Archivi tag: post triste

Arrivederci piccola mia…

io canto quando posso e come posso
quando ne ho voglia, senza applausi o fischi
vendere o no ‘non passa’ fra i miei rischi,
non comprate i miei dischi
e sputatemi addosso.

Secondo voi, ma a me cosa mi frega
di assumermi la bega di star quassù a cantare
godo molto di più nell’ubriacarmi,
oppure a masturbarmi, o al limite a scopare
se son d’umore nero allora scrivo
frugando dentro alle nostre miserie,
di solito ho da fare cose più serie,
costruir su macerie, o mantenermi vivo.

Ho finito di chiedermi del perchè ero felice, alla prossima volta piccola e dolce spensieratezza…

M’hanno stuprato la mia povera e bella valigia blu

e allora..mizza oh..porca puttana.

ecco l’inizio non è promettente, cioè..anche sta volta m’ero imposto di essere chiaro, lucido e determinato. ma vabbò..ormai che son partito non posso che continuare per questa strada.
Allora, dicevo..sono partito. oh na perfezione mai vista prima: tutto secondo i piani.
Due ore di anticipo non me la chiamate perfezione ?
Per mezz’ora ho cercato una presa della tensione (si beh, quella che noi chiamiamo presa della corrente dovrebbe chiamarsi presa della tensione, o generatore controllato in tensione), ma a linate hanno pensato bene di nasconderle tutte. Ma sottovalutavano me, dico..non uno qualsiasi, me! bè dai uno qualsiasi..
Ho girato tutto l’aeroporto: ci sono tre prese disponibili

  1. di fronte la stazione di polizia aeroportuale, ma vi consiglio vivamente di non sistemarvi lì al pc a vedere un film scaricato da emule e rippato da silent..
  2. in un bagno, credo sia quello dedicato ai portatori d’handicap. se siete disposti a stravaccarvi a terra in un posto dove solitamente a terra c’è ben altro, beh quella presa fa per voi.
  3. locale macchina di un ascensore. questo è il posto migliore. i dipendenti dell’aeroporto vanno a fumarci, e dovrebbe essere vietato fumare all’interno di un aeroporto. così come allacciarsi all’impianto elettrico dell’aeroporto per eccitarsi giocando a need for speed. diciamo che un occhio può essere chiuso da entrambi, e così loro fumavano e io giocavo. in piena armonia dei sensi.

Beh, dopo questi gentile concessioni (che verranno presto rese disponibili nelle migliori librerie di Milano, Come inventare/costruire/trovare una nerd-presa , Edizione “Aiuto Aiuto al ladro al ladro” ), continuo la storiella…
Arrivo al mio gate, che poi sarebbe il posto più bello di Milano..risuona quasi profetico: di qua ci sta Milano, di là ci sta il gate, l’uscita da Milano!
..arrivo con mezz’ora di anticipo, e trovo una fila da stadio, o da fiera del paese. Centinaia di catanesi, e siciliani, che si spingono perché vogliono essere i primi a salire su quel cazzo di coso che ti riporta in paradiso.

{Questa la situazione, in marrone evidenzierò la situazione al gate 15 – Ritorno a Catania, in blu sarà descritto il volo per Parigi – Gate 16
}

GATE 15, 19:45 c.a. – Inizio procedure d’imbarco 20:15. “cammmeeeeela, vieni fozza cà è auraaa” si sente urlare da una sudaticcia signora piuttosto in carne. “Giorgio, o papà…gioggiu…GIOGGIUUUUUU vieni cà stamu tunnannu a casa, tu quannu ti parru mà scutari cassennò a casa ni faciemu i cunti”, dici il padre di giorgio, ignota vittima dell’educazione siciliana.
Tutti e dico tutti i 150 passeggeri c.a. che devono tornare a Catania sono lì a pressare, in una coda inesistente, urlanti, incazzati coi figli ma dentro, nell’anima entusiasti di trovarsi vicino al gate che assomiglia a una porta di teletrasporto: Dall’inferno al paradiso in un’ora e mezza.

Al gate 15 c’è già la fila, ‘nnaggia..lo sapevo..dovevo presentarmi un’ora prima..

GATE 15, 19:46 c.a. -Inizio procedure d’imbarco 20:00. Destinazione Parigi.
Tutti seduti. Un tipo con la cravatta legge un giornale. un bambino sta composto, eretto sulla schiena. due tipi evidentemente di origini sicule si alzano e con molta discrezione si avvicinano al bancone: in rigorosa fila indiana e mantenendo la legittima distanza di sicurezza espressa in cm e in foot. 24 ore nella mano destra, giacca nell’avambraccio sinistro. A un tipo cade un foglio misterioso dal giornale, quello accanto glielo raccoglie e lo porge gentilmente accennando un sorriso.


Guardo quei francesi, quanto sono bravi..ma intanto ho perso circa due minuti…e si sa, due minuti quando ti ritrovi davanti la gente in “fila” è tantissimo. Devo decidermi…ok fatto! Mi butto a capofitto, devo onorare il mio sangue, e così inizio a spingere e a sgomitare tentando di far apparire reali i miei tanto ipocriti “mi scusi”. Alla fine mi sono pure guadagnato un’ottima posizione, diciamo non la pole ma parto dalla seconda fila. Sono nervoso, devo concentrarmi. Appena arriva il tipo che vuole vedere se ho pagato il biglietto devo scattare, essere fulmineo..controllare la trazione evitando di far slittare le ruote della valigia perdendo tempo prezioso. Spero che almeno ‘sta volta non mi chiedano la taglia dei miei calzoni ( è una 44, l’ho scoperto comprando un paio di pinocchietto a un mercato rionale ).

Dopo due ore sono a Catania, annuso l’aria..sisi non m’han riportato a linate: sono finalmente tornato nella volta celeste.
Corro (beh se correvo a milano, in sicilia devo correre ancora più veloce: qui tutti giochiamo in casa), riesco a guadagnare qualche posizione indovinando il lato dell’autobus corretto, e così arrivo al nastro che fa girare le valigie fra i primi.
Riesci a capire che sei a Catania, perché agli Arrivi vedi già centinaia di persone arrampicate sulle scale. tutte le persone in quella folla di parenti ansiosi ha un solo obiettivo: urlare per primi ai restanti parenti


” u vitti u vitti maria chi fattu beddi, è canciatu, e sempri u stissu maria che beddu maria che siccu maria chì fattu ranni”
Farebbero di tutto per dirlo per primi, e così vedi in gente in precario equilibrio e nonne che piangono. si perchè non ci sono solo i genitori, ma anche le nonne e gli zii. e la fidanzata e i parenti tutti della fidanzata che mischiniedda sarà l’ultima a poter baciare il suo uomo. Le nonne hanno la precedenza, si sa (bah).
Il nastro si avvia, ognuno prende la sua valigia e si avvia all’ultimo supplizio prima di varcare le porte del paradiso su cui non c’è mica scritto che “cù trasi nunni nesci ciui” (difatti fra na settimana dovrò tornare dal buon lucifero). Aspetto, penso…ma unni cazzu finiu a valigia mia ? Mi domando quante persone erano su quel volo, e quale sia la probabilità che proprio la mia valigia bella e blu si sia persa/smarrita/rubata/trafugata/stuprata. la mia povera bella valigia blu.
Per farla breve me l’hanno persa. oggi l’ho riconquistata dopo un paio di crociate contro il servizio Lost&Found catanese.

Si sa..in paradiso c’è un bel clima, una vista stupenda: ma è sempre festa. e quando è festa non si lavora.