca. E Giulia fin da allora si chiede perché lo tenevo in tasca.

Sul mio volto, sulla mia parte sinistra tra la mandibola e il collo ho una cicatrice d’acne. E’ un buco, un fottutusissimo buco dal diametro di un punta di stuzzicadente. Quando mi rado, la lametta non lo taglia: il pelo di barba dentro il buco resta salvo. Ma poi prendo una pinzetta e lo scippo. Anche se ho un buco d’acne lo deve sapere che sono io che decide chi resta attaccato al mio corpo e chi mi può cancellare dalla sua memoria.

Una volta ho finto di dormire mentre i miei genitori discutevano su come spendere undici milioni di lire. Mia mamma disse che era meglio comprare un divano che mangiarseli a cibo. Per circa 20 anni è stato il divano buono e quindi ci si sono potuti sedere solo gli ospiti. Del resto io mi sono convinto che è scomodo.

La mia prima memoria che ho di me che mi guardo allo specchio è me che mi dico mazza che sono brutto. Mi ma me a me e me. Meh!

Quando dico che sarò qualcuno lo dico davvero. Gli altri non lo sanno ma io ci credo veramente. E tristemente non c’è niente che mi può fermare. Sono nato povero e piangendo. Piangerò tutta la mia vita pure di morire ricco e piangendo. E se muoio giovane non potevano dire che avevo la volontà ma non mi impegnavo.

Un saluto alla signora Carmela che per una decina d’anni mi ha ingannato ogni mattina quando mi diceva che erano le 8 e facevo tardi a scuola. Erano sempre e dico sempre le 7:30.

Buon compleanno. E questo è l’unica volta che non parlerò di me. Ops…!

Buon compleanno.

I nuovi Paesi stranieri

Faccio un appello a una qualsiasi persona di sesso femminile, maschile o neutro, che abbia dagli 1 ai 133 anni (chissà che qualcuno non superi il guinness world record di 132), che sia bella, brutta, grassa o magra … purché abbia figli! Ma non sareste contenti se vostro figlio vi dicesse: “mamma, papà … ho deciso di partire perché l’Italia non mi piace. Lottare per la patria? Si ok, potrei farlo ma non sono ottimista, non voglio perdere altro tempo, mi sento sfruttato, SE mai lavorerò e SE mai guadagnerò il mio salario di 600 euro mensili mi costringerà a rimanere sotto il vostro tetto per i prossimi … anni da definire! Si potrebbe andare a Londra (di sicuro per strada sarei capace di incontrare la mia vicina di casa), in Germania (ho appena finito di imparare tre lingue, la quarta proprio non avrebbe posto nel mio cervello), in Svizzera, Spagna, Francia ma … NO! Non me ne frega niente di passare dalla padella alla brace! Non mi interessa conoscere altre persone che mi sorpassano dopo che ho fatto mezz’ora di fila al supermercato! Di guadagnare non 600 ma 650 euro al mese! Io voglio vivere cazzo e non sopravvivere! (Scusate ma il francesismo rende molto di più il mio stato d’animo attuale).  Insomma, se un figlio volesse andare dall’altra parte del mondo, non dovrebbe essere supportato dai propri genitori ? (E sto parlando solo da un punto di vista emotivo) non che per un loro puro egoismo di poterlo vedere una settimana si e l’altra pure gli propongono la Sicilia! (Lo sapevate che è entrata a far parte dei paesi extracomunitari?? Almeno … per i miei genitori è così!)