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Creep

It’s funny what happens in life. It’s funny and fun. It’d be unbelievable if my neurons weren’t there shouting “it’s real”. So it happened that I met again the woman of my life. They are all different people but equal in their being speculations of my mind. They do exist but many times they don’t know me. This last one acknowledged I am real, which is always nice. Not only I spoke to her but I also heard her laughs and saw her tears of which I am not accountable. Her punk haircut contrasts dramatically with the cuteness of her face, her being so outgoing scares me: she is a fucking mysterious being and that makes her interesting to me. That and the fact she is a smart blondie.
Those were my thoughts while leaving the place where she is supposed to work at, listening proudly Creep.
In an attempt to move to the next level of creepiness.

La presa d’aria, chi sei veramente?

I gotta think, I’ll let the words flow out of my mind. Drinking a beer, per la gioia della mamma. Questo post è mezzo in inglese e mezzo in italiano, lascio che le parole escono dalla testa così come sono. Non è un post smielato, non ancora. Forse lo diventerà ma non sono questo gli intenti iniziali. Sorso di birra dal boccale. Mamma dice che mi diventa la pancia grossa ma io tanto sto andando in palestra. Perché vado in palestra? Tralasciando le balle della salute che non è che me ne sia sbattuto tanto durante l’ultimo anno. Si l’ultimo anno. Un paio di chiodi e anche a volerlo non c’avrei cavato un ragno da un buco. To take a spider out of an hole.

Mi ricordo che quando mi rantolavo nella disperazione del vuoto che mi ero ritrovato mi domandavo come un ossesso: ma chi minchia me l’ha fatto fare, io non m’interesserò mai più a nessuna figliola. Datemi carrube, libri da studiare, bugs da debuggare. Di femmine non ne voglio più sapere. Poi finivo di pensare questo e mi mettevo a ridere: lo sapevo che erano parole dettate dal momento ma io giuro che lo provavo veramente: non avrai mai più guardato il culo di nessuna. Per dirla terra terra che tanto bevo la birra e l’alito già puzza. Quando il 4 settembre ci fu quella telefonata io rinunciai alla mia unica ora di sonno in 14 sotto un albero in agosto. Hai capito cazzo? 14 ore a guardare in alto, 14 ore rannicchiato con le mani fra le spine. Rinunciai a quell’ora, presi il decespugliatore e iniziai a distruggere rovi intorno agli alberi. Poi mi venne da cacare, mi misi vicino a un muro feci il mio e mi asciugai con le foglie di carrubbo. Come mi aveva insegnato papà quando ero piccolo.

Poi venni in Canada e ho passato un anno fra le nuvole. Leggero da poterle sorvolare senza fatica. Leggero che potevo respirarle.

Fino a un paio di settimane fa, che a quanto pare il mio cervello (si è finita la birra) e il mio cuore hanno fatto, ‘mpare deal!, tocca trovarsene un’altra. Tocca fare quello per cui sei nato, trovati una donna e amala finché puoi, fin quando lei ti ridurrà di nuovo a pezzettini. Ci saremo noi, cuore e cervello, a farti uscire le palle di nuovo a quel punto. A farti rinascere un’autostima, a farti credere che non sei la merda ma quello che la spala, a convincerti che sì, si possono avere giorni felice di nuovo.
No in realtà non è stato così. E’ stato che io mi scrivevo i miei post dementi, di quelli che dimostrano quanto sono schietto e me stesso (da qui la diversione di prima sulla cacca nel campo, non posso più nasconderlo: io sono fatto in questo modo e se non sono piaciuto consiglio un decespugliatore e un gigantesco campo…aiuta!). Scrivevo questi post, una serie di fortuiti eventi e bum!

BATAPUM

…cazzo sta succedendo. Sergio mi ha contattato una Tipa, non ci sto capendo un cazzo. Ha gli occhi verdi ed è figa. No che non è un trans. Cioè non lo so. Fatto sta che è da un bel po’ che ho ripreso il viaggio su quella cazzo di montagna russa che ha il nome di romA. O forse è da leggersi al contrario…E la cosa freak me out. Perché? Perché il suddetto Tipo s’è messo in una situazione ben più complessa di quella che può gestire. E pensate un po’ che non c’ho manco una minchia di decespugliatore a portata di mano (anche se le foglie d’acero, ora che ci penso, sono belle più larghe di quelle di carrubbo). C’è l’immigrazione di mezzo, la mia e la tua, un oceano e tutta quella cazzo di incertezza dovuta al fatto che sappiamo noi. Cioè whatsapp è una applicazione spettacolo, skype ancora di più, ma non so neanche se hai una voglia da qualche parte o che odore ti fanno gli ascelle dopo una giornata a spasso.

E nel frattempo io te lo dico: questa è la mia tattica. Perché su di me non mi posso fidare neanche io (ed è inutile che dico a Sergio tutti i giorni, no no tanto io ci vado piano che io non la voglio pigliare nel culo), io faccio in modo che tu non ti fidi di me. Ed è così che me ne esco con la puzza delle ascelle, la cacca nei campi e qualsiasi altro abominio che io possa suscitarti.
Che tattico che sono, che tattico! Dovevo fare lo stratega o l’ingegnere. O cazzo io sono un ingegnere!

Inizia a girarmi la testa, ci credo la birra l’ho bevuta in 3 sorsi.

I tell ya. I am screwed up, my mind is messed up, my family is fucking broken. E’ tutto un up, c’è qualcosa di diverso in me che non so controllare neanche io. Quando sono felice mi faccio mille domande di cui la prima è: ma sono sicuro che mi merito questa dose di felicità? Nel passato ogni volta che me la sono posta è andata a finire maluccio.

Adesso queste sono le clausole, le ho scritte da mezzo brillo ma me ne assumo le responsabilità. Leggile e capiscile, compito per casa. Prima che parte l’aereo pensace, dopo non mi fare dire uomo avvisato mezzo salvato (tutto intero diciamo, dato la statura in questione (ho fatto la battuta cattiva pure!)). Io provo a dare il meglio di me ogni fucking day che dio ha fatto ma talvolta I gotta be different. It’s who I am, available to improve, not willing to change.

Per chi non ha capito niente, non so che dirvi, non ho capito niente neanche io. Chiedete a Sergio, lui magari ha un consiglio anche per voi. Per la mamma, no, niente di serio. Lo sai com’è, uno si beve una birra e finisce in giro per il Canada a bucarsi ubriaco e con la pancia tutta grossa e gonfia (e i capelli gli diventano lisci e corti tutti di un colpo). No scherzo. L’unica cosa che c’ho bucata è il pigiama, mi serve un ritapunto sotto l’ascella che c’ho la presa d’aria.

La presa d’aria, chi sei veramente?

Very g(o)od!

Se questo dovesse essere davvero un mondo felice io vorrei dire che Dio esiste. Chi non ci crede storcerebbe un po’ il naso ma poi continuerebbe a vivere come prima. Gli altri, quelli che credono, sarebbero ancora più felici di non morire mai, di lottare contro istinti e tentazioni al fine di entrare nel regno di dio. Ma siccome questo mondo è un mondo misto di felicità e minchiate varie io mi sento di dire che di dio non ne so abbastanza per promettere la sua esistenza. Anzi se dovessi scegliere proprio io, io dio non lo vorrei (tranne se è come quello di Una settimana da Dio, il primo…il secondo a me non m’è piaciuto molto…).
Questo fatto di dio che sa tutto ma non fa niente, che fa tutto ma non ti dice niente, la sua onnipotenza e il nostro libero arbitrio, il suo vedo e non vedo…queste cose generano solo confusione in me. Più di quanta ne possa creare il pensiero che proveniamo tutti da scimmie scese dagli alberi per cercare del cibo.
In un mondo giusto i fedeli di dio non andrebbero in giro a dire che fare all’amore è peccato (Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede), che l’omosessualità è reato, che gli altri sono da convertire pena l’inferno, che un neonato non battezzato va all’inferno, che un dubbioso (o agnostico che si voglia dire) va all’inferno. Sto cazzo di inferno mi sembra proprio un bel posto, pieno di gente che si diverte, di gente che si pone dei dubbi, di bambini finalmente felici e ricco crogiolo di modi di vivere, opinioni differenti e razze diverse. Se non fosse che manca il caffè (tutti sanno che lo vendono solo in paradiso) sarebbe un posto divertente, con caldo secco (no afa – no zanzare) durante tutto l’anno.
Se dovessi immaginare le caratteristiche di dio lo penserei spiritoso. Con un gran senso dell’humour, che prende in giro Gesù, che lo schernisce dicendogli d’essere stato inutile. E il figlio che ha chiaramente preso dal padre, gli risponderebbe che è tutta colpa sua in fondo, è stato lui, il dio-padre, che c’ha fornito questo fantomatico libero arbitrio.
E tu lettore che leggi (questa è per duli che odia quando chi scrive si rivolge a chi legge), non ho nessuna voglia di banalizzare la tua religione (non questo in post almeno), non voglio apparire blasfemo (al più quanto la pubblicità del caffè) e non voglio urtare la sensibilità di nessuno. Se fosse così è colpa di Milano, delle sue zanzare e del tempo incerto.
Il problema di dio è centrale in ogni essere umano che non sia del tipo barche-sesso-manicure. Sono sempre stato…dubbioso a riguardo. Ma crescendo ho maturato una maggiore razionalità (per quanto riguarda la visione di dio, s’intende…) e adesso posso finalmente dire che secondo me..dio…non so se esiste.
So però che odio il bigottismo di certa gente. Che questa gente poi sia la stessa gente che promette di amare il prossimo ogni domenica – anche se lo dovesse fare solo con le parole – mi fa indiavolare ancora più. Quella gente che vede Satana dappertutto (Obama è il demonio, il preservativo è un oggetto del demonio, internet è un oggetto del demonio), questo tipo di gente io la odio. E rinuncerei a dichiararmi cattolico per timore d’essere paragonato a sti tipi. Altro che timore di dio.
Se dio esiste è un dio buono (e so che dopo il se ci va il cong. ma qua non ci stava…). Se dio avesse scritto davvero le tavole delle leggi le avrebbe scritte così (sono prese da qua):

  1. Io preferirei davvero che tu evitassi di comportarti come un asino bigotto “più-santo-di te” quando descrivi la mia spaghettosa bontà. Se qualcuno non crede in Me, pace, nessun problema! Dico davvero, non sono mica così vanitoso. E poi non stiamo parlando di loro, quindi non cambiare argomento!
  2. Io preferirei davvero che tu evitassi di usare la Mia esistenza come motivo per opprimere, sottomettere, punire, sventrare, e/o, lo sai, essere meschino con gli altri. Io non richiedo sacrifici, e la purezza è adatta all’acqua potabile, non alle persone.
  3. Io preferirei davvero che tu evitassi di giudicare le persone per come appaiono, o per come si vestono, o per come camminano, o, comunque, di giocare sporco, va bene? Ah, e ficcati questo nella tua testa dura: donna = persona. Uomo = persona. Tizio noioso = Tizio noioso. Nessuno è meglio di un altro, a meno che non stiamo parlando di moda e, mi spiace, ma ho dato questo dono alle donne e a qualche uomo che capisce la differenza fra magenta e fucsia.
  4. Io preferirei davvero che tu evitassi di assumere comportamenti che offendano te stesso, o il tuo partner consenziente, maggiorenne e mentalmente maturo. Per chiunque avesse qualcosa da obiettare, penso che l’espressione corretta sia “Andate a farvi f******”, a meno che tale espressione non sia ritenuta troppo offensiva. Nel qual caso possono spegnere la TV e andare a farsi una passeggiata, tanto per cambiare.
  5. Io preferirei davvero che tu evitassi di sfidare, a stomaco vuoto, le idee odiose, bigotte e misogine degli altri. Mangia, e solo dopo prenditela con gli s******.
  6. Io preferirei davvero che tu evitassi di erigere chiese/templi/moschee/santuari multimilionari in onore della mia spaghettosa bontà, perché tali soldi potrebbero essere meglio spesi per (fai la tua scelta):
  1. Sconfiggere la povertà
  2. Curare le malattie
  3. Vivere in pace, amare con passione, e ridurre il prezzo delle pay-Tv. Posso anche essere un essere onnisciente dai carboidrati complessi, ma apprezzo le cose semplici della vita. Dovrei saperlo, No? Io SONO il Creatore!
  1. Io preferirei davvero che tu evitassi di andare in giro raccontando alla gente che ti ho parlato. Non sei mica così importante. Finiscila! E poi ti ho detto di amare il tuo prossimo, mi capisci o no?
  2. Io preferirei davvero che tu evitassi di fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te se sei uno che apprezza, ehm, cose che fanno largo uso di pelle/lubrificanti/Las Vegas. Se anche l’altra persona le apprezza (purché si rispetti il quarto punto), allora dateci dentro, fatevi foto, e, per l’amor di Mike, indossate un preservativo! In tutta onestà, è un pezzo di gomma. Se non avessi voluto che fosse piacevole farlo, avrei aggiunto delle spine, o qualcos’altro.


Vorrei proprio vedere una foto di questo dio, vorrei proprio scambiarci quattro chiacchiere. E non più per ucciderlo mentre si distrae, ma per spiegargli dove ha sbagliato e dove non poteva fare di meglio (ci credo, è dio…). Che secondo me le donne le doveva fare un po’ più brutte, così è troppo facile che ci tagliamo quando ci offrono il coltello dalla parte meno propizia. E poi avrei lasciato i continenti tutti attaccati, come nel modellino di prova. Così la gente avrebbe abitato una terra rotonda e Bossi non ci scassava la minchia con sto federalismo. Una cippa lippa che poi riesce a distinguere il sud dal nord. Poi se dio non è ancora convinto potrei spiegargli che sarebbe stato più economico disegnare le cartine, planisferi e che pure la geografia sarebbe stata più semplice da imparare.

Infine farei una richiesta per dio, sempre se esiste. Che non s’offenda se lo scomodo per così poco, ma per me è una cosa veramente importante.
Potresti farmi arrivare una mail dall’ambasciata di roma con allegato il visto per il Canada?
Tuo(ovvio), leluccio!

Cronaca d’oggi

Oggi ho finalmente aggiustato Fanculor, il condizionatore. C’era un perno della ventola fuori asse, l’ho messa apposto e ho messo un po’ di olio con una cannuccia artigianale sugli ingranaggi. Adesso c’è fresco in stanza anche se Khadir ritiene ancora che la corrente che si viene a formare aprendo la finestra e la porta rinfresca di più.
Oggi Matti m’ha detto che ha passato le prove fisiche dell’aeronautica. 2 minuti e 30 secondi negli 800metri piani su pista, 13 secondi nei 100 metri. Il dato più significativo è che ha migliorato gli 800 metri della marina di ben 20 secondi. Avere qualcuno che corre più veloce di te è sempre uno stimolo a migliorarsi.
Oggi mi sono bruciato entrambi gli indici nel tentativo di riscaldarmi una focaccia genovese. Ho perso la sensibilità di quei due didi, ma tanto poi guarisco.
Oggi, dopo quasi un mese dalla spedizione, è arrivata a casa (in Sicilia) la lettera di accettazione dal Canada. Io l’ho avuta per email in pdf, ma adesso c’ho pure l’originale con qualche francobollo che mamma dice che son tanto fichi.
Oggi sto un po’ meglio. C’ho messo un attimo a guardare quella foto sul mare d’agosto. Ed è tre giorni che combatto per non annegarci con tutti i pensieri.
Oggi mi sono accorto che c’ho un brufolo dalla parte della guancia sinistra. Pff, niente rispetto all’acne di qualche annetto fa, quelli si ch’erano brufoli con le palle!
Oggi è stato un giorno tutto sommato normale, studio qualche pensiero al passato tanti pensieri al futuro e pochi attimi per non saper cosa fare. Bella sta vita. Di più stasera, che apprezzo la sensibilità dei miei polpastrelli.

Alba dove sei? + FDC – 9 [Aggiornato]

Quest’estate mi sono bruciato tutto il collo e ci passavo una cremina che secondo me non serviva a un cazzo. Però il collo mi faceva male e perciò c’avrei spalmato pure la pasta al forno.
Penso spesso a quest’estate anche se c’avrei dovuto pensare quando era ancora estate. La sera è il momento più critico: io non so dove trovo la forza per ignorare le urla del cellulare che mi dicono prendimi e scrivimi un sms.  Bello il main comunque. Robusto, una buona dimostrazione di OOP.
Il mondo è così pieno di puttane che se non fai il puttaniere stai disoccupato. Oppure fai architettura.
Aprile di un nuovo anno. Spunta la primavera, alcuni problemi rimangono altri si sono aggravati. Tendo a minimizzare quelli risolti, non sono neanche a metà del mio percorso: l’ottimismo non è ancora desiderato.
Il polimorfismo e la portabilità estrema sono degli ottimi esempi che celebrano l’importanza di java.
E alla fine sono diventato paranoico. Tocca indossare la corazza, tirare fuori le palle. Questo post piacerà a duli che ama l’ermetismo dei miei flussi di coscienza (coscienza con la i, senza è un errore da penna rossa. E sottolineato due volte). Ma le cose importanti adesso sono altre.
Stanotte ho avuto degli incubi. E’ giusto, devo magnare di meno la notte. Spero che faccio incazzare le persone che mi fanno incazzare nei sogni, ora duli puoi smetterla di dirmi falsità. Almeno nei sogni per favore.
A Sergio non funziona il polimorfismo, che sia un problema di upcasting? O forse è l’arryList che segfolta?
Fanculo fanculo fanculo, voglio ancora sudare in piscina. C’ho dei problemi di respirazione in acqua, stanco presto ma forza nelle braccia ce n’è da vendere. Gli effetti fin’ora sono: sono tornati un principio di quadratini, c’ho una fame pazzesca a qualsiasi ora del giorno, ho ripreso un po’ di confidenza con la fatica e soprattutto elimino un mucchio di tossine psicologiche in quell’acqua. Secondo me le propago agli altri, che me ne fotte a me. Oggi tornando [a Sergio funziona il polimorfismo proprio adesso: gli strumenti diventano chitarre da sole] da due-tre ore di programmazione non-stop andate piuttosto bene ho pensato che quando in un giorno di sole come questo, sei allegro, la gente al parco attorno a te è allegra, stai tornando a casa, sei pieno di salute,  ho pensato che mi mancava una cosa.
Ci vuole una nuova Alba per ricominciare.
Una curiosità. Ci sta qualcuno (secondo me è donna) che vive forse dalle parti di Rocca Priora o forse da Bologna. Insomma o nel Lazio o nell’Emilia-Romagna (quali delle tre?) che viene spesso spessissimo sul mio blog. Usa Mozilla Firefox e ha windows xp. Oggi è venuto verso le 19 e prima verso le 12-13. Chi è chi è chi è? Ti chiami Alba? o Alfredo? Ad ogni modo contattami qua: gas12n@yahoo.it
No perditempo, no ragni, no cavalli, no persone che non sanno cos’è u cantaranu.
Se siete un ragno possiamo fare un eccezione. Ma solo quelli non pelosi. Grazie.

[Aggiornamento: il personaggio misterioso è appena arrivato, 8 minuti fa. Se proprio dovesse avere dubbi. Anche i cavalli dai…ma solo entro oggi :D ]

La mia cognata

“Fissa la luce…che così poi ti vengono gli starnuti”
“Ahhh, io la sapevo sta tecnica… mi sa che non mi funziona più”
“E dai, forza…guardiamola insieme ‘sta luce”

Ho una nuova cognata, un pò vecchia e molto grandine: esattamente come me, ma io in fondo non sono che un ragazzotto.

“Facciamo una passeggiata…chessò, una passeggiata di un paio d’ore…si andiamo al duomo, ho voglia di passeggiare!”
“Fino a che ? al duomo ?”

Mia cognata dice che le mani in un uomo sono importanti, dice che sono paziente buono e caro, che Promod H&M, Accessorize sono “divertenti”: sì, in effetti qualche volta spara qualche minchiata.
Ma poi si riscatta presto: dice che le spiagge della Sicilia sono paradiso, che fra tutti gli umbri posso star tranquillo e le piace il grana padano, il pecorino e tutto il commestibile.
La mia cognata è piccola e sorridente. S’arrabbia se non fai la differenziata e poi mette le spazzole tra gli spazzolini, butta gli asciugamani nel cestino. Sa pure che forse la cocacola ci ucciderà tutti.
Ha visitato il mondo intero e non resta mai più di qualche mese nello stesso posto. E poi appunta un sms importante per paura che perda il cellulare. Ma poi perde il foglietto col codice appena scritto. E anche il cellulare.
La domenica esce con un mollettone bianco fra i lisci capelli neri e la camicia a righe: di ciò ne sono piacevolmente strabiliato.
Per poco non ha gli occhi verdi, per poco non ha i capelli ondulati.
La mia cognata dice che resterà zitella, ma non sa che sarà la prima fra le sorelle a indossare il più importante abito bianco. Ma quel giorno avrà le scarpe rosse e un velo con spiccate tonalità floreali.
La mia è una cognata ribelle, ha un capo come amico e chiama il suo lavoro prigione.
Non ha le gambe lunghe, ma le sa far girare tanto veloci. Fa lunghe e veloci passeggiate, e poi la mattina non ha le forze per alzarsi dal letto. Ma dopo sei ore di treno è ancora in giro per negozi, per divertimento, per farsi i piedi.

Ah tichè, però vedi un pò eh ?

P.S. Avevi ragione, era Acqua di Giò. Ma è un falso d’autore. :)

Il sentiero provvisorio

Per scrivere ho bisogno che si attivi il tornado di emozioni che al mondo di tanto in tanto piace offrirmi. Ed è così adesso, che ho questa voglia di stringere a me la persona che più riesce a regalarmi emozioni. E il mondo non si sogna neanche di riuscirci allo stesso modo, con la stessa intensità.
Non lo nascondo, sto da solo in stanza con le luci spente e la musica lenta: insomma non è un bel momento. Le emozioni non sono meravigliose perchè ti rendono felice: lo sono perchè ti fanno impazzire di gioia quando non credevi di poterne provare così tanta. E perchè in un sabato tendenzialmente normale mi accompagnano per mano qua, a scrivere con l’umore che si scava la fossa.
Non posso nasconderlo più di tanto: essere stato consolato decine di volte non t’insegna a consolare, essere stato in errore qualche volta non ti esimerà di sbagliare ancora. Sbagliare in modi sempre diversi, che la noia non è affatto di questa vita.
Mi manchi, il resto adesso scorre lieve su di me. E lo so che ti manco. Per adesso è questo che sconfigge la noia: la lotta infinita fra la nostra voglia di stare insieme e i giorni che trascorrono a rilento.
Stiamo andando benissimo, abbiamo preso la giusta strada. Arriveremo presto alla fine di questo tedioso sentiero provvisorio…

Strisciare lungo i muri

Mi sto sentendo molto un gay depresso. Oddio, pure depresso…almeno un gay felice e festante!
Ho appena preparato il mio primo dolce in solitaria, ho fatto la spesa al gs in solitaria e cantavo movendo l’anca a ritmo mentre avevo le mani sporche di cacao. Ad un gay questa scena sarebbe piaciuta (Ma Sergio…forse è per questo che non lo hai mai voluto fare con me ? Il salame intendo!) (Signora si tranquillizzi, siamo giusti entrambi…è che ci vogliamo tanto bene) (Entrambi l’ho buttata lì ecco, sono sicuro giusto giusto di me stesso).
Se consideriamo anche il mio nasino all’insù poi, neanche una donna avrebbe resistito…mmm…

Loro, i bastardi.

Su come e sul perchè io non so parlare, io non so dire ma è pericoloso. Pericolosissimo, poche mosse di per sè innocue che se concatenate da una letale successione temporale conducono a seri rischi per la propria indennità sia mentale che fisica.
Io non sono così, forse lo diventerò ma io non ero così. E’ difficile credere (e spiegare questo concetto nella lingua italiana) di essere circondati su tutti i fronti da terribili nemici invisibili inodori, silenziosi e bastardi così bastardi che non risparmiano neanche la fetta biscottata inzozzata di nutella. NO, la nutella NO, che bastardi..
Ed (io ritengo che) è ingenuo pensare che riusciremo ad averla vinta contro loro: sono troppo forti, troppo organizzati, troppo numerosi. Io da solo contro di loro che posso fare se non soccombere?
La regola dei cinque secondi

Un illustro professore alla Clemson University scrive sul New York Times un articolo che regola le loro modalità d’attacco fornendo tempi e modi d’assalto. Qualsiasi cosa sia nelle loro vicinanze per al più cinque secondi cinque viene attaccato da circa 150 fino a 8000 esemplari della loro bastarda specie. Se hanno a disposizione un intero minuto la loro cavalleria riesce ad attaccare contando fino a ottantamila bastardi individui. Io lo dicevo ch’erano organizzati e troppo numerosi, o-t-t-a-n-t-a-m-i-l-a contro uno è una lotta impari. Ma convenzionalmente se si riesce a liberare l’ostaggio (solitamente una fetta biscottata ricoperta da ambo i lati di nutella, ma su in foto possiamo osservare una graziosa creatura di vaschetta da bagno) prima di quei fatidici cinque secondi allora siamo definitivamente salvi: possiamo mangiarci la vaschetta o lavarci con la nutella (devo provarci a lavarmi con la nutella…uhm..interessante).

Di per sè è un mondo difficile, già pieno di insidie visibili e concrete, con tanta gente cattiva e maleodorante; poi se iniziamo a tenere conto di loro che nè si vedono nè puzzano, beh allora sì, è proprio arrivata la nostra fine.
A me, dopo essere nato e aver seguito l’iter burocratico che si conclude con il riconoscimento dello stato di “ragazzotto”, m’hanno buttato in mezzo alla natura sorridendo e chiedendosi senza molte speranze chissa se ce la farà. Ho dovuto lottare contro loro, i bastardi, ho dovuto difendere i miei dentini da latte e quando erano ormai presi li ho fatti cadere. Avevano conquistato le importanti roccaforti note come “Organi linfoghiandolari pari e simmetrici” siti nelle terre del Cavo Orale, e io quindi le ho distrutte. Una dimostrazione di forza, è quasi vent’anni che faccio a meno delle mie tonsille e non ne ho mai sofferto l’assenza. Loro, i bastardi, invece hanno perso un presidio difensivo (possiamo ricordarla ai posteri come la Caduta della Tonsilla).
Ho lottato fra galline assassine, ho rotolato nei campi e con la terra impastata coll’acqua ho dipinto più volte il mio volto. Ho messo le dita in bocca dopo aver toccato cuccioli di cane, ho strofinato gli occhi con le mani sporche di terra, ho fatto la cacca in un campo dove non c’era cartaigggienica perchè mi scappava (la cacca), ho fatto la pipì correndo e qualche schizzo m’è finito sulle scarpe. Ho camminato scalzo in mezzo alla natura, perchè così facevano gli indiani nei miei libri, ho succhiato il sangue dalle mie ferite come quegli eroi nelle favole. Alle volte ho lasciato seccare il sangue a contatto con l’aria frizzante, e poi l’ho fatto vedere orgoglioso alla mamma. Ho fatto il bagno insieme ad altri 4 miei cugini, e non mi sono mai lavato con le ciabbbatte. M’è caduta la pasta giù dal piatto e io l’ho presa e rimessa dentro al piatto (c’abbiamo la diapositiva), m’è scivolato il cucchiaio per terra e io l’ho preso, l’ho soffiato, l’ho rimesso in bocca. Ho mangiato il cibo delle galline, e mio fratello quello dei vitelli. A lui è venuta la cacca molle e frequente, è guarito e adesso può mangiare di tutto. Ho leccato pietre dei campi per vedere se si trattassero di pietre vive o morte, ho poggiato la mia lingua sui poli della batteria per vedere se era ancora carica, e quando lo era mi dava la scossa (che non è che sia proprio il massimo della salute). Sono andato coi pantaloncini bucati nei campi a sterminare le ortiche col bastone, mi pungevano tutto e le gambe diventavano rosse. Ma ero soddisfatto: avevo voluto uccidere le ortiche e lo avevo fatto. Volevo conoscere il sapore della benzina e ho imparato che un prezzo così alto non è giustificato dal suo gusto. Nonna dice che da piccola ha mangiato le pietre, adesso ha il morbo di Crohn. Non sapremo mai se è colpa di quelle pietre e mai sapremo se il morbo lo avrebbe comunque. Ha fatto quello che riteneva giusto, almeno credo.
Adesso quando mi dicono che quella graziosa vaschetta se messa prima per terra e poi dentro il piatto doccia su cui verranno poggiate le ciabbbatte sulle quali verranno posati i piedi sui quali scorrerà acqua a 40° e sapone a fiumi e poi loro i bastardi salgono sulle ciabbbatte risalgono lungo le coscie, penetrano nell’ombelllico e poi uno s’ammale e muore (o al massimo deve asportare l’ombelico con conseguente Caduta dell’Ombelico), a me viene da pensare che quella graziosa vaschetta è in realtà una arma letale, che quella graziosa vaschetta è in realtà in combutta con loro, i bastardi, e che quella graziosa vaschetta non è poi così graziosa, anzi adesso vado di là e la distruggo la uccido brutta bastarda la brucio e la trito dopo che è bruciata, e poi la butto nel cesso e tiro lo sciacquone.
Ma poi, in fin dei conti ora che ci penso, non erano neanche passati i cinque secondi…

 [Mio fratello (ma dov’è il cucchiaio?)]
 
[Un esemplare di “loro”, i bastardi] 

3 (base-2 number system)

  1. Rappresenta la più alta vibrazione del 2
  2. È il più piccolo numero palindromo
  3. È il quinto numero primo
  4. Non è la somma di due numeri primi
  5. È l’unico intero a non essere Harshad-morfico in base 10.
  6. È il numero atomico del sodio (Na).
  7. Parthenope è un asteroide, battezzato così in onore di Partenope, una delle Sirene della mitologia greca.
  8. Nella Smorfia indica i topi.
  9. La forza rappresentata nei tarocchi esoterici da tale numero , mostra la figura di una principessa che senza alcun sforzo apre la bocca del leone, come se la bestia fosse domata o ipnotizzata.
  10. E mi si disse: alzati e misura il tempio di Dio, e l’Altare, e misura quelli che lo adorano.”
  11. Dal 3 dicembre all’11: esattamente 11.

Scoperta l’elettricità magnetica !

Avevo in mente di fare un bel post, di quelli che partono da princìpi ingegneri e terminano con una serie interminabile di ambiguità che dal punto di partenza – in realtà – non ci ficcano nulla. Si lo avevo in mente, e avevo trovato pure un argomento abbastanza convincente, abbastanza contorto. Abbastanza per ogni cosa che possa seguire questo avverbio di quantità.
Ecco io volevo solo dire che il monopolo magnetico non esiste. Lo ricordo ancora in quarta liceo: ero affascinato ed affascinati erano gli occhi della mia professoressa di fisica. Nonostante le fatiche per decenni da parte di illustri scienziati, ogniqualvolta una calamita veniva spezzata, in entrambe i due nuovi pezzi di calamita si trovava e il polo negativo e quello positivo, il più e il meno. Rosso e blu, yin e yang, castagne col sale e castagne senza sale, calzino destro e calzino sinistro, ciuri ciuri e oh mia bella Madunnina (dopo quest’ultimo esempio non so proprio che citarvi).
Tutto e il contrario di tutto insomma.
Come se la calamità sapeva che per stare tutt’assieme doveva avere una parte di un tipo e l’altra d’un altro tipo. Diversi, opposti direi. Eppure indivisibili. Spezzata, frantumata polverizzata, la calamita una cosa sapeva e una cosa faceva. Ovvio.
E invece col cazzo. Un pò di gente in un’officina di Berlino che, scherzosamente, hanno soprannominato Helmholtz-Zentrum für Materialien und Energie ha preso un paio di cristalli a forma di spaghetti comunemente noti come Spin Ice e ha scoperto il monopolo magnetico.
Ma dico io…ma..và và..

E vaffanculo và, io c’ho un’idea per un intervento e questi giocano a fare gli scienziati pazzi. Sti crucchi.

…potesse rubarti, portarti via lontano…

E’ davvero frustrante (da non confondersi con fustrante) che questo tizio (e c’abbiamo pure la diapositiva) – con una facilità disarmante – piloti l’umore delle mie giornate ( e non solo le mie ), le x su di un calendario, i progetti presenti e futuri e il resto delle cose che circolano dalla mie parti, in attesa di una collocazione nel magazzino a loro dedicato.


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Vorrei che mai mai mai mai
mai nessuno al mondo mai
potesse rubarti portarti via lontano
come ora quel treno
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Una settimana…Un giorno (Edoardo Bennato, 1973)