Archivi del mese: luglio 2011

Blogkr!

Questo sarà un intervento con più foto che parole. Credo almeno…
Iniziamo con la serata di ieri, dove io col mio pantalone (attenzione, non jeans!) e camicia ero quello vestito più da straccione. Altro che bidduzzu. Un posto con i controcazzi in cui mi trovavo leggermente a disagio per via dei formalismi e della burocrazia che mi veste scomoda. Fortunatamente conosco quel minimo di nozioni protocollari che mi permettono di non apparire come una bestia. Fatto sta che io con quattro forchette, tre coltelli e altrettanto bicchieri più un cucchiaino (che non è servito dato che il dolce non c’era…) non me ne faccio niente. Non so se verrò pagato ma ho chiacchierato piacevolmente con due titolari di una delle più grosse aziende ittiche dell’Italia intera. Ho scoperto che il tonno viene definito il maiale del mare, dato che non si butta via niente. Ho scoperto che la parte più pregiata del tonno sono le ovaie della tonna e quel che dovrebbe essere lo sperma del tonno: questo era meglio non saperlo dato che stava negli gnocchi che stavo mangiando. Tuttavia il cibo era superbo, chissà quando potrò mangiarmi cose così lussuose senza scroccare in qualche cena di gala (che si ostinavano a definire informale, bah).

Adesso qualche foto vecchia della casa nuova.

Il nostro appartamento è quello a destra 
L’angolo di sinistra è l’angolo in cui metteremo la cucina. In secondo piano “c’è” il soggiorno…
Il pavimento che ricopre tutta la casa tranne i due bagni
Angolo (mi sembra doccia) del bb, il bagno buono
Dove ci verrà lo specchio, sopra il lavandino
Questo il bc, il Bagno Cattivo
Angolo doccia del bc
Altro disegno fatto da chissà quale mobilificio su come verrebbe l’angolo cucina

Inizia la vacanza – 2

Oggi 30 luglio. Secondo giorno effettivo di vacanza. Questa la cronaca di oggi.

  • Sveglia alle 10. Colazione con salame inglese;
  • Presto filati al mobilificio del mio paese, per definire la cucina. Dopo il semi-fallimento “ikeano” di ieri abbiamo perciò deciso di buttarci sul mobilificio che c’è sembrato il più serio. Perciò questa mattina fino a mezzogiorno avanzato abbiamo ristabilito le misure, il modello della cucina, la posizione della penisola e l’opportunità di farla con due piani sfalsati: uno destinato come piano d’appoggio e uno di una ventina di centimetri più alto adibito a piano colazione;  
  • Pranzo, tortellini in brodo. Col brodo. E’ stato prima dei tortellini che ho scoperto in pieno la mia debolezza. Lo diceva dulietta che sono emotivo. Sognatevi che vi verrò a dire che sono una persona delicata, o forse era troppo sensibile o forse ancora insicuro. C’ho due palle che fanno le scintille ma sarebbe da superbo dire che riesco a staccare il cuore. E per delle minchiate, e per dei sogni (oh dù t’ho sognato incinta di 6 mesi, be carrefour) e per cose patetiche divento l’uomo di dieci mesi fa. Quando a definirmi uomo ci voleva una gran dose di ironia.
  • Campagna. Dovevo andarci per le cinque, ma tra l’impegno con la cucina (ci siamo tornati nel pomeriggio) e la mia crescente voglia di sciogliere i nodi dei miei ricordi ho anticipato. Ho ripreso il ferrarino che fa di cognome 106, e sono andato in campagna con Matti. Il cagno bianco è diventato gigantesco. Matti ha giocato con Ciccio, l’istrice che babbo ha raccolto dalla strada (appena riesco metto qualche foto). Nonno mi ha raccontato un breve estratto del suo militare, e ho lavato ben due macchine. Ringrazio il cane bianco, Lux, per avermi fatto correre finché entrambi ci siamo stirati per terra con la lingua di fuori. A volta chiamarli cani è riduttivo.
  • Cucina ancora. Abbiamo visto il disegno in 3d della cucina che avevamo definito in mattinata. Adesso manca di prendere le misure in loco (lunedì) e di osservare con stupore crescente il prezzo di quello che si sta rivelando la parte più difficile da pensare dell’intera casa. Lunedì faccio qualche foto della casa, che dovrebbe finalmente avere delle porte. Vediamo…
  • Adesso appena finisco di scrivere mi vado a vestire bidduzzu. Devo andare a una cena di gala a scattare delle foto, credo. Dovrebbe essere un lavoro, “dovrebbe” perché non so se verrò pagato. Ma questo c’è fin quando il boss non mi risponderà…

Inizia la vacanza

Ieri sono arrivato nella mia casa. Nel mio paese. Nella mia terra. Ma tutto questo è già lontano.
Stamattina mi sono svegliato alle 10. Alle 11 eravamo già in giro. Elenco le cose che ho fatto oggi:
  • Orologiaio, nel tentativo di ri-riparare l’orologio. Tranquilli, non s’è rotto con un pugno ma cadendo da un tavolo. 
  • Gitarella all’assicurazione per “riaccendere” l’assicurazione della mia piccola macchinina del ’97.
  • Giretto velocissimo da carpisa: una valigia nuova costa 100€. Parto con quella di cartone.
  • Ottico. Per un difetto (non provocato da me) è andato via l’antigraffio dei miei vitali occhiali da vista. Perciò devo mandarli in garanzia, anzi l’ho già fatto. Così dovrò stare per una decina di giorni con le lenti giornaliere. La cosa mi ha fatto incazzare un po’.
  • Manca il colore, i pensili e il lavello…
  • Sempre dall’ottico. Ho misurato la vista e si è riscontrato un aumento della miopia di 0.25 per occhio. Poca roba, ma prima di partire per il Canada farò gli occhiali per averne uno di emergenza. Ho infine scoperto che mi è quasi vietato fare il Bungee Jumping per via del mio distacco dell’umor vitreo. Non che l’avessi prenotato per domani, ma il fatto che non posso fare qualcosa mi fa irritare. Sul paracadutismo però ho meno vincoli, vuol dire che mi getterò su quello. Anzi…mi getterò da un elicottero. Da quello.
  • Nel pomeriggio Ikea. Quasi 300km di autostrada, e qualcuno di strada tortuosa e provinciale. Cercavamo una cucina, un soggiorno, un divano con la sciatlong, e il lavello per il bagno buono. Diciamo che è stata una visita poco fruttuosa: abbiamo scoperto che il low-cost svedese è paragonabile ai prezzi siciliani. Però noi c’abbiamo anche il caldo (ma le bionde no, ma le bionde no!).
  • Pizzeria. Era ora di una buona pizza. E’ stato proprio lì che ho scoperto tramite il mio amico Sergiuz di essere ufficiosamente un dottore. Ho passato infatti la mia ultima materia. E l’ho passata con più dei punti che mi servivano per prendere il punticino in più al voto di laurea. Ho cantato un po’ in macchina la vecchia imbarazzata :D canzoncina del buco del culo.
  • Sono andato a Sampieri, da cui sono tornato solo da poco. Cercavo il titolare della discoteca in cui ho lavorato quest’estate. Il boss si è aperto un grande chiosco sulla spiaggia e io vorrei andarci a lavorare in estate. Sul perché di questa mia scelta ci torno quando ho meno sonno. Il fatto è che il boss sta male, ha tipo la febbre. Perciò sono tornato a casa. Non prima di essermi fatto una passeggiata sul lungomare, avere annusato le alghe marce e aver capito che m’hai lasciato con un sacco di ricordi.

 Un po’ di foto ora.

Questa per ricordarmi (dopo un lustro e un giorno) che ogni cosa deve essere misurata.
Questa per ricordarmi che nella vita le porte si aprono sempre.
Tutto sta nello scovare lo spiraglio di luce…
E questa infine per ricordarmi che non è importante se rimani serio o se ridi di gusto.
L’importante è vivere e giocare. Sebbene stai guidando per finta con uno sterzo fantasma…

Khadir

Con Khadir parliamo in inglese. Lui parla in inglese, io ci provo. Una valida comunicazione fra noi c’è sempre stata però. Khadir è stato il mio roommate (compagno di stanza) fino a 5 minuti fa. E’ appena andato infatti a un “salsa party” con una ragazza colombiana; così l’ho salutato. Di quei saluti che si sa che sono degli addii, o al più un ci rivediamo in un’altra vita. Ci siamo stretti la mano come fanno due uomini. Ma di un tratto lui mi ha tirato il braccio e m’ha abbracciato. Due secondi, poca roba. Due pacche sulla spalla e un Thank you.
Ma prima m’aveva detto questo…(traduco in italiano perché sono bravo a capire ma meno bravo a scrivere in Inglese).
Khadir dice che sono il migliore roommate che ha mai avuto.
Dice che siamo sempre stati opposti, lui vive di notte io vivo di notte: così io gli ho rotto le palle la mattina e lui ha rotte le mie la notte. Dice che sono davvero un ragazzo d’oro (very nice guy), che merito tantissimo nella vita.
Khadir dice che non riavrò più vent’anni, non gli ho detto che ne ho fatti 21 lo scorso venti giugno. Dice quindi che merito un giorno di vacanza in una settimana di studio. Dice che fra cinque anni ripenserò a lui e a tutte le volte che mi ha chiesto di uscire con lui e io ho declinato l’invito per via dello studio.
Enjoy the life, enjoy enjoy!! 
Sembrava che mi stesse rimproverando, il suo era un tono d’ammonimento.
Khadir stasera si vede con una ragazza colombiana. Io gli ho chiesto che fine ha fatto la sua ragazza francese. We broke up. Si lassaru. Perchè? Why not!?, mi ha risposto lui. Khadir pensa così. Bisogna trovare un motivo per non fare una cosa, ma di default tutto si può fare. Come quando, due settimane prima di quegli esami che avrebbero deciso l’esito della sua borsa di studio necessaria per sopravvivere a Milano anche l’anno prossimo, se ne andò a Pamplona, alla corsa dei tori.
Non essere come me mi ha detto. Io sono un ragazzo pazzo, ma tu studi troppo. Enjoy the twenty.
Khadir dice che quando è arrivato in residenza per la prima volta, Cecilia (la direttrice di qua) gli ha chiesto in che stanza volesse andare. Fammi vedere le opzioni, ha risposto lui. E quando ha visto il mio nome, un nome italiano, ha pensato che fossi come il suo amico di Foggia: un italiano pazzo come lui!
Non so se l’ho deluso, l’ho odiato le ultime notti in cui mi ha svegliato per il suo russare incessante, ho odiato il suo disordine malato (c’è una pentola sotto la scrivania mezza piena di pasta col tonno cucinata più di dieci giorni fa), il suo profumo mi da la nausea dato che lo spruzza fin dentro le ciabatte (e l’ha spruzzato pure sul pavimento quando gli è caduta una bottiglia di birra di un litro). Ma Khadir è quell’uomo che mi ha detto quasi subito che sono peloso quasi quanto lui. E’ quell’uomo che pensava che facessi impurità in bagno dato che mi portavo il pc nei miei momenti di relax (cacca) e perciò mi diceva con un ghigno “Be carefull”. Sii pieno d’attenzioni, stai attento insomma. E’ quell’uomo che ride come un dannato guardando l’isola dei famosi, edizione turca. E che in genere, proprio come un vero turco, è dedito all’alcool.
E’ un uomo particolare Khadir. Ma per me è speciale. Basta il fatto che ho condiviso con lui un anno della mia vita. E per questo che, abbracciandolo, mi sono sentito felice. Anche se le braccia che m’avvolgevano erano quelle di un uomo.

Pacchi collaterali…

Sto sgomberando la stanza. E’ giunto il mio ultimo anno in questa struttura. Forse ci tornerò dopo il Canada ma per adesso sono costretto a uno sgombero totale. Mi do un buon 60% di roba già impacchettata, il resto andrà in valigia e negli ultimissimi pacchi. Ma c’è una cosa che è troppo importante per buttarla. C’è una cosa che è troppo dolorosa da portare a casa. Sono stato un po’ ad annusare la rosa rossa oramai secca, l’ho tenuta fra le mani. Mi avevi insegnato davvero bene come essiccare una rosa rossa. E anche la mimosa di una festa ormai troppo lontana è essiccata nel modo corretto. Posso farti solo due domande? Le ultime due per adesso, sì…
Cosa ne faccio di una rosa ormai secca?
Come posso ravvivarla ora che ho capito come si essicca?

Le nostalgie

Stamattina non avevo molta voglia di studiare. Mi manca solo mezzo esame e mi basta un punto per considerarmi laureato. Certo, se ne prendessi 5 (è un esame in quindicesimi) otterrei un voto di laurea con un punticino in più. Il concetto però è che sono stanco di questo posto, di studiare e il fatto che tutti scendono a casa per iniziare le vacanze non aiuta nello studio. Se poi penso che un anno fa di questi tempi ero già a casa da circa cinque giorni, aspettando freneticamente il primo d’agosto, se penso a questo mi viene anche il broncio.
Questa mattina quindi mi son messo a cercare video della mia terra su youtube. E ne ho trovato uno fantastico.

E’ il viaggio in deltaplano di qualcuno, che da Siracusa raggiunge la pista in terra battuta situata all’Oasi del Re, un posto tra Sampieri e Marina di Modica.
Io adesso sono a Milano. Fra tre mesi andrò in Canada. Ma fra cinque giorni tornerò a casa. In Sicilia. Zona sud-est. E sarà che ci sono nato ma guardando quelle riprese aeree mi emoziono. Mi emoziono vedendo quanto è bella la mia terra, mi emoziono pensando con orgoglio che io provengo da questa meraviglia. Che adesso è una terra sottosviluppata, che costringe ogni anno decine di migliaia di giovani a partire per le terre del Nord, una terra senza infrastrutture, ancorata spesso a tradizioni di secoli fa. Ma quando osservo quel mare, quelle coste su cui sono cresciuto facendo castelli di sabbia e ridendo con l’innocenza della fanciullezza, quei problemi che solo adesso riesco a riconoscere, quando guardo tutto questo mi sento il re del mondo. Per quanto possa andare lontano il mio sangue resta legato al mio luogo d’origine. E se Trenitalia qui non esiste, e se le autostrade più vicine sono ad almeno 20 chilometri dalla mia città, se l’animo medio della gente è ancora paesano, tutte queste cose il mio sangue davvero non le conosce.
Ed è per questo che se c’è posto in cui vorrò ritornare per vivere la mia vecchiaia sarà a Modica, altrove sentirei troppo nostalgia. Ma per adesso mi sento costretto ad andare altrove. Le mie frenetiche ambizioni cozzano con questa terra congelata nel tempo.

P.S Della nostalgia, dicevamo… In questo istante del video di prima potete vedere il punto più a sud dell’isola, l’isola delle correnti. Ed è lì che è stata scattata questa mia foto, che rievoca la nostalgia di cui prima.

Ci su tanti ricchizzi n’ta st’America !
Però iu pensu a la Sicilia mia.
Su chiuru l’occhi, ccu la fantasia,
Mi pari ca sugnu propriu ddà !

Per queste cose… – 5

Stavo cercando della carne che venisse meno di 10€/kg. Essendo a Milano e cercandola al banco del GS la cosa ha impiegato un certo tempo. Fra tutti i vai e vieni lungo il bancone della carne preconfezionata m’è venuto un ricordo del passato, di quel passato prima dei miei otto anni.
Si doveva andare da qualche parte, si doveva uscire. E perciò io e la mamma eravamo davanti lo specchio della casa vecchia, quella che comprerò non appena avrò i soldi. Doveva essere un momentaccio quello per la famiglia, ricordo il clima teso di quei giorni. E io, un bimbetto che non aveva ancora capito il momento giusto per sparare le sentenze, esordì:

Tanto lo so che c’è accesa solo una luce per risparmiare la corrente…vedi mamma, questa qua funziona se la avvito…

Del tipo, so come vanno le cose anche se sono piccolo. E lo dico apertamente, che tanto sono piccolo.
Di quei tempi ho appreso che non si cambia un paio di scarpe perché la punta è sbiadita. Di quei tempi ho appreso che il lavoro è la cosa più importante per vivere una vita tranquilla, di quei tempi ho appreso che se hai undici milioni di lire (o forse erano cinque, non ricordo più…) è meglio che ci compri un divano nuovo piuttosto che spenderli per sfamarti e così perderli del tutto. Ho appreso tante cose di quel tempo che mi hanno condotto a essere il lele di oggi. Il tempo e qualcun’altro diranno se ciò che ho appreso è stato il meglio per me.
Oggi però pensare che vengo da una casa con un bagno con una sole luce accesa, ad oggi che non ho mai vissuto in una casa con i termosifoni alle pareti e con l’allaccio del gas, oggi che sto per laurearmi al politecnico di Milano, oggi che il fegato costa 16.90€/kg, oggi io SENTO che ho sensibilmente migliorato le mie fortune. Che il viaggio in Canada non migliorerà solo il mio inglese, che i miei nuovi amici abbiano cambiato me più di quanto io abbia cambiato loro, che ho incontrato te in un caldo giorno d’agosto mentre indossavo la mia polo nera sbiadita preferita.
Per queste cose devo andare più spesso a comprare la carne al GS: è illuminante, illuminante cazzo!

Very g(o)od!

Se questo dovesse essere davvero un mondo felice io vorrei dire che Dio esiste. Chi non ci crede storcerebbe un po’ il naso ma poi continuerebbe a vivere come prima. Gli altri, quelli che credono, sarebbero ancora più felici di non morire mai, di lottare contro istinti e tentazioni al fine di entrare nel regno di dio. Ma siccome questo mondo è un mondo misto di felicità e minchiate varie io mi sento di dire che di dio non ne so abbastanza per promettere la sua esistenza. Anzi se dovessi scegliere proprio io, io dio non lo vorrei (tranne se è come quello di Una settimana da Dio, il primo…il secondo a me non m’è piaciuto molto…).
Questo fatto di dio che sa tutto ma non fa niente, che fa tutto ma non ti dice niente, la sua onnipotenza e il nostro libero arbitrio, il suo vedo e non vedo…queste cose generano solo confusione in me. Più di quanta ne possa creare il pensiero che proveniamo tutti da scimmie scese dagli alberi per cercare del cibo.
In un mondo giusto i fedeli di dio non andrebbero in giro a dire che fare all’amore è peccato (Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede), che l’omosessualità è reato, che gli altri sono da convertire pena l’inferno, che un neonato non battezzato va all’inferno, che un dubbioso (o agnostico che si voglia dire) va all’inferno. Sto cazzo di inferno mi sembra proprio un bel posto, pieno di gente che si diverte, di gente che si pone dei dubbi, di bambini finalmente felici e ricco crogiolo di modi di vivere, opinioni differenti e razze diverse. Se non fosse che manca il caffè (tutti sanno che lo vendono solo in paradiso) sarebbe un posto divertente, con caldo secco (no afa – no zanzare) durante tutto l’anno.
Se dovessi immaginare le caratteristiche di dio lo penserei spiritoso. Con un gran senso dell’humour, che prende in giro Gesù, che lo schernisce dicendogli d’essere stato inutile. E il figlio che ha chiaramente preso dal padre, gli risponderebbe che è tutta colpa sua in fondo, è stato lui, il dio-padre, che c’ha fornito questo fantomatico libero arbitrio.
E tu lettore che leggi (questa è per duli che odia quando chi scrive si rivolge a chi legge), non ho nessuna voglia di banalizzare la tua religione (non questo in post almeno), non voglio apparire blasfemo (al più quanto la pubblicità del caffè) e non voglio urtare la sensibilità di nessuno. Se fosse così è colpa di Milano, delle sue zanzare e del tempo incerto.
Il problema di dio è centrale in ogni essere umano che non sia del tipo barche-sesso-manicure. Sono sempre stato…dubbioso a riguardo. Ma crescendo ho maturato una maggiore razionalità (per quanto riguarda la visione di dio, s’intende…) e adesso posso finalmente dire che secondo me..dio…non so se esiste.
So però che odio il bigottismo di certa gente. Che questa gente poi sia la stessa gente che promette di amare il prossimo ogni domenica – anche se lo dovesse fare solo con le parole – mi fa indiavolare ancora più. Quella gente che vede Satana dappertutto (Obama è il demonio, il preservativo è un oggetto del demonio, internet è un oggetto del demonio), questo tipo di gente io la odio. E rinuncerei a dichiararmi cattolico per timore d’essere paragonato a sti tipi. Altro che timore di dio.
Se dio esiste è un dio buono (e so che dopo il se ci va il cong. ma qua non ci stava…). Se dio avesse scritto davvero le tavole delle leggi le avrebbe scritte così (sono prese da qua):

  1. Io preferirei davvero che tu evitassi di comportarti come un asino bigotto “più-santo-di te” quando descrivi la mia spaghettosa bontà. Se qualcuno non crede in Me, pace, nessun problema! Dico davvero, non sono mica così vanitoso. E poi non stiamo parlando di loro, quindi non cambiare argomento!
  2. Io preferirei davvero che tu evitassi di usare la Mia esistenza come motivo per opprimere, sottomettere, punire, sventrare, e/o, lo sai, essere meschino con gli altri. Io non richiedo sacrifici, e la purezza è adatta all’acqua potabile, non alle persone.
  3. Io preferirei davvero che tu evitassi di giudicare le persone per come appaiono, o per come si vestono, o per come camminano, o, comunque, di giocare sporco, va bene? Ah, e ficcati questo nella tua testa dura: donna = persona. Uomo = persona. Tizio noioso = Tizio noioso. Nessuno è meglio di un altro, a meno che non stiamo parlando di moda e, mi spiace, ma ho dato questo dono alle donne e a qualche uomo che capisce la differenza fra magenta e fucsia.
  4. Io preferirei davvero che tu evitassi di assumere comportamenti che offendano te stesso, o il tuo partner consenziente, maggiorenne e mentalmente maturo. Per chiunque avesse qualcosa da obiettare, penso che l’espressione corretta sia “Andate a farvi f******”, a meno che tale espressione non sia ritenuta troppo offensiva. Nel qual caso possono spegnere la TV e andare a farsi una passeggiata, tanto per cambiare.
  5. Io preferirei davvero che tu evitassi di sfidare, a stomaco vuoto, le idee odiose, bigotte e misogine degli altri. Mangia, e solo dopo prenditela con gli s******.
  6. Io preferirei davvero che tu evitassi di erigere chiese/templi/moschee/santuari multimilionari in onore della mia spaghettosa bontà, perché tali soldi potrebbero essere meglio spesi per (fai la tua scelta):
  1. Sconfiggere la povertà
  2. Curare le malattie
  3. Vivere in pace, amare con passione, e ridurre il prezzo delle pay-Tv. Posso anche essere un essere onnisciente dai carboidrati complessi, ma apprezzo le cose semplici della vita. Dovrei saperlo, No? Io SONO il Creatore!
  1. Io preferirei davvero che tu evitassi di andare in giro raccontando alla gente che ti ho parlato. Non sei mica così importante. Finiscila! E poi ti ho detto di amare il tuo prossimo, mi capisci o no?
  2. Io preferirei davvero che tu evitassi di fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te se sei uno che apprezza, ehm, cose che fanno largo uso di pelle/lubrificanti/Las Vegas. Se anche l’altra persona le apprezza (purché si rispetti il quarto punto), allora dateci dentro, fatevi foto, e, per l’amor di Mike, indossate un preservativo! In tutta onestà, è un pezzo di gomma. Se non avessi voluto che fosse piacevole farlo, avrei aggiunto delle spine, o qualcos’altro.


Vorrei proprio vedere una foto di questo dio, vorrei proprio scambiarci quattro chiacchiere. E non più per ucciderlo mentre si distrae, ma per spiegargli dove ha sbagliato e dove non poteva fare di meglio (ci credo, è dio…). Che secondo me le donne le doveva fare un po’ più brutte, così è troppo facile che ci tagliamo quando ci offrono il coltello dalla parte meno propizia. E poi avrei lasciato i continenti tutti attaccati, come nel modellino di prova. Così la gente avrebbe abitato una terra rotonda e Bossi non ci scassava la minchia con sto federalismo. Una cippa lippa che poi riesce a distinguere il sud dal nord. Poi se dio non è ancora convinto potrei spiegargli che sarebbe stato più economico disegnare le cartine, planisferi e che pure la geografia sarebbe stata più semplice da imparare.

Infine farei una richiesta per dio, sempre se esiste. Che non s’offenda se lo scomodo per così poco, ma per me è una cosa veramente importante.
Potresti farmi arrivare una mail dall’ambasciata di roma con allegato il visto per il Canada?
Tuo(ovvio), leluccio!

Bei tempi…

[…] Quando la vita per un attimo ti sorride, come una donna incontrata per la strada e mai più rivista, quando le foglie cadono dagli alberi e tu sei lì ad ammirarle, quando tutto ciò che ti circonda ignora la tua presenza e tu non fai altro che goderne, quando provano a morderti i tendini e tu stai lì che saltelli con una fune gioendo..ecco, perchè io dovrei continuare a pigiare questi stupidi tasti ?
C’è un mondo là fuori che è marcio, e io porgo saluti e gentilezze ai miei futuri boia preferiti. E io non mi curo dell’attimo, e della pioggia e delle zanzare. Non posso far altro che ringraziare il corso degli eventi, provare a introdurre un elemento magico e illudermi che sia tutto frutto di qualcuno che mi vuole bene.
E guardarmi intorno, e non dover più lottare per ottenere ciò che m’è stato ingiustamente tolto. Non più adesso, adesso che nessuno può togliermi ciò che sta a fianco a me. Nemmeno ingiustamente.