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FDC – 11

  • Pensavo che accadesse solo agli altri. Fatti hanno succhiato via la voglia di scrivere. Ma come dice la parola stessa, sono fatti. Passato. E’ passato.
  • Parlando di passato, ieri ho studiato il passato nelle mie lezioni di portoghese. Sì, sto imparando portoghese.
  • Parlando di passato 2: qualche giorno fa, forse ieri, ho visto una scena di un film. Normale un po’ violenta ma, come dice la parola stessa, da film. E ho capito che sono marchiato a vita. Sono entrato in panico, battiti cardiaci schizzati al cielo. Non c’è dimenticanza per ciò che più si ignora.
  • Torno in Italia il mese prossimo. Spendo una settimana al mio paese, un’altra quasi a visitare degli amici. Dell’università, quella che sembra ormai una vita fa per me ma che -per altri- è ancora la quotidianità.
  • Non hai fatto che metà del tuo dovere
  • Sono diventato un residente permanente del Canada. Un giorno scrivo come si fa.
  • Nel frattempo mi sono iscritto all’AIRE: Anagrafe Italiana Residente all’Estero. Pertanto ufficializzo il mio non pagare le tasse al paese italico. E per tutta risposta non avrò più un medico di famiglia. Uh uh uh Italia, calm down now!
  • Quest’anno farò per la prima volta quello che i ricchi fanno. Mi prendo la vacanza. Due settimane. Non so ancora se sarà lungo la costa ovest americana in camper o se sarà durante l’estate dell’emisfero australe da qualche parte nella costa atlantica del Brasile.
  • Parlando dei ricchi: adesso non ho più un solo paio di scarpe per tutto. Ad oggi il conto è il seguente: scarpe di ginnastica, scarponcini, scarpe intermedie (casual), scarpe da hiking marroni, scarpe da hiking rosse (nuove), scarpe buone nere che luccicano. Mancano le scarpe da palestra, ma 100$ erano tanti e non li volevo spendere.
  • “Mio padre pretende aspirina ed affetto e inciampa nella sua autorità” (da qui)
  • Mio fratello, di cui scrissi qua i troubles che dovette andare incontro per entrare in una scuola militare, si sta per diplomare. E ha fatto i concorsi per la scuola militare 2 (credo si dica accademia). Di tutti quelli che vogliono fare il pilota è arrivato 80° circa. Ce li abbiamo 80 aerei in Italia?
  • Sto cantando a squarciagola. Che brutta scena. Tutto il sangue che sgriccia e mentre si canta.
  • FDC per chi non lo sapesse vuol dire flusso di coscienza. Che avevo scritto coscenza ma poi ho corretto. Che perfino chi ha sbagliato può ritentar.
  • Sto diventando bravino a impastare la pasta. E’ da mesi ormai che faccio il pane regolarmente e di recente ho provato le focacce (che avevo scritto focaccie) del mio paese e son venute buone.
  • Ho finito il flusso.

Il vero motivo per cui sono venuto in Canada (no, scherzo!)

Se adesso andassi in banca e chiedessi di svuotare il mio conto avrai in mano più soldi di quanti ne siano mai passati fra le mie mani. Onestamente non lo so che c’avete voi ma io quasi giornalmente apro il mio conto su mint.com e sto ore a guardare tutto. I due tre investimenti, il conto di risparmio e quello che ha i soldi che vanno e vengono. Poi analizzo le statistiche, osservo i trend e semplicemente sto lì a guardare i numeri. Quando ho smesso di nuotare fra le monetine chiudo la cassaforte e torno a sognare. Tutto ditemi tranne che ho dei sogni di tutto rispetto. Del resto la prima pepita Zio Paperone l’ha trovate in Canada. Ora l’ho detto perché ho scelto il Canada, contenti?
Qualche giorno fa Sera ha detto che sono fottutamente fortunato, forse troppo. Non viene dal prete migliore ma accetto l’opinione. Non ho di che lamentarmi. Da non confondermi col “non ho di che desiderare”. Che adesso che mi hai fatto sentire l’odore me la voglio mangiare tutta. Senza neanche sapere più il motivo stringo le mandibole con una cattiveria che non mi fa più paura da tempo e ciò mi fa trovare sempre il perché quotidiani. E’ vero sono fortunato recentemente. E ho paura. Quando si cavalca l’onda, questa non può che infrangersi. E al pensarlo c’ho paura. Io non sono quello sulla tavola da Surf che si diverte, io sono sempre stato quello che annaspa e quasi si strappa la pelle nel tentativo di respirare quella boccata che potrebbe essere l’ultima. Scrivo questo per ricordarmi un paio di cose: l’ultima, che non ho rischiato di affogare per una cavalcata. Quali cavalcate e cavalcate, io voglio essere cavaliere. La seconda è che la cosiddetta provvidenza non esiste. Sai cosa esiste? Esiste quell’uomo sulla bicicletta. La mattina che fa freddo, e lui che sarei io con la bicicletta va a lavoro. E tra il suo cervello e il pc nel suo zainetto (e pure il pranzo nel tupperware) ci sono svariate decine di migliaia di dollari di valore. E considerate che tra il pranzo e il pc al massimo ci saranno un 1500$.

Mi scuso con coloro che vengono sul mio blog perché c’è scritto Canada. Effettivamente in Canada ci sono, ma da mesi ormai fatico a trovare l’iniziativa di scrivere. Questo stesso post sarebbe stato meglio non scriverlo. Ad ogni modo decine di cose cambieranno nelle prossime settimane, vedremo. E per coloro che sono davvero venuti qui per il Canada allego la foto del posto dove ho festeggiato il recente capodanno. Victoria, British Columbia, Canada. La mia nuova prossima nazione.

Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole...
“Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole…”

“Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore”

Ho fatto la cosa che so fare meglio: sudare. Per la piscina era tardi e perciò c’andrò domani. Restava la bici e i piedi. Ho scelto la bici, perché si può correre più veloce perché si può andare più lontano e perché posso fare le sgommate.
Ho preso l’ipod di duli (con cui mi congratulo sinceramente per la musica che ascolta)(sincero, davvero! faccia con la barba) [Dovete sapere che ho fatto crescere la barba così  o quasi…e duli dice che sembro sempre incazzato, o indisponente…non l’ho ancora capito bene, ve lo spiega lei!), ho messo le cuffie e ho iniziato a pedalare. Per capirci, il mio stato d’animo quando sono uscito era così:

Dietro ogni porta un grido La casa è un muro stretto intorno a me 

Sergio mi chiede se ho bisogno di sfogarmi. Io rispondo si e una serie di volgarità che fungono a stento da preludio. Poi prendo la bici e inizia il vero divertimento. Pedalo finché ho forza nelle gambe, la strada la decido a naso. Penso che il mio percorso è caotico. Nel senso matematico del termine. Ogni decisione agli incroci introduce un livello potente di caoticità, un piccolo cambiamento nelle condizioni iniziali chissà dove mi avrebbe condotto. Mentre penso a ciò e canto a squarciagola – che tanto a Milano chi cazzo mi conosce – finisce prima la pista ciclabile, poi la provincia di Milano e alla fine l’illuminazione pubblica. Decido di tornare indietro, sebbene odio rifare la stessa strada due volte. Attraverso un sovrappassaggio e ricomincio a darci dentro. A volte oltre a cantare penso anche a ciò che sto urlando. Frasi del tipo Ognuno è figlio del suo tempo Ognuno è complice del suo destino oppure Ognuno è figlio della sua sconfitta Ognuno è libero col suo destino non mi lasciano indifferente. Anzi scatenano elucubrazioni matematiche varie e profondi quesiti su chi cazzo sia questo Celestino.
Non si sa come ma spunto a Porta Venezia, poi mentre guardo dei lavori in corso mi accorgo di essere arrivato a S.Babila. Ecco, il mio pedalare si è fatto lento. Si è finita tutta la forza esplosiva, la tensione che avevo si è esaurita. Andare in bici per me è come pregare. Non so cosa vuol dire pregare, se quelle poche volte che ci provo ci riesco. Se qualcuno mi ascolta, se basta dirlo a mente o bisogna anche parlare ma a bassa voce. Ma andare in bici fa circolare il sangue nelle cosce e i pensieri nelle tempie. E’ rilassante per il fisico e stimolante per la mente. A pennello ascolto questa canzone.

♫♪♪  
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l’ho voluto io
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me



Penso alla mia vita da eterno ribelle. Non tutta la mia vita, quando ho preso a lottare contro tutti e tutto. Come Don Chisciotte, urlavo e sferravo colpi all’aria dove c’era tempo e spazio. Senza una mira o un obiettivo. Era troppa delusione e il mio personale contenitore della delusione trasbordava. E io m’incazzavo.
Poi mi sono dato una calmata, ho incontrato le persone giuste, sto diventando grande. Ma non posso dimenticare chi sono stato e chi voglio essere. Mai.
Intanto arrivo in Duomo, poi Cairoli e Castello Sforzesco. Ci stanno tutte le coppiette che si sbaciucchiano. Innamorarsi a Milano, pff! Poi io sono un poco disilluso in questo periodo, e penso dentro di me tanto prima o poi vi lasciate anche voi, mi sento quello che c’è già passato, per un attimo riesco a sentirmi fortunato.
Mai sottovalutare gli effetti della bici.
Arrivo a Lanza, e mi dirigo verso Moscova. Lì ci trovi tutti i fighetti, qui non si dice “baciucchiare” ma “pomiciare forza quattro”. Tanto si lasciano, a maggior ragione questi! Vedo Porta Garibaldi, vicino c’è via Como. A me questa via mi sta particolarmente sul cazzo, sarà perché è l’habitat dei celebrolesi mentali che hanno i soldi. E io non tollero questa iniqua distribuzione della ricchezza. Perciò non mi avvicino a quel luogo diversamente radioattivo e mi dirigo verso casa dato che è circa un’ora e mezza che sto pedalando come un dannato. Repubblica, gialla. Parte De Andrè, Un chimico. Che vi ricordo fa così.

♫♪♪
Da chimico un giorno avevo il potere 
di sposare gli elementi e di farli reagire, 
ma gli uomini mai mi riuscì di capire 
perché si combinassero attraverso l’amore. 
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore. 
Guardate il sorriso guardate il colore 
come giocan sul viso di chi cerca l’amore: 
ma lo stesso sorriso lo stesso colore 
dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore. 
Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore. 

Mi sento ancora più fortunato. Non ho capito ancora le regole di questo gioco che pensavo ormai d’aver in mio possesso. Ma dacché gli ho affidato gioia e dolore ho dovuto vivere tutti i turni di questo meraviglioso gioco. E non c’è trucco e non c’è inganno.
Ricordo una frase sentita durante un intervista di Pif.
Non sono stato il migliore, non sono stato il peggiore. Sono stato il più determinato.
Sono molte le cose che mi possono essere rimproverate (chissà se sto usando l’italiano…) ma non la determinazione. Non so se basta, magari ci vuole la determinazione uno e pure la concentrazione e la furbizia. Ma io una cosa c’ho e so di essere il migliore in quello.
Adesso non so perché ma è un periodaccio. Potrebbe essere lo stress che Sergio dice che si sente sulle spalle. Io non lo sento sto stress, ho controllato sulle spalle non c’è niente. Ma sto zoppicando un po’, non posso negarlo. Tra un po’ tornerò a casa, forse aiuterà un po’.
Intanto arrivo in Centrale, faccio tutta viale Gran Sasso. Caiazzo e dopo una garetta con una macchina dei vigili del fuoco (sono passato col rosso e ho vinto!) arrivo a Piola e quindi casa. L’ipod adesso suona La via della povertà, canzone che andrebbe citata per intero. Salgo a casa e il resto e ordinaria amministrazione.
No, non è affatto vero.
Ma adesso si è fatto tardi, devo fare la doccia che puzzo di criceto agonizzante, sistemare la stanza che domani torna Khadir e recuperare la via del letto.
Giuro, adesso mi sento bene. Grazie bici di chissà chi.

Stretta la foglialarga la viadite la vostraio ho detto la mia.

Gioia e Dolore

“Sai che fra un’ora forse piangerai 
poi la tua mano nasconderà un sorriso: 
gioia e dolore hanno il confine incerto 
nella stagione che illumina il viso… “
Vorrei scrivere tanto, c’ho già due post in mente: uno sulla teoria del budino e un altro sulle profezie. Ma da un paio di giorni l’aggettivo del giorno è sconforto, sarà per via degli esami o per qualche ritorno di ricordi probabilmente procurati dal muro. Gioia e dolore hanno davvero un confine incerto.
Intanto mi appresto a scrivere, non un intervento non qualcosa che voglio davvero scrivere. Scrivere contro voglia è come torturare un uomo, è qualcosa che non si dovrebbe mai fare. 

Lo stato interessante

Ci sono un paio di motivi che mi convincono d’essere nato appartenente al sesso giusto, maschio.
Le elenco in ordine d’importanza che in questo caso coincidono col presunto fastidio che arrecono: non sono obbligato a sanguinare una volta al mese per circa cinquecente volte, non devo spalmarmi necessariamente una colla calda lungo il corpo per togliere i peli superflui, non c’è il pericolo che mi diano della buttana e se ottengo un ottimo posto di lavoro nessuno avrà il sospetto che mi sono trombato la boss (coi tempi che corrono ognuna di queste cose potrebbe aver contaggiato anche noi uomini, la cosa mi fa un pò ‘mpressioni).
Ma poi oggi mentre ero in coda per sapere dove pagare il ticket, il tipo dietro il vetro antisputacchiamento chiede alla tipa davanti a me in fila se si trovava in uno stato interessante.
Basta questo. Lo stato interessante. Minchiuni!
E’ stato un maschio a toccare per primo il suolo lunare, è un maschio l’uomo più veloce del mondo, è un maschio l’individuo che ha inviato per prima un messaggio di posta elettronica, è un maschio l’inventore dell’aereo, della macchina di Turing, della lampadina, del telefono, della bomba nucleare.
Ma poi un tipo chiede a una tipa se è in uno stato interessante e quella donna – in un sol colpo – si fa beffa di tutti i maschi illustri nella storia dell’umanità.
La tipa davanti a me all’ospedale di via Rugabella:1/Armstrong&Bolt&Tomlinson&fratelli Wright&Alan&Edison&Marconi&Fermi 0.
La sola cosa che m’è concessa, giusto per nn farmi sentire un fallito, è di ospitare dei cosini irrequieti e schifosi che hanno come unico scopo nella loro breve vita di trasformare una donna in una donna interessante. Già li vedo tutti lì, come nel film di Allen, a scalpitare e a menarsi su chi è più adatto a trasformarsi in una creatura; tuttavia nessuno è mai potuto tornare dagli altri girini a vantarsi della sua performance (oddio, sto pensando al concepimento come un insieme frattale!) .
Quindi, scusatemi, ma limitandoci ai lettori maschi di questo blog (Sergio, siamo io e tu…), ma è normale se mi sento un pò usato? Chessò, una sorta di serbatoio vagante pieno di cose potenzialmente interessanti ?!?
E poi, per i restanti lettori, ci vuole una cosa così schifosa a rendere una donna interessante?
E’ proprio vero allora che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori…

P.S Spero di scordarmi di questa citazione quando, nella mia vita, una donna mi chiederà in dono un diamante…
P.P.S Giornata mondiale contro gli abusi sul mondo femminile
P.P.P.S Questo non è uno STATO interessante
P*4.S Non parlare di me e dei miei lagni non è poi così male, quand’è che ci vediamo allora?

…con la tua nuvola di dubbi e di bellezza…



E adesso aspetterò domani

per avere nostalgia
signora libertà signorina fantasia
così preziosa come il vino così gratis come la tristezza
con la tua nuvola di dubbi e di bellezza.

Ma se ti tagliassero a pezzetti
il vento li raccoglierebbe
il regno dei ragni cucirebbe la pelle
e la luna la luna tesserebbe i capelli e il viso
e il polline di Dio
di Dio il sorriso.