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‘U patinnosstru di li fimmini

Bene, questo è un post leggermente diverso dai soliti.
Quelli che s’aspettano dietro lo schermo una persona razionale e sensata sono pregati di passare al post successivo.
Non voglio deludervi.
Dicevo, questo è un post diverso: non sono semafori o catanesi o valigie sodomizzate i protagonisti. Stavolta è un post quasi normale. Vi racconto com’è nato. Quando sono tornato in paradiso ad inizio mese, ho preso un libro che m’avrebbe ricordato le mie origini anche al di qua dell’Italia.
“U ditturi Pruvulazzu”, il dottore “Polvere” letteralmente. E’ una raccolta di poemetti messi raccolti da un poeta popolare Giuseppe Bonafede (soprannominato Zù Rusà ) – chiaramontese – nel metà ‘900.
Diviso in temi, i primi racconti che ho letto sono stati quelli dedicati alle donne.
Fanno sorridere e riflettere, spesso avevo attirato lo sguardo della ragazza accanto a me, in autobus, per le mie risate in solitaria.
Tutto normale, m’avrà preso per pazzo.

Di seguito cito qualcosa di un racconto (in realtà vanno letti nella loro interezza ma sono piuttosto lunghi e copiare il dialetto siciliano non è uno scherzo). E’ vivamente sconsigliata la lettura ai non isolani.
Rischierebbero di sentirsi esclusi.
Spesso i racconti hanno come motivo principale il dialogo fra due tipi, tante cose vi son dette e in alcune mi trovo in disaccordo.
(http://www.geocities.com/vocabolariosicilianoitaliano/, provate se v’aiuta…in caso v’aiuto io)

Tuttavia, data la natura fortemente misogina del racconto ho pensato (bene ?) di riequilibrare il tutto, e così citerò anche una canzone di Gaber (di cui segnerò in grassetto le parti che secondo me sono da rileggere due volte. Avanti…tre volte).
Sembra che abbia detto tutto, se ho qualcos’altro da dire lo dirò.

Secondo me la donna
Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a diventare uguali.
In questa nostra epoca la civiltà si è data un gran da fare per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un graduale avvicinamento nel modo di comportarsi, di sentire, di pensare, insomma di vivere… Fino alla tanto sospirata ‘parità’…
Però, secondo me all’inizio di tutto c’è sempre una donna.
Secondo me la donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell’amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo… rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c’è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c’è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che dice di una donna “quella lì la dà via” meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che dice ad un uomo con cui sta facendo l’amore “Come con te con nessuno” andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine “sfigata”.
Secondo me gli uomini si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne del potere sulle persone. Ma questa è seria…
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi… forse una proiezione, un sogno, un’immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me una donna che si offre a un uomo sessualmente ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: ‘Eh già, lui si difende… ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente… oppure si sente bloccato dall’eccessiva eccitazione…’ Il fatto che lei possa non piacere è un’ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l’angelo ingannatore. L’ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L’ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L’ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L’ha detto un mio amico ginecologo.
Si, si secondo me la donna e l’uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti e contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perchè proprio da questo incontro/scontro tra un uomo ed una donna che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni. L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti e due pensieri differenti Non c’è futuro

Secondo me la donna
di Gaber – Luporini

Bene adesso cito il mio bel libro terroncello:

Zio Rosario:
…levativilla rò pinsieri,
cà un c’è armali cciù ddannusu ra muggeri
Mariano:
Ma sintiti nù mmumientu
si tutti avissiru ssu sintimientu
e nessunu si maritassi
tuttu u munnu un si briassi?…

Zio Rosario:
…binirittu l’uomo schiettu
sempri à cinu lu vurziettu..
Fimmini parrini e sbizziali
sempri arrassu ci ata a stari!

Zio Rosario:
…porta l’uomo suttaterra
marditta cu la ferra!…
Ca si a fimmina avissi a cura
fussi u diavilu in fiura
sulamenti divi pinzari
ca quannu u diavilu a vitti nura
tantu u cacazzu ca piggiau
ca sutta o liettu si ‘mpurtusau
ca lu stissu Salumuni
si l’aggiuttierru comu un passuluni.

Zio Rosario:
…si tu quetu vuoi campari
nun ti divi maritari
e si fai ss’appuzzunata
ti la cianci la picata.

‘U patinnosstru rò Zù Rusà

Pattrinnostru ca stati ni li celi
la fimmina è cciu amara di lu feli;
Santificatu sia lu Vostru Nomu.
La fimmina a lu ‘nfiernu porta l’uomo,
Vegna a n’autri lu Vostru Regnu
La fimmina fa veniri lu sdegnu
Sia fatta la vostra santa vuluntà;
Ni la donna un c’è mai na virità;
Comu ni lu cielu accussi ‘nterra
Unni fimmini c’è, c’è sempri guerra;
Ratini lu pani cutiddianu
Di li donni tiniemini luntanu,
E pirdunati li nuostri piccati
Li donni tutti finti li truvati
Comu nui pirdunamu a li nnimici
Pi la donna si casca ni la pici;
Cascàri un ci faciti in tentazzioni
La donna è trarimientu e finzioni
Ma libbirati a n’autri d’ogni mali
La fimmina è nu ‘ncifiru ‘nfirnali,
Accussi ssia, Signuri, accusi ssia,
La donna a casa i diavilu trascinìa.


“Ma è rossooooo…”

ATTENZIONE: Mi sono accorto che ho scritto troppo, ma vi giuro che dalla mia testa mi avevano assicurato che non sarebbe successo mai più. Vi prego di scusarli, fate i turni, e tentate di arrivare alla fine. Oppure mangiatevi na fette di pane e Nutella!

è chiaro: c’ho fame. Devo ingannare in qualche modo il mio stomaco…chessò io sto provando a cercare su google qualcosa che non mi faccia pensare al pollo alla birra della mamma o a delle fette gigaaanti di salame inglese, uhm..sto pure sentendo qualche canzone demenziale, e sto leggendo sul giornale.it. Niente c’ho fame, non passa “e allora scrivo”…è giusto!

In realtà il miglior modo sarebbe prendere il pane – che a chiamarlo così bisogna essere impavidi – e seppellirlo con della mia nutella, che in realtà si chiama bonnut che costa meno e da lo stesso effetto stupefacente. Ma tutto ciò non è raggiungibile dal mio braccio, qui seduto sul mio letto. ed è chiaro che muovendosi si compie un lavoro..io sto studiando ancora la dinamica, quindi non posso azzardarmi a fare cose di mia in-competenza. però è chiaro che c’ho fame, tralasciando le balle del lavoro e dell’energia dell’universo che si conserva (quindi qualcuno dall’altra parte del mondo in questo momento sta mangiando la mia bonnut grrrr!!).
che mondo sarebbe senza bonnut ? e che vita sarebbe senza…uhm..vabbò..senza gli amici ? :D

Io odio avere torto quando voglio avere ragione, questo un pò tutti credo. Il problema rilevante che non hanno “un pò tutti”, è che io sto – tecnicamente – sempre nel torto. E voglio avere sempre ragione. Tranne quando Gino rompe il cazzo, o quando i controllori dell’atm mi dicono che devo dargli 35€ solo perchè non avevo mai notato che da qualche parte ci sta scritto che “si sale solo con un documento di viaggio valido”. O quando passo sulle striscie quando non si può passare perchè un omino davanti a me, pure abbastanza brutto, è colorato di rosso!
In fondo si tratta di convenzioni no ? Quando sali su un coso che fa rumore e che ti porta dove vuoi devi avere un biglietto figo da mostrare a gente cattiva che vuole sentirsi figa nel dirti che devi dargli 35€ perchè è così, che loro sono i capi e tu sei una vittima dell’universo (..io ancora penso al cinese che si sta fottendo la mia bonnut!).
O che quando è rosso si deve stare sull’attenti, e che quando è verde posso pure rotolarmi, saltare, giocare a campanello sulle strisce pedonali…

Cronaca di un attraversamento pedonale milanese

  • Stai attento ai colori e prega Dio (lei non sa chi sono io!!) di non essere daltonico!
  • Puoi deridere gli autisti dei tram, i motociclisti e i piloti di qualsiasi mezzo mentre hai il verde: quella è gente milanese e non si azzarderà mai a tirare il freno a mano (che poi è stato abolito dalle automobili milanesi, manco a pagarla una salita!), scendere e oltrepassare la linea tratteggiata fintanto che avrà il rosso!
  • Giallo. vuol dire che devi correre il più veloce possibile verso qualcosa che non sia a strisce, prova a mettere in salvo te e “poi aiutate coloro che vi camminano vicino”: potrete anche tentare il salto che mette in salvo la vostra donna con l’urlo scenografico che fa sempre un pò figo “noooooo!!” e poi capriola e scrollatevi la polvere della spalla e aspettate i flash dei giornalisti! Il concetto è…giallo è il colore delle pupille di tutti coloro che stanno aspettando che il loro rosso diventi verde, e che finalmente possono legittimamente sfogare la loro rabbia tentando di schiacciare qualcuno, che tanto hanno il verde loro muahahahah.
  • Veniamo al rosso…il rosso è particolare. Bisogna posiziona i piedini proprio dietro la linea da non oltrepassare. Bisogna controllare la respirazione e cercare di equilibrare il karma. Non bisogna MAI azzardare un passo verso la striscia, pena la scomunica dalla Santa Lega Unita! Bisogna però essere pronti all’azione.

Li vedo ogni mattina, dappertutto. I semafori qui servono per tenare a bada la gente, è una sorta di oppio popolare. Stanno lì tutti in fila per 2 con la mano sulla spalla, con l’apri fila e il chiudi fila. Sembra quasi che aspettano il “aivostriposti-pronti-partenza-via-buum!”, li vedi..sono tesi, sudano. Gli uomini in giacca, cravatta e 24ore si piegano nella classica posizione del centometrista, non possono perdere tempo. Dicono che Usain Bolt s’è allenato per battere il record mondiale nei 100mt fra i semafori milanesi. Anche i vecchi hanno fretta…si i vecchi.

Digressione Campanilista:
I vecchi. Quelli siciliani salgano sul primo autobus che vedono, che sono rari ( quindi non bisogna perdere l’opportunità di avere un giro gratis per il mondo…il loro paese di solito, in cui sono nati-cresciuti-morti).
I vecchi siciliani viaggiano gratis ed è per questo che dopo tanti anni di duro lavoro ora si meritano rispetto (che vuol dire che loro sono, di diritto, i padroni degli autobus).
I vecchi siciliani, salgano alle 8 e scendono alle 20 dallo stesso autobus: ma solo perchè è l’ultima corsa.
I vecchi siciliani non hanno un cazzo da fare, non lo avevano manco da giovani..ma ora sono vecchi: ed è giusto (finalmente) !
I vecchi siciliani si lamentano sempre: alla posta per colpa dello sportello che dovrebbe essere aperto ma è chiuso da anni, sull’autobus…che è in ritardo di qualche minuto ma in realtà loro non vogliono fare un cazzo, non devono andare da nessuna parte. Ma è risaputo che l’AST ritarda e quindi è un buon motivo per lamentarsi.
I vecchi siciliani si incontrano alla fermata puntuali per non perdere l’autobus che gli permette di annoiare i giovani con le loro storie inventate, che gli permette di pretendere il posto a sedere, che gli permette di guardare una donna che non sia l’infermiera o la badante o la nuora o la moglie: puah!
Fine digressione.

Il vecchio milanese è diverso: lui non si lamenta, non si annoia. Lui fa. produce. Cosa non lo sa neanche lui, ma tu lo vedi lì che sbraita anche lui per essere scattante al verde. Il vecchio milanese ha gli addominali scolpiti e 50bpm a riposo. Il vecchio siciliano c”ha la panza e va in giro col bastone e con la maschera d’ossigeno (“St’autobussi sù truoppi luonchi, truoppu auti, truoppu faticosi inzomma”).
Non bisogna sprecare qualche secondo di quel semaforo, quel verde. E non è giusto passare col rosso.

Io sono siciliano, Sergio è siciliano, la maggior parte del mondo è siciliana solo che non lo sa. E noi mica glielo diciamo…meno si è più si mangia!
Io devo essere nel torto e pretendere d’aver ragione: devo passare col rosso!
Che poi diciamolo…c’è il rosso ok, cerco di passare in mezzo alle file ordinate dei milanesi, e mi ritrovo primo..mi guardo a destra e a sinistra e non c’è nessuno, niente macchine: ma è rosso io non dovrei oltrepassare la linea tratteggiata. Ma io sono siciliano. e posso dove altri non possono.
Allora tento un attraversamento, col cuore che ride per il rancore di tutti quei milanesi che mi guardano e rosicano: arriverò prima di loro alla fermata del metro ahahahaha!!
Ma non ho calcolato l’imprevisto: a circa 800mt un’auto svolta l’angolo, vede che ha il verde, vede me..ritiene di avere il diritto di passare lei, io non devo oltrepassare quella strada da vivo, STO PASSANDO CON IL ROSSO!
I vecchi milanesi, già li sento, urlano: “Schiaccia schiaccia sangue sangue unsolo grido unsolo allarme l’africano in fiamme l’africano in fiamme spalmalo spalmaloooo” e gli altri, quelli con la giacca e cravatta, sono lì che fanno: “oooooooh” stile stadio di calcio prima del tiro del rigore decisivo.
L’autista di quel mezzo guarda la sua velocità sul tachimetro, calcola il tempo che impiegherò per attraversare e decide l’accelerazione da imporre al suo veicolo per soddisfare il suo diritto.
Lo vedo, accelera e accelera e già da lontano inizia a suonare il clacson..accelera sempre più, vedo il rosso del semaforo che si rispecchia nelle sue pupille, lui vuole passare, lui deve passare.

oooooh, schiaccia schiacciaaaaa.
Ma un siciliano non può morire, non per colpa di un milanese fustrato. E così volta per volta mi salvo, e sono alquanto felice, volta per volta, di far incazzare un milanese.
Per tutto il resto c’è Mastercard!

Post Scriptum: tutto ciò è tratto da una storia vera, qualche giorno fa..da Via Bonardi a Parco Leonardo: attraversamento pedonale. Io e Sergio.
Tentiamo di oltrepassare i nostri limiti (il rosso), un motociclista “avente diritto” mi vede e vuole spaventarmi/uccidermi: si avvicina a me a gran velocità, annuso il suo dopobarba, gli mostro il mio dito medio.
Riusciamo ad attraversare, siamo siciliani.
Dall’altro lato della strada si sente il pianto dei milanesi, uno ha la forza di urlare in lacrime:
Ma è rossooooo…
Sergio risponderà: “…e CHE CI FA ahahahahahaha, ihihihihi, uhuhuhu

Post Scriptum bis: La fame è andata via, svanita. Ho violato il principio di conservazione d’energia!

Ci s’avissa nnasciri!



Clicca su mostra per il testo ( e la traduzione per gli sfortunati )

Duminica jurnata di sciroccu
fora nan si pò stari
pi ffari un pocu ‘i friscu
mettu ‘a finestra a vanedduzza
e mi vaju a ripusari

Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so putenza strogghi ‘u mo pinzeri
Ah! Ah! ‘U cori vola s’all’umbra pigghi forma e ti prisenti
nan pozzu ripusari.

‘U suli ora trasi dintr’o mari
e fannu l’amuri
‘un c’è cosa cchiù granni
tu si la vera surgenti
chi sazia i sentimenti

Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi turmenta
Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
‘ndo mo’ jardineddu mi piaci stari sula.

Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi tormenta
Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
‘ndo mo jardineddu mi piaci stari sulu
mi piaci stari sula.

***

Domenica giornata di scirocco
fuori non si può stare
per fare un po’ di fresco
socchiudo la finestra
e mi vado a riposare.

La stessa aria con la sua potenza scioglie i miei pensieri
un cuore vola se all’ombra prendi forma e ti presenti
non posso riposare.

Il sole ora entra dentro il mare e fanno l’amore
non c’è cosa più grande
tu sei la vera sorgente
che sazia i sentimenti.

La stessa aria col suo calore cresce e mi tormenta
il cuore vola sentendo schizzi d’acqua di fontana
nel mio giardinetto mi piace stare solo
mi piace stare sola.

Trad. di Rina Accardo

M’hanno stuprato la mia povera e bella valigia blu

e allora..mizza oh..porca puttana.

ecco l’inizio non è promettente, cioè..anche sta volta m’ero imposto di essere chiaro, lucido e determinato. ma vabbò..ormai che son partito non posso che continuare per questa strada.
Allora, dicevo..sono partito. oh na perfezione mai vista prima: tutto secondo i piani.
Due ore di anticipo non me la chiamate perfezione ?
Per mezz’ora ho cercato una presa della tensione (si beh, quella che noi chiamiamo presa della corrente dovrebbe chiamarsi presa della tensione, o generatore controllato in tensione), ma a linate hanno pensato bene di nasconderle tutte. Ma sottovalutavano me, dico..non uno qualsiasi, me! bè dai uno qualsiasi..
Ho girato tutto l’aeroporto: ci sono tre prese disponibili

  1. di fronte la stazione di polizia aeroportuale, ma vi consiglio vivamente di non sistemarvi lì al pc a vedere un film scaricato da emule e rippato da silent..
  2. in un bagno, credo sia quello dedicato ai portatori d’handicap. se siete disposti a stravaccarvi a terra in un posto dove solitamente a terra c’è ben altro, beh quella presa fa per voi.
  3. locale macchina di un ascensore. questo è il posto migliore. i dipendenti dell’aeroporto vanno a fumarci, e dovrebbe essere vietato fumare all’interno di un aeroporto. così come allacciarsi all’impianto elettrico dell’aeroporto per eccitarsi giocando a need for speed. diciamo che un occhio può essere chiuso da entrambi, e così loro fumavano e io giocavo. in piena armonia dei sensi.

Beh, dopo questi gentile concessioni (che verranno presto rese disponibili nelle migliori librerie di Milano, Come inventare/costruire/trovare una nerd-presa , Edizione “Aiuto Aiuto al ladro al ladro” ), continuo la storiella…
Arrivo al mio gate, che poi sarebbe il posto più bello di Milano..risuona quasi profetico: di qua ci sta Milano, di là ci sta il gate, l’uscita da Milano!
..arrivo con mezz’ora di anticipo, e trovo una fila da stadio, o da fiera del paese. Centinaia di catanesi, e siciliani, che si spingono perché vogliono essere i primi a salire su quel cazzo di coso che ti riporta in paradiso.

{Questa la situazione, in marrone evidenzierò la situazione al gate 15 – Ritorno a Catania, in blu sarà descritto il volo per Parigi – Gate 16
}

GATE 15, 19:45 c.a. – Inizio procedure d’imbarco 20:15. “cammmeeeeela, vieni fozza cà è auraaa” si sente urlare da una sudaticcia signora piuttosto in carne. “Giorgio, o papà…gioggiu…GIOGGIUUUUUU vieni cà stamu tunnannu a casa, tu quannu ti parru mà scutari cassennò a casa ni faciemu i cunti”, dici il padre di giorgio, ignota vittima dell’educazione siciliana.
Tutti e dico tutti i 150 passeggeri c.a. che devono tornare a Catania sono lì a pressare, in una coda inesistente, urlanti, incazzati coi figli ma dentro, nell’anima entusiasti di trovarsi vicino al gate che assomiglia a una porta di teletrasporto: Dall’inferno al paradiso in un’ora e mezza.

Al gate 15 c’è già la fila, ‘nnaggia..lo sapevo..dovevo presentarmi un’ora prima..

GATE 15, 19:46 c.a. -Inizio procedure d’imbarco 20:00. Destinazione Parigi.
Tutti seduti. Un tipo con la cravatta legge un giornale. un bambino sta composto, eretto sulla schiena. due tipi evidentemente di origini sicule si alzano e con molta discrezione si avvicinano al bancone: in rigorosa fila indiana e mantenendo la legittima distanza di sicurezza espressa in cm e in foot. 24 ore nella mano destra, giacca nell’avambraccio sinistro. A un tipo cade un foglio misterioso dal giornale, quello accanto glielo raccoglie e lo porge gentilmente accennando un sorriso.


Guardo quei francesi, quanto sono bravi..ma intanto ho perso circa due minuti…e si sa, due minuti quando ti ritrovi davanti la gente in “fila” è tantissimo. Devo decidermi…ok fatto! Mi butto a capofitto, devo onorare il mio sangue, e così inizio a spingere e a sgomitare tentando di far apparire reali i miei tanto ipocriti “mi scusi”. Alla fine mi sono pure guadagnato un’ottima posizione, diciamo non la pole ma parto dalla seconda fila. Sono nervoso, devo concentrarmi. Appena arriva il tipo che vuole vedere se ho pagato il biglietto devo scattare, essere fulmineo..controllare la trazione evitando di far slittare le ruote della valigia perdendo tempo prezioso. Spero che almeno ‘sta volta non mi chiedano la taglia dei miei calzoni ( è una 44, l’ho scoperto comprando un paio di pinocchietto a un mercato rionale ).

Dopo due ore sono a Catania, annuso l’aria..sisi non m’han riportato a linate: sono finalmente tornato nella volta celeste.
Corro (beh se correvo a milano, in sicilia devo correre ancora più veloce: qui tutti giochiamo in casa), riesco a guadagnare qualche posizione indovinando il lato dell’autobus corretto, e così arrivo al nastro che fa girare le valigie fra i primi.
Riesci a capire che sei a Catania, perché agli Arrivi vedi già centinaia di persone arrampicate sulle scale. tutte le persone in quella folla di parenti ansiosi ha un solo obiettivo: urlare per primi ai restanti parenti


” u vitti u vitti maria chi fattu beddi, è canciatu, e sempri u stissu maria che beddu maria che siccu maria chì fattu ranni”
Farebbero di tutto per dirlo per primi, e così vedi in gente in precario equilibrio e nonne che piangono. si perchè non ci sono solo i genitori, ma anche le nonne e gli zii. e la fidanzata e i parenti tutti della fidanzata che mischiniedda sarà l’ultima a poter baciare il suo uomo. Le nonne hanno la precedenza, si sa (bah).
Il nastro si avvia, ognuno prende la sua valigia e si avvia all’ultimo supplizio prima di varcare le porte del paradiso su cui non c’è mica scritto che “cù trasi nunni nesci ciui” (difatti fra na settimana dovrò tornare dal buon lucifero). Aspetto, penso…ma unni cazzu finiu a valigia mia ? Mi domando quante persone erano su quel volo, e quale sia la probabilità che proprio la mia valigia bella e blu si sia persa/smarrita/rubata/trafugata/stuprata. la mia povera bella valigia blu.
Per farla breve me l’hanno persa. oggi l’ho riconquistata dopo un paio di crociate contro il servizio Lost&Found catanese.

Si sa..in paradiso c’è un bel clima, una vista stupenda: ma è sempre festa. e quando è festa non si lavora.

Afanculu Piola

Previsione per oggi.

  • Partenza da Studentato: fra 5 minuti.
  • Arrivo alla fermata del 90/91: fra 6 minuti.
  • Scambio con la 73 direzione linate: 16 minuti e una manciata di secondi.
  • Arrivo a Linate: 25/30 minuti c.a. (variabile pilotata dalla noia dell’autista del 73)…

previste a questo punto lunghe ore d’attesa, le più lunghe da 2 mesi ad oggi (omettendo le eccezioni necessarie)

  • Partenza aereo: 3h e 15minuti c.a. (variabile pilotata dalla noia dell’autista dell’airbus della windjet)
  • Arrivo a Catania: …uhm..facciamo le 22 ?
  • Arrivo sull’uscio di casa mia: sempre trooooppo tardi..ma beh “arrivai..cù cazzu si ni futti ciui”

Previsti lunghi interventi scritti nelle lunghe ore in assenza della “ragnatela” (web, ndr ) che verranno aggiunti solo quando la noia dell’autista della mia vita sia minore dell’interesse che spende nell’aggiornare questo spazio.

Caricamento stato emotivo felice ed eccitato: fatto!
Caricamento stato emotivo campanilista: fatto!
Caricamento desiderio di sole e mare e granita e caldo e goduria: fatto!
Caricamento desiderio di permanenza in loco siculo: ah era già fatto questo ?dici che è sempre attiva questa voce…boh!
Caricamento “portati l’occhiali che poi Sergio non può farti il favore che parte anche lui oggi, ricchione! (sergio)” fatto!
Caricamento Valigia…quasi fatto!
Caricamento “monta la testa sul collo in senso antiorario previa lubrificazione degli ingranacci” Fallito!!!

ops..cazzo..mi sa che dovrò riavviare..