Capacità di sintesi

Tornato a Milano, piove. Stamattina mi sono alzato tardi, ho mangiato ‘mpanatiddghi ancora nel letto, mi sono alzato alle 12. E’ uno degli ultimi giorni di ozio, dopo ricomincia la scalata. Ho ascoltato una canzone che dice che se veramente Dio esisti, se sei quello dei giorni tristi oppure quello degli inni alla gioia, fai che sia vita la nostra, una vita senza la noia.


Tecnicamente quindi la mia è la vita perfetta, una vita senza la noia. Beh non mi lamento, quantomeno ho sempre qualcosa a cui pensare. Che siano cose belle o no, forse non importa. E comunque importa, e come.

Fronte Canada: ho appena chiamato oltreoceano. Se per il biglietto è ormai tutto definito resta da scegliere la scuola, e i criteri di scelta si intrecciano fra l’economicità e la qualità, e districarsi lungo la burocrazia dei visti e dei permessi di studio all’estero. Ed è un intreccio ingarbugliatissimo, ho qualche mese per sbrogliarlo con la calma che non mi contraddistingue. Signore mio, dacci un parere per quando ci vogliono interrogare in tempo di pace e di sonno, che ci faccia star bene e per continuare in tempo di guerra magari a campare. Ho quasi pensato al titolo, ma non so se cambiare questo o farne il titolo di un nuovo blog: quello che inizierà a raccontare il Gioele post-Canada.

Infine oggi ho resistito abbastanza bene a due attacchi, ma il pensiero della telefonata che avrei dovuto fare m’ha un poco aiutato. Difatti adesso che la chiamata l’ho fatta mi sento un poco svuotato sicché inizierò a guardarmi puntate di How i met your mother. 

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