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Ora, né prima né dopo

I understand how in this post I may not sound in full control of my mental abilities. The last person I have been with one day asked me if I was ever diagnosed with any attention disorder or speech difficulty. If I really had to have a disability I’d pick a damn good one, not any distracion-disease kind of thing. Anyway, being a good engineer I haven’t fully ditched the possibility of being medically insane.

Ho trovato nel mio vecchio grigio nokia delle note che scrissi fra il 2007 e il 2009. Prima e durante gli anni universitari, gli ultimi anni tra i più difficili che ho mai vissuto. Li riporto qua, senza filtri.

29 settembre 2007
Il disgusto, il suo “modo”. Ho la nausea.

30 settembre 2007
Preferirei essere una schifosa e fugace blatta che un uomo sconfitto in amore.
Preferirei essere vinto da una uomo con una spada che da una donna con una emozione.
Eppure continuo a vivere sconfitte inevitabili, gioie offuscate. Il dolore e l’amore necessitano ore e ore per potersi affermare con costanza. Tremendo!

10 Ottobre 2007
Non lo tollero. Sono triste anche quando c’è il sole. E piango insieme alla pioggia. Davvero triste

24 Ottobre 2007
Se non avrò riflettuto sulla caduta di una piuma mi uccideranno.

24 Ottobre 2007
La felicità è quell’istante in cui sogno e realtà coincidono.

26 Novembre 2007
Qualsiasi bomba prima di esplodere ha la pazienza di aspettare il momento opportuno.

04 Dicembre 2007
Non ho usato un bastone per imparare a camminare

30 Dicembre 2007
Gli uomini con la tristezza in cuore sono troppo pesanti affinché questo mondo li regga a lungo

30 Dicembre 2007
E’ più facile fermare una cascata che una triste lacrima. Ti riga il volto scalfendolo.

12 Gennaio 2008
X25S5R

13 Gennaio 2008
Perché piangere per la mia vita miserabile. E’ la sola che ho. Pertanto la sola che vorrei avere.

14 Gennaio 2008
Vi sono innumerevoli quantità di diversità. Esplorarle è un istinto, danzarle fino allo sfinimento una saggezza.

14 Gennaio 2008
Un cerchio impenetrabile da qualsiasi membro esterno ad esso. Qualora si riuscisse a penetrare si corre incontro a due diversi rischi: distruggere l’armonia o, cosa ben peggiore, venirne incatenato divenendo parte necessaria e inscindibile

17 Aprile 2008
Beh ci sono abituato a esser scaricato da una all’altra parte, da chi non ti vuole a chi neanche si è accorto che esisto. Non è difficile trovare l’equilibrio, il più è mantenerlo. Il freddo di Monaco ha gelato i restanti pensieri.

13 Settembre 2008
Quando le giornate smetteranno di essere sempre nuove e piene di scoperte, quando la pioggia diventerà un’abitudine triste e non necessario momenti di riflessione, quando la gente sarà caos e non più “nuove opportunità”…Allora avrò nostalgia di casa, della mia casa.

25 Settembre 2008
Sei accanto a me, in un paese freddo, da circa 3 ore. Tanto dura il tuo sonno. Non so calcolare quanto tempo ho speso a guardarti…Non sono secondi o minuti…Sono emozioni e sentimenti…e questi non conoscono orologio che li misuri…Hai un’aria rilassata, un naso raffinato, delle labbra sottili…Quanto darei perché tu adesso potresti guardarti dall’esterno, coi miei occhi!

27 Settembre 2008
Si sono spenti…Come torce quando c’è troppo vento…I tuoi occhi non sono più neri, non ti trafiggono più come un tempo. Non sempre tutto va per il meglio: ma domani il vento cesserà, e il fuoco tornerà a brillare. Nei tuoi occhi.

27 Ottobre 2008
Su quell’hamburger di carne di seconda scelta solo un po’ di maionese poteva camuffarne l’odore. Ma costava 1.99€.
Decisamente troppo.

05 Novembre 2008
Si avvicinò un vecchio e sussurrò: “mi può prendere quella cosa…su quello scaffale…”.
Poi aggiunse: “Cosa vuol dir diventar vecchio…”.
Si scusò.
Si voltò e scomparì.

24 Marzo 2009
Vado in palestra. Milano. La desidero per me. In realtà mi sono invaghito di una filosofa. Credo sia quella che cerco da un po’ di tempo e che ho ritenuto d’averla scovata un paio di volte. Nulla è casuale. O forse no. Forse lei ha ritenuto me quello giusto, ma questa è solo un’impressione.
Verificherò il modello immaginatomi.
Sarebbe veramente la botta di vita, anche se già prevedo centinaia di impervie.

8 Aprile 2009
I segreti dilaniano il destino. E se sono stati pronunciati da donne lo insultano, lo frustano, lo stuprano.
E ammazzano la monotonia.

10 Maggio 2009
Il mio modello era scoglionato. Diciamo pure che le impervie ci sono tutte. Ora dovrò alzare le maniche e ergermi ritto:
inizia la scalata..

30 Giugno 2009
Privatemi del cibo per un mese intero, mandatemi in un deserto senz’acqua, fatemi lavorare di giorno e rinunciare al sonno la notte. Picchiatemi frustatemi e umiliatemi. Ma se avrò una donna al mio fianco -una donna da amare- io non mi lamenterò.

20 Luglio 2009
Se morissi ora, né prima né dopo, sarei soddisfatto di ciò che sono stato, di ciò che ho sognato, di tutte le mie sconfitte.
Ora, né prima né dopo.

FDC – 11

  • Pensavo che accadesse solo agli altri. Fatti hanno succhiato via la voglia di scrivere. Ma come dice la parola stessa, sono fatti. Passato. E’ passato.
  • Parlando di passato, ieri ho studiato il passato nelle mie lezioni di portoghese. Sì, sto imparando portoghese.
  • Parlando di passato 2: qualche giorno fa, forse ieri, ho visto una scena di un film. Normale un po’ violenta ma, come dice la parola stessa, da film. E ho capito che sono marchiato a vita. Sono entrato in panico, battiti cardiaci schizzati al cielo. Non c’è dimenticanza per ciò che più si ignora.
  • Torno in Italia il mese prossimo. Spendo una settimana al mio paese, un’altra quasi a visitare degli amici. Dell’università, quella che sembra ormai una vita fa per me ma che -per altri- è ancora la quotidianità.
  • Non hai fatto che metà del tuo dovere
  • Sono diventato un residente permanente del Canada. Un giorno scrivo come si fa.
  • Nel frattempo mi sono iscritto all’AIRE: Anagrafe Italiana Residente all’Estero. Pertanto ufficializzo il mio non pagare le tasse al paese italico. E per tutta risposta non avrò più un medico di famiglia. Uh uh uh Italia, calm down now!
  • Quest’anno farò per la prima volta quello che i ricchi fanno. Mi prendo la vacanza. Due settimane. Non so ancora se sarà lungo la costa ovest americana in camper o se sarà durante l’estate dell’emisfero australe da qualche parte nella costa atlantica del Brasile.
  • Parlando dei ricchi: adesso non ho più un solo paio di scarpe per tutto. Ad oggi il conto è il seguente: scarpe di ginnastica, scarponcini, scarpe intermedie (casual), scarpe da hiking marroni, scarpe da hiking rosse (nuove), scarpe buone nere che luccicano. Mancano le scarpe da palestra, ma 100$ erano tanti e non li volevo spendere.
  • “Mio padre pretende aspirina ed affetto e inciampa nella sua autorità” (da qui)
  • Mio fratello, di cui scrissi qua i troubles che dovette andare incontro per entrare in una scuola militare, si sta per diplomare. E ha fatto i concorsi per la scuola militare 2 (credo si dica accademia). Di tutti quelli che vogliono fare il pilota è arrivato 80° circa. Ce li abbiamo 80 aerei in Italia?
  • Sto cantando a squarciagola. Che brutta scena. Tutto il sangue che sgriccia e mentre si canta.
  • FDC per chi non lo sapesse vuol dire flusso di coscienza. Che avevo scritto coscenza ma poi ho corretto. Che perfino chi ha sbagliato può ritentar.
  • Sto diventando bravino a impastare la pasta. E’ da mesi ormai che faccio il pane regolarmente e di recente ho provato le focacce (che avevo scritto focaccie) del mio paese e son venute buone.
  • Ho finito il flusso.

FDC 10 – “Vabbè che ci sono le spine…ma 9€ cazzo?”

Battevo i pugni sul tavolo che con un pugno battevo un pugno e con l’altro mano tenevo il computer perché non cadesse. E io chiedevo perché io fossi caduto e a questo perché né questi né quegli altri avrebbero potuto rispondermi. Piangevo il calore dell’infermo nelle mie lacrime ed erano salate come il mare in tempesta.

Riempi la pilozza di acqua e poi presi della terra. Diventò un impasto di terra e acqua, era già una sorpresa. Poi ci infilai un dito e iniziai a dipingermi la faccia con quella crema naturale. Quando ritenni che era soddisfacente tornai in casa e mi feci vedere dalla mamma. Mi chiese che cosa avessi combinato. E io: guarda mà, come gli indiani.

Quando ero piccolo avevo un’altalena che se la oltrepassavi si viaggiava nel tempo (nel passato). E se la oltrepassavi nel senso opposto si viaggiava nel futuro. Il rischio era scordarsi da quale parte si era passati, così mettevo un ramoscello per ricordarlo.  Poi diventai grande e la macchina del tempo si ruppe.

La macchina del tempo

Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. 
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura”.

Mi piaceva questa ragazza. Nicol. Credo ci fosse una alla fine ma per me è sempre stata Nicol. Aveva una voce roca e i capelli corti ma a me piaceva e andava bene così. Le scrissi una scritta, MONOLITICA. Nicol ti amo. Poi migliorai con gli anagrammi, tendo a farlo. A migliorare. Decisi che se avessi avuto una figlia l’avrei chiamata Nicol. Poi decisi di chiarmarla Fabrizia, poi Giulia, poi fu Stefania, poi fu…Tendo a farlo, a perseverare.

Qualche anno fa ero ad un esame di Reti Logiche. Me ne andai prima della fine sbattendo una porta. E mi arrampicai su un albero, ci restai accovacciato finché ne avevo abbastanza. Poi scesi, presi un pezzo di ramo e me lo misi in tasca. E Giulia fin da allora si chiede perché lo tenevo in tasca.

Sul mio volto, sulla mia parte sinistra tra la mandibola e il collo ho una cicatrice d’acne. E’ un buco, un fottutusissimo buco dal diametro di un punta di stuzzicadente. Quando mi rado, la lametta non lo taglia: il pelo di barba dentro il buco resta salvo. Ma poi prendo una pinzetta e lo scippo. Anche se ho un buco d’acne lo deve sapere che sono io che decide chi resta attaccato al mio corpo e chi mi può cancellare dalla sua memoria.

Una volta ho finto di dormire mentre i miei genitori discutevano su come spendere undici milioni di lire. Mia mamma disse che era meglio comprare un divano che mangiarseli a cibo. Per circa 20 anni è stato il divano buono e quindi ci si sono potuti sedere solo gli ospiti. Del resto io mi sono convinto che è scomodo.

La mia prima memoria che ho di me che mi guardo allo specchio è me che mi dico mazza che sono brutto. Mi ma me a me e me. Meh!

Quando dico che sarò qualcuno lo dico davvero. Gli altri non lo sanno ma io ci credo veramente. E tristemente non c’è niente che mi può fermare. Sono nato povero e piangendo. Piangerò tutta la mia vita pure di morire ricco e piangendo. E se muoio giovane non potevano dire che avevo la volontà ma non mi impegnavo.

Un saluto alla signora Carmela che per una decina d’anni mi ha ingannato ogni mattina quando mi diceva che erano le 8 e facevo tardi a scuola. Erano sempre e dico sempre le 7:30.

Buon compleanno. E questo è l’unica volta che non parlerò di me. Ops…!

Buon compleanno.

L’amore e il led della webcam

  • In questo post non si parla della scuola che ho frequentato in Canada,
  • Questo post non è stato scritto sotto l’effetto di alcool se escludiamo un bicchiere di Chianti durante la cena,
  • Questo post non è influenzato da avvenimenti recenti, in qualsiasi modo ciò possa essere congetturato (volpe e uva/cù si vaddau si savvau/il lupo come opera pensa, come mangia rutta),
  • Alcune esagerazioni potrebbero essere “esagerate” ma necessarie per esprimere validi concetti,
  • Preferendo la teoria delle stringhe e la simmetria tra spazio e tempo all’imperscrutabilità divina, sebbene mi sono tutte assolutamente indecifrabili, questo post è stato scritto sotto l’influenza della scienza (vedi post sul cervello).

L’amore non esiste. Il burro d’arachidi esiste, l’olio esausto esiste, la serranda esiste (non in Canada, abbiamo le veneziane noi). Ma l’amore non esiste. Cioè esiste ma…vengo e mi spiego.
Il bacio, cos’è l’amore se non la conseguenza di un bacio (“Amore mio ti bacio sulla bocca che fu la fonte del mio primo amor…”). Ci vogliono 34 muscoli facciali e 112 posturali per dare un bacio, c’hanno scritto poesie e canzoni, città e dolci sono diventate famose per un bacio e, personalmente parlando, ha aggiunto un altra data a quelle che definirei una interessante serie di eventi che mi accadono il ventisettesimo giorno del mese. Ma il bacio non è nient’altro che un lascito della nostra evoluzione (perché si, non ci ha fatto dio. Al massimo dio ha fatto le scimmie, se non i pesci…). Il bacio era il modo che la madre aveva per rigurgitare il cibo pre-masticato al figlio, la lingua era il modo per spingere il cibo nella bocca del figlio che beneficiava sia del cibo sia dell’atto del succhiare la lingua della madre[*]. Attualmente si ritiene che il bacio abbia anche la funzione di cercare partner con sistema immunitario diverso dal proprio, al fine, in termini evolutivi di favorire il riassortimento genico e aumentare le probabilità di sopravvivenza della prole. That’s amore, ci rissi chiddu.
E se il bacio era l’origine dell’amore, e il bacio abbiamo capito cos’è, cos’è l’amore? Esiste? Possiamo scegliere di amare o è come il led della webcam (paragone ardito, il led della webcam infatti è collegato in hardware alla webcam stessa: se si accende l’una si accende pure l’altro)?
L’amore è ossitocina, neurotrofina e feromoni. E testosterone, chi se lo scorda quello, c’ho fatto le più belle minchiate della mia vita. Anzi dovrei cambiare il titolo: Testoteruni cù l’uossi aruci.
La maggioranza della popolazione umana è monogama perché ad essere poligomi si rischia di contrarre delle malattie sessuali che possono causare fertilità, danni al feto e maggiori rischi duranti il parto. Non si chiama amore quella cosa che unisce due persone per l’eternità: si chiama voglia di non estinguersi e questa voglia è come il led della webcam: è quello che sappiamo fare meglio, sopravvivere finché morte non giungerà.
Perfino il linguaggio umano, cosa di cui andiamo tanto fieri, si pensa sia stato selezionato durante la nostra evoluzione per scambiare segnali, riscontri e cenni comprensibili per giudicare la potenzialità di eventuali amanti[**]. Perché se non ci accoppiamo moriamo per sempre, hai capito?

La capacità umana di provare l’amore si è evoluta come segnale inviato a potenziali compagni sessuali, segnali che suggeriranno che il partner sarà un buon genitore e che sarà altamente probabile che passerà alla prole ottimo codice genetico[***]. Noi non amiamo, noi amiamo sopravvivere come specie e faremmo di tutto per non estinguerci. Sotto quest’ottica una visione più istintiva, dolce e romanzata dell’amore ha assolutamente senso. Sono perfino grato di tutto ciò, cosa credete che un ipotetico alieno possa pensare se sapesse cosa facciamo nelle nostre camere da letto (a riguardo vedesi qui e qui)?

Il fatto che sono capace di razionalizzare non vuol dire che non riesco a vivere la Favola. Anzi proprio in questo momento è quello che spero di più (insieme a quel discorso dei soldi, quello va senza detto). Ma io sono un ingegnere e più importante credo nella scienza. In più sentivo la necessità di dire la mia a tutti quelli che vanno dicendo che dato che noi crediamo nell’amore senza vederlo, allo stesso modo dovremmo credere in dio senza vederlo. Perché si sente. Se accettiamo la validità del primo sillogismo dovremmo pure accettare il secondo (che ne è un derivato): se l’amore è una frottola raccontata da Darwin e dalle sue teorie, la frottola di Dio chi ce l’ha raccontata?
Ma per fortuna io credo che il primo sillogismo è falso…

Detto tutto ciò, io ho un segreto che solo un’altra persona conosce (oltre a me, sia chiaro). Non so che farci, proverò a nuotarci su. O forse ci si può pensare a Parigi. O quando scendo le scale, o quando dormo (no quando dormo no, che penso ai bug).

Chemical basis of love

 

[*] = Eibl-Eibesfeldt, Irenäus (1983), “Chapter 3: A comparative approach to human ethology”, in Rajecki, D. W., Comparing behavior: studying man studying animals, Routledge
[**] = ^ The Mating Mind: How Sexual Choice Shaped the Evolution of Human Nature by Geoffrey F. Miller in Psycoloquy (2001) 12,#8
[***] = ^ Sexual selection and mate choice in evolutionary psychology (PDF) by C. Haufe inBiology and Philosophy doi:10.1007/s10539-007-9071-0

Ivan (non quello che m’assomiglia)(ma forse, si!)

Lo vedete questo? Si chiama Ivan Ukhov. E’ un russo, nato nel’86 ed ha appena vinto la medaglia d’oro nel salto in alto alle olimpiadi. Chiaramente, il salto che avete visto nel video (e se non lo avete fatto vedetelo adesso!) non è il salto vincente. Quel salto risale al settembre 2008, quando fu trovato ubriaco di una bevanda portoghese chiamata Medronho. Perché aveva litigato con la fidanzata.

La trova una storia impressionante. Ubriaco a Losanna, volle comunque provare a saltare. Che del resto è quello che sa fare. Dopo 4 anni riprova a saltare ed è l’essere umano che salta più in alto nel pianeta Terra. Quello che lo avrà spinto ad allenarsi per quattro anni duramente e lo ha portato adesso sul tetto di Olimpia non posso scriverlo dato che non lo so. La morale é:

Non importa se litighi con la fidanzata, non importa quanto brachetto ti sei bevuto, non importa se ricevi un pesante avvertimento dalla IAAF. Se lavori duro le tue palle saranno le più alte nel cielo. No aspè..diciamola poetica…Non importa se litighi con la fidanzata, neanche la gravità può rallentarti quando sei destinato ad essere il migliore del mondo. E hai nel petto il cuore del Ribelle.

 

Non scrivo da tanto, lo so. Cosa sto facendo? Guardo le olimpiadi (era chiaro no?), lavoro duramente per saltare più in alto di tutti, mi godo la mia famiglia per questi ultimi giorni, resto sveglio per guardare l’ammartaggio di Curiosity (c’ho una storia a riguardo), mi alleno a saltare, a saltare.

The heart-cycle

Achtung Achtung I am going to expound my new theory that clams to be universal, true and valid for each period of the Year, included April, the First and February the 29th when there is on the calendar. Actually it works just for me, I am not sure about its sensibleness and validity during the passing of the time, you should have imagined.

Even thought what I say around, emotionally I am like a quail egg: I stink and I am weakling. But with my working brain I thought a theory, again inspired by a true story: the bicycle. Indeed, the principle why it doesn’t fall. Because it’s fast, fall a bit on the right and a bit on the left and thus it stays on the middle in a sophisticated and intriguing way. But if you let it go, the bicycle unfortunately fall, I mean it fall gracelessly.
And in this way I work out, in this way my emotions work. I give to my little heart an input: four, five brasilians, a french, swiss until the God says stop (sicilian expression that means “endlessly”). I am not the italian that everyone at the school thinks I am, it’s just that I’m worried my heart-cycle all of a sudden fall. And when it falls it hurts, blood flows in the heart. A lot of blood. Explaining my metaphor, falling from the bicycle means fall in love. To me, being italian and therefore religious (irony!), it has been said to me “love your neighbor”. Thus I do it. All of a sudden I fall. Without helmet I fall (in italian sounded like a wordplay: first person singular, present simple of to fall and helmet are the same word: “casco”. It would have been: Senza casco, io casco). Falling hurts me and don’t start to tell me that all this falls are making you fall your arms (again wordplay using an italian expression, in english the same expression is said “it is off-putting”). Romantically I could say I am made for loving, engineerically I could say:

if (love()) 
     then {existence() is true;}

It doesn’t matter how you say it, what matters is what I am doing. I’m trying to protect the integrity of my emotions. Because if falling is painful I want to fall just when it is worth it.

So, even though this swiss smells like clouds before a rainstorm, look this movie with her and then drive her home. Are we understood, beast (originally in sicilian)?
And if she asks more?

 

The original post is here: http://www.minciati.eu/2012/02/la-cuore-cicletta/. Every noticed mistake will appreciate to be found and corrected. Help them.

Giorno 17 Aprile (Mount Doug Trip) + L’ennesima svizzera

Scrivere un post dopo quello che precederà questo è sempre una cosa difficile, ci sono dei post in questo blog che considero – pur tenendo conto tutto l’impegno ad essere obiettivo – dei capolavori, delle cose che se un giorno scrivono una mia biografia e trovano questo blog diranno “anvedi aoh!”.

Bene questo sarà un post un poco multimediale e persino interattivo, nel senso che ci saranno parole ma anche immagini, video e persino i dati gps della mia ultima scorrazzata in bici. Cioè, mi potete pure dire che sbaglio i congiuntivi ma no che non sono originale. Questo no!
Iniziamo con le anteprime. Simone dice che quello che ho fatto precedentemente è un vlog (non è uno sbaglio sebbene la b e la v siano vicini, vuol dire che un blog ma fatto da video, scemi!) e siccome l’esperimento non mi è dispiaciuto ho fatto un altro video in cui aggiorno quello che avrei dovuto fare oggi, che poi l’ho fatto pure ma questo ieri non si sapeva. Schiaffatevi questo video, breve promesso!

Adesso avete visto pure l’Io in abiti da ciclista (pure col caschetto eh, mica cetriolini e capperi sottosale!).
Mount Douglas è un’altura di appena 200 metri ma sono sembrati infiniti con quella bici. Cioè non sono affatto in allenamento, la vecchietta sessantenne a piedi mi stava sorpassando se non facevo lo scatto della disperazione. Il giorno era piuttosto nuvoloso e la vista non era delle migliori. In più era freddino, che il sudore si stava asciugando addosso (come amo inserire queste espressioni dialettali tradotte!). Ma è stata una esperienza spettacolare, in particolare la discesa che purtroppo non ho filmato. Ma c’andrò di nuovo solo solo per scendere di nuovo in quel sentiero. Vi faccio vedere qualche foto del monte, della vista e di me che faccio il minchione?

Se volete rivedervi le foto, scaricarle o stamparle come poster le trovate sulla pagina Canading, l’ultimo album ovviamente.

Ma, dulietta ora gli piglia il colpo, pensate che con tutto quel ben di dio di natura alberi e rami sarei rimasto coi piedi per terra? Ma quando mai, io sono fatto per fare le minchiate (sebbene indossando un caschetto che sono in Canada ed essendo di tanto in tanto responsabile). Altro video per far incavolare dulIetta che il giorno che mi farò seriamente male dirà ti l’avia dittu iù. In quel giorno dovrò stare zitto e dire c’avevi ragione (se sarò morto mando un telegramma con tanto di stop!).
Sto giro il video ce l’abbiamo in HD che l’ho fatto con la nikon:

Finiamo il capitolo Mount Doug inserendo i link ai tracciati gps dell’andata e del ritorno. Raccomando altamente di non fermarvi alla schermata generale che vi farò vedere qui sul blog ma di vedere tutti dettagli (ci sta il bottone sulla mappa): potrete così vedere la mia velocità collegata all’altitudine e al posto in cui mi trovavo, scoprirete quanto è alto precisamente Mount Doug, che ho raggiunto un picco di 65km/h in quasi pianura e cosa è successo alla mia velocità quando ho iniziato a confrontarmi con la salita.

Per finire questo post parlando d’altro vi racconta della nuova svizzera. Diciamo che a quanto pare c’ho un debole per le svizzere. Quando poi questa è bionda, occhi chiari, piercing sul dente (avete capito no?) e parla italiano ho deciso che sarebbe stata un interessante modo per spendere un po’ di tempo invece che continuare a farmi i video da solo e a scalare i rami sul monte. Dopo la mia frase in tedesco (l’unica che so) in cui le dicevo che mi pareva attraente, dopo aver ricevuto lo stesso complimento pensai: questa è la volta buona. Ma no, invece. Come breve premessa devo dire che avevo capito che forse non sarei stato il suo tipo dopo essermi sentito dire che sa dov’è Milano perché ci va a far shopping (cioè questa viene della Svizzera per fare shopping a Milano? Sarà che non sono del giro…ma io non ci sto capendo niente!). Altra cosa che mi aveva insospettito era quel suo fare un po’ da mignotella che ha trovato un altro italiano pronto a darle soddisfazioni. Non che io sia contento a sembrare gay, non che ne avevo le intenzioni. Ma questa prima ha iniziato a credere che Sergio fosse la mia fidanzata (correntemente è lui la mia relazione sullo stato di fb) e poi, dopo aver spiegato il quiproquo grazie all’intervento di Sergio in persona pirsonalmente ha continuato a credere che io c’abbia la zita e che la stia tradendo con lei. Qui le cose sono due: o sta mentendo e s’è trovata una scusa (originale però la bionda, aggiorniamoli ‘sti stereotipi!) o io sono troppo bello che mica ci si può credere che sia ancora sul mercato. Ed è qui che mi venne in mente una celebre battuta in un film di Celentano:
Sono così bello che ho dovuto ricorrere a un istituto di bruttezza.
Che dite? Possibile?

Il cammino di Baiano

Lo ammetto questo posto lo sto scrivendo per riempire un ansioso buco di tempo di un’ormai appena ora e mezza. Era tuttavia un intervento che dovevo fare, in canna da giorni. Non si parlerà di Canada (giusto un pochettino) perciò coloro che sono interessati soltanto a quello possono fare marcia indietro.
Anni fa mi piaceva una ragazza. Come spesso è accaduto da queste mie parti le emozioni non erano ricambiate, ma come ancora più spesso è accaduto (sempre da queste parti) la cosa non mi riguardava. Cioè in effetti mi riguardava, ma io non l’avevo capito. E siccome ho sempre tenuto in gran considerazione l’importanza dei gesti (simbolici o meno) mi sono messo a dipingere l’Impresa. Una cosa illegale, infantile, tecnicamente infantile ma impreziosita da dei giochetti da settimana enigmistica. Stupido si ma con originalità. Credo che la spiegazione sia questa: per bilanciare tutto questo slancio di emozioni verso l’esterno ho creduto che una missione suicida in solitaria avrebbe creato un gesto almeno tanto grande da auto-celebrarmi (o auto-coglionarmi) per un po’, per il tempo necessario a ricominciare a dire io continuo ad esistere, guarda cosa sto facendo.
Ecco, detta così sembra una cosa poetica e bellina da raccontare. Ma sapendo ciò di cui sto parlando vi avviso che in realtà come gesti simbolici (con lo scopo sopra descritto) ho sempre fatto delle minchiate. “Divertenti” e un po’ fuori dall’ordinario. Del resto ubriacarsi per dimenticare è già stato fatto da centinaia di essere umani, dovevo fare qualcosa di nuovo. Di innovativo. Una minchiata diversa insomma. Eccone un’altra. Altro stile, altra storia.

 

Se sono qua a scrivere vuol dire che dal cavalcavia non sono caduto. Perché sono tornato indietro. Ma come dico nel video di “tornare indietro” non se ne parla. Esattamente mi trovavo qui:


Vedi mappa più grande

E sarebbero stati soltanto 600 e rotti metri di cavalcavia dico io:

 
Vedi mappa più grande

Beh, adesso che posso guardare su street view come quella strada continua devo dire che sono stato bravo ad immaginare che forse fare un passo indietro sarebbe stata la scelta giusta!
Vedete in questa storia che non sto raccontando (ma che la sto facendo vedere e intuire a pezzi) c’ero io, alla stremata e sfrenata ricerca di tappare qualche buco dai cui, sebbene fosse passato tempo, uscivano ancora emozioni. Ma di dipingere altri muri non se ne parlava. Le esperienze sono belle perché si può decidere di non ripeterle, perché se ne possono avere sempre di nuove e originali. E dopo aver lavorato tutta l’estate avevo il diritto (e i soldi) di fare la prossima esperienza. Il cammino di Baiano lo possiamo chiamare. Fu così che arrivato alla stazione dei treni più vicina invece di prendere a destra presi a sinistra. E c’è da dire che dritto non si poteva andare, praticamente ho avuto sfiga. Quando chiesi al bar come arrivare su per i monti quelli del bar mi dissero che oramai arrivati a quel punto potevo prendere l’altra strada, una strada secondaria della (già) secondaria strada. Praticamente una mulattiera asfaltata con pendenze di 25%. Quelli del bar forse pensavano che avessi una grossa moto o forse un 4×4.

Quando ricevetti la telefonata

Io avevo poco più che una graziella e tanta forza di volontà nei polpacci e nel cervello. Fu una scalata epica, sotto il sole cocente (ebbene sì, ad ottobre il sole non è solo in Sicilia), senza cibo nello stomaco (perché avevo girato a sinistra cazzo!) e pure la Taverna del Sole era chiusa. Fortunatamente ho una buona memoria, fortunatamente là fuori c’è ancora gente disponibile a dare un tozzo di pane agli affamati. Quella giornata è quella che io chiamerei una giornata perfetta: fatica, profonda spensieratezza, raggiungimento degli obiettivi prefissati. E poi vogliamo parlare del panorama, delle bellezze del caratteristico paesaggio? Di seguito una delle amenità riscontrate.


“‘more non dimenticherò mai il tuo budino” [cit. dal Guardrail]

La discesa è stata la parte più eccitante. Un po’ perché preferisco l’alta velocità, un po’ perché dopo quella salitaccia (per giunta avendone fatta di più dopo aver sbagliato strada) quella discesa fu la fine delle sofferenze. La liberazione. E poi si doveva correre che c’era un treno da prendere più di 13 chilometri lontano con 40 minuti rimasti. E il treno avrebbe condotto verso quella sera, graziosamente definita come l’ultima cena. Senza budino è chiaro, ma c’ho pensato lo stesso al dessert :D

 

La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti [Albert Einstein]

La cuore-cicletta

Achtung Achtung, sto per esporre una mia nuova teoria che pretende di essere universale, vera e valida per ogni periodo dell’anno comprese il primo d’Aprile e il ventinove di Febbraio quando c’è. In realtà funziona solo per me, non sono sicuro della sensatezza e della sua validità nel corso del tempo. L’ho già detto che è nuova, lo dovevate immaginare.

Nonostante quello che vado dicendo emozionalmente sono come un uovo di quaglia: puzzo e sono deboluccio. Ma col cervello funzionante ho pensato a una teoria, ancora una volta ispirata a una storia vera: la bicicletta. Anzi, il principio con cui la bicicletta sta su. Perché è veloce, cade un po’ a destra e un po’ a sinistra e quindi sta al centro in una maniera elegante e intrigante. Ma quando la lasci andare la bici prende e casca disgraziatamente, cioè voglio dire…in un modo sgraziato.
Ed è così che funziono, che le mie emozioni funzionano. Do al mio cuoricino un botto di input: quattro cinque brasiliane, una francese, svizzere a signori buonu ciui. Non faccio l’italiano come tutti a scuola pensano, è solo che c’ho paura che la mia cuore-cicletta prende e casca. E quando si casca fa male, nel cuore ci passa il sangue. Tanto sangue. Spiegando la metafora una caduta con la bicicletta vuol dire cascare innamorati, falling in love. A me, essendo italiano e quindi religioso (ironia pungente), mi è stato insegnato di amare il prossimo. E così io faccio. Prende e casco. Senza casco, io casco. Cascare mi fa male, e non ditemi che questi cascamenti vi stanno facendo cascare le …braccia. Romanticamente potrei dire che sono fatto per amare, ingegneristicamente potrei dire:

if(love())
then {existence() is true}

Non conta come lo dici, conta che so quello che sta facendo. Sto cercando solo di salvaguardare l’integrità delle mie emozioni. Perché se cadere fa male io voglio cadere solo quando ne vale la pena, worth it!

Perciò anche se questa svizzera profuma come le nuvole prima di un acquazzone, guardati sto film e riaccompagnala a casa. N’amu capitu bestia?
E se chiede di più?

L’istituto di bruttezza

Per la serie In solitaria, ho una ennesima stomatite. Non lo so mica perché gli argomenti degli ultimi articoli sono così schifosi. Sarà mica colpa mia? Quando ho provato a spiegarlo a Joanna mi mancava questa parola, stomachite (che fra l’altro mi provoca una irritazione della gola, della parte terminale della lingua e un paio di afta sulle labbra). L’ho quindi cercata su internet ma ho scoperto -come sospettavo- che non esiste in inglese. In merito per chi può e per chi non lo ha ancora fatto consiglio la lettura di questo divertente articolo: http://www.bbc.co.uk/news/magazine-15987082.

Dicevo, dato che me lo posso permettere, ho deciso di combattere la stomatite in maniera naturale. Ho preso uno spicchio d’aglio e ho iniziato a rosicchiarlo mentre mi guardava quel che si potrebbe tranquillamente definire un b-movie: Eat, Pray, Love. Il listerin mi fa una pippa: cazzo se brucia l’aglio, ci credo che i vampiri sò ‘mpauriti! Alla fine c’ho messo il carico: una bella corona sale e limone.
Adesso anche se fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra non credo che una donna abbia il coraggio di avvicinarmi: aglio e birra birra e aglio aglio e birra. E non m’importa niente: né della stomatite né dell’alito a prova di vampiro.
Tanto la chat con gli odori non è stata ancora inventata!

Il “sapore” di un uomo

Un altro buon motivo per perseverare nella vita in solitaria è che puoi rimandare la doccia della mattina al mezzogiorno. Poi al mezzogiorno rimandarla a dopo la pennichella. Poi arrivano gli amici maschi per studiare, ma tanto loro puzzano più di me e così la posso rimandare a dopo la pizza dell’egiziano. Ma poi devo studiare, e quindi la rimandiamo a dopo lo studio.E adesso sto facendo una breve pausa, puzzo come un tricheco con una intossicazione alimentare, ma tanto per stasera nessuno poggerà i capelli sul mio petto. E io, io orgogliosamente puzzo.

[Aggiornamento delle ore 23:41: sono bello e lavato, profumo il giusto. Io l’ho detto eh…]

Della pedalata di ieri

Qualche giorno ho fatto una cosa che faccio di rado. Di cui un po’ me ne vergogno ma che talvolta deve essere fatta obtorto collo: sono andato in Farmacia. Dato l’argomento ne approfitto per ravvivare questo post qui:
http://gas12n.blogspot.com/2010/01/omeopatia-un-uomo-che-visse-troppo.html
Il pensiero m’è venuto quando ho collegato il luogo in cui mi trovavo, la farmacia appunto, le ingenti misure di sicurezza che fan pensare a quanti soldi girano intorno alla salute della gente e appunto la omeopatia, la falsa medicina dei ricchi. A queste condizioni sarei quasi ben disposto a consigliare il credo cieco per una religione, l’effetto placebo resta uguale ma quantomeno è gratuito (affermazione pretenziosa, anche lì di soldi ce n’è a palate).
Insomma ero lì per comprare degli integratori. Che, lo riconosco, stanno giusto un passo oltre l’omeopatia, al confine fra l’esoterismo e la vera medicina. Tant’è che pur di ritrovare un po’ di energia sono disposto persino a ingoiare boccette piene di un gustoso liquido, chissà se effettivamente funzionante.
Ma ieri nonostante il mio Eufortyn mi sentivo molto due punti incazzato nervoso moralmente sotterrato spossato (con due esse) e senza molta voglia di respirare.
Eppure ero già alla seconda dose di boccette miracolose e avevo persino ingerito la dose di caffeina giornaliera. C’era solo una cosa da fare. Prendere a pugni tutto ciò capitava a tiro, liberando quindi le energie negative che mi stavano travolgendo.
Ma io, che sto a fatica diventando grande, ho imparato che se prendo a pugni le cose poi le cose si rompono. E si rompe pure l’orologio che solitamente porto al polso. Quindi ho imparato che uno bisogna togliersi l’orologio dal polso, due che bisogna dare i pugni a delle cose che non si rompono e tre che i pugni non si danno. In quest’ordine.
E perciò che me ne fotte, ieri ho ingerito la mia medicina. La bici. Dopo le dieci, dopo mangiato, ho messo le lenti, il giubbettino dell’ANAS e lo zaino delle emergenze (con cellulare, gps, acqua, soldi e documenti…non si sa mai quel che pensa la mia testa). E sono andato a pedalare. Il fatto che pioveva a dirotto ha incentivato il mio cantare senza pudore, che sotto l’acqua sono un pizzico più intonato. E poi far sgommare col bagnato è più divertente, cantare Fuori dal Tunnel al cimitero di Lambrate, e poi tornare a casa tutto zuppo d’acqua, e farsi una doccia ed andare a letto felice.
Stamattina ho fatto due starnuti, sono arrivato in laboratorio con una mezz’ora di ritardo.
Ma questo non m’importa.