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Sembra divertente…

Fatti. Intesi come eventi accaduti. Stavo in bici e sul cellulare parte questa canzone, Vita da Pirata di Edoardo Bennato. E’ una canzone molto bella, in genere Bennato è uno dei miei cantautori preferiti. La prima volta che ascoltai questa canzone stavo tornendo da un giorno di lavoro durato 10 ore. Inizio settembre di quest’anno, ero distrutto in tutti i sensi che questa parola possa mai avere. Ma ad un certo punto questa canzone iniziò a suonar così:

Sempre in cerca di avventure, notti e giorni a navigare E’ una febbre che non passa mai… E confesso il mio peccato, io non mi accontento mai e non c’è pazzia che non farei 

Tipo salire su quel tronco nella gita a Geraci. Quando lo abbiamo ricordato Daniele mi ha detto che era pronto a chiamare le pompe funebri e che si sarebbe buttato nel fiume per salvarmi. Duli ha detto che non si sarebbe buttata, e che comunque non capisce i motivi di salire su un tronco in mezzo a un fiume.
Sembrava divertente.
Ieri dovevo andare a ritirare il passaporto da G.G. Sfortunatamente abita dell’altra parte di Milano. Bisognerebbe prendere la verde scendere a S.Agostino e poi fare un tratto a piedi. Io non volevo pagare l’euro del biglietto, non volevo farmi il tratto a piedi e volevo muovermi un po’. Allora ho preso la bici e mi sono fatto i miei 15km in notturna. Di cui la metà sul pavet, mi sento ancora tutto tremare; e incluso c’è stato pure uno smarrimento lungo una certa Via Meda. Quando ho chiesto spiegazioni su come ritrovare la giusta via due signore per poco non s’afferravano nel tentativo di dirmi la strada ritenuta la migliore. Chi fa da sé fa per tre, disse Pippo.
Altro fatto divertente. C’è da sapere che in questi giorni di pasqua milanese sto a casa di Sergio. Ieri dopo pranzo dovevamo studiare, lo sanno tutti che il venerdì santo dopo pranzo si deve studiare. Ma mancava il caffè. L’avevo finito io nel tentativo di farmi un caffèlatte la mattina, ma ahimè il caffè non è salito e s’è bruciato. Sergio dice che senza caffè non può iniziare a studiare. Io dico c’ho la tessera del poli da scaricare. Ci vestiamo. Usciamo. Percorriamo quasi un chilometro per trovare il bar convenzionato. Abbiamo preso due caffè, due coca-cola e abbiamo giocato una schedina.
E tutto questo perché dovevamo studiare. E senza caffè Sergio non può studiare. E io c’avevo la canazza, malattia tipica dei siciliani.
Adesso con questa schedina diventeremo milionari. Verranno a farci le interviste sul perché abbiamo giocato proprio quei numeri (in realtà ha scelto la macchina), sul perché eravamo in quel bar a quell’ora, perché siamo ancora a Milano il venerdì santo. E noi risponderemo. Senza caffè Sergio non può studiare. E poi leggeranno il blog, avrò tanti visitatori da scordarmi chi è il visitatore misterioso (tiè), e poi m’arresteranno perché nel parco del Ticino è severamente vietato salire sui tronchi. Giulia mi dirà che lo aveva detto lei di restare al ponte con le barche. E io con le manette ai polsi dirò sembra divertente…

E’ già Pasqua alla 244/2 ( o forse /1…)

La pasqua quest’anno anticipa. La pasqua quest’anno arriva con le poste italiane. La pasta anche quest’anno è un evento di immensa gioia, di quelli che sai che sono belli belli bellissimi. E poi però saranno ancora più belli. Non mi sognerei mai di paragonare l’estate di un anno fa a quella di quest’anno. Le cose cambiano, le persone cambiano, tutto cambia. Come il mio orologio, per quanto monotono possa sembrare il suo lavoro, non si trova mai in una situazione precedentemente affrontata. Come bagnarsi nell’acqua di un fiume che scorre, ma questa l’ha già detta qualcun’altro e allora io faccio finta di niente.
E’ arrivato il pacco, quello che avevo richiesto. E tutta la mia pasqua sta lì dentro. C’ho trovato quel che cercavo ma le quantità sono stratosferiche. Insieme alle decine di litri d’acqua adesso ho anche il cibo per restare rinchiuso in casa per mesi.
C’era anche qualcosa che non avevo richiesto ed è stato come quando si conosce una nuova persona. Ci sta fuori tutta quella carta e scotch (particolare importante: ho squarciato tutto con un coltellaccio): bisogna riuscire a guardar dentro se si vuole davvero scoprire quanto potrà essere importante. Una volta eliminate le ovvie barriere di protezione trovi ancora carta da imballaggio. L’attesa è snervante e appena vedi il suo cuore inizi a sorridere. E poi più vai in fondo più scopri cose nuove, che non pensavo potessero esserci. E invece sono lì in attesa che tu li colga. E li mangi. Ho trovato di tutto, pastieri mandorle 2kg di biscotti fini cioccolata cobaita torrone nutella vape integratori piselli verdi ‘mpanatiddghi  noccioline savoiardi pane di casa due profumi diversi deodoranti ciunghe salatini arance cedri limoni chili di grana padano (che per inciso o mia Duli in Sicilia costa meno di 10€/kg). Perfino un giubbotto c’era in mezzo a questa roba.
Non merito che meno della metà della roba che c’è lì dentro. Tutta questa fiducia riposta sul mio capo ritengo sia eccessiva. Mangerò tutto di gusto, offrirò qualcosa agli altri ma io m’ingozzerò finché la mia pancia non mi farà male. Il fatto stesso che quelle cose siano state comprate vicino casa mia rende tutto favoloso, di un profumo maestoso, di un gusto paradisiaco. Sarò felice una pasqua…
E poi ci lamentiamo se ci dicono terroni, casa mia è l’emblema della Terronia. Arance, cedri e cioccolato modicano. E poi strani biscotti con la carne e carne messa dentro a una rosa fatta di pasta dei biscotti. 
E io mi trovo in mezzo a loro, loro che festosi mi diranno sottovoce mangia lè.
Come posso dir di no? 
Un attimo prima…
…e quello dopo.
I famosi pastieri, due stanno già dentro di me…
Oggetti di varia natura. Vediamo di non dare il Sustenium alle zanzare e bersi il vape

…cosa c’è? Ancora nutella?
Che vita sarebbe senza…
Mi ammalerò lo so, mi ammalerò!
Valli a ordinare poi… 
Confronto fra la dimensione della Pasqua e la mia mano
Fortuna che peso 64kg…

Fino alla fine della strada

Quando non c’ho tempo, come in questi giorni, di scrivere post su post penso ai post che potrei scrivere. Come detto più volte le cose migliori ti vengono in mente nei momenti più inaspettati. Ad esempio salire le scale(salire regge l’accusativo o è un sicilianismo?), non so bene il perché, è un momento molto prolifico per le mie opinioni. E poi in ordine sparso, mentre mi lavo la faccia quando inizio ad assopirmi quando faccio finta di far shopping.
E allora dopo la teoria del budino, le premonizioni del mio muro ho pensato che sarebbe un bello amarcord ritornare a parlare ancora una volta del muro, quello vero.
Il Muro è una cosa così importante che esiste un prima del muro e un dopo muro. Ci sarà un prima del Canada e un dopo Canada. E mille altri prima e dopo che segmentano la mia vita. Ma il muro segna il passaggio all’età quasi adulta, l’inizio della fase occhi cattivi e muso lungo e la fine della fase le femmine sono tutte buttane. Le femmine, infatti, sono tutte molto più puttane more&more. Poi anche quella fase è passata ma c’è voluto un pò, c’è voluto una cosa importante. Così adesso c’è anche un altre fase prima e dopo. Ma queste sono altre storie. Story of my life.
Duli dice che il mio vezzo a raccontare storie l’abbia preso da mio nonno. Macchè io mi sto esercitando per quando sono papà, che poi dirò a mio figlio cose del genere “…io alla tua età già[cosa a caso anche finta]!”.
Sergio invece, fra i nostri discorsi mentre copiamo noiose tabelle (che rappresenteranno -si spera per lei- il futuro di tutta la vita della Duli suddetta), dice che siamo uomini profondi. Nel senso che di maschi come noi sono rari, e lui pensa di essere il principe azzurro di qualcunA. La bestia del mio amico è il quasi principe azzurro di una donna che ha gli occhi chiari, i capelli rossi, una tenuta coi cavalli e una barca a vela. Io non l’ho vista ancora di persona quindi non posso ancora dire se è bella anche se so già che ha i capelli rossi. Dato che non l’ho ancora vista Sergio non è ancora del tutto il suo principino, avete presente che casino che sarebbe uscire con la zita e gli amici che odiano la zita? Ecco…
Io intanto ho l’umore che si sta facendo un giro su una sinusoide avente un periodo p brevissimo (una onda che va su e giù tantissime volte in un breve periodo di tempo, in non-ingegnerese). Ieri ho avuto uno scatto d’ira ma ho giusto spezzato un paio di fogli (sapete che in inglese “foglio di merda” si pronuncia scit sciit?) e non ho distrutto nessun orologio. La cosa è meno grave ma mica troppo, ma comunque ammetto di essermi sentito meglio dopo. Oggi invece è tutto il giorno che corro. Per i corridoi, per andare da Duli, per prendermi i biscotti a cui tolgo la muffa ma che sono buoni lo stesso. Salto sulla scrivania e canto una canzone di Antonacci. E m’è preso di pensare a quella frase di un film arcinoto:

Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell’ Alabama, e cosi feci. Corsi attraverso tutta l’Alabama, e non so perché continuai ad andare. Corsi fino all’oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. Quando arrivai a un altro oceano, mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girarmi di nuovo e continuare a correre; quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare… insomma, la facevo! 

Pare che abbiamo oltrepassato in un modo impeccabile la curva cieca del nostro destino. Sembravamo Rossi in quel sorpasso mozzafiato all’ultima curva su Lorenzo, solo che nel fare tutto questo eravamo in una sala operatoria. Adesso aldilà della curva compare una salita, una lunga salita. Si vede la fine e allora sembrerà tutto più facile. Le cose più difficili da fare sono quelle di cui non si capisce il senso, ma in fin dei conti è come risolvere un tema d’esame senza guardare le soluzioni. Poi le guardi ed è tutto banale, ma prima erano tutte banane.
Ho disattivato la You&me. A quanto pare non è servita, dovrebbe essere una bella notizia. Ma è una di quelle curve cieche che non capisco dove mi porteranno, Sergio dice che “…aspettare e finire l’esercizio intanto!” potrebbe essere una buona idea.
Il primo esame è andato abbastanza male, e questo è un bene. Io c’ho un modo tutto mio di motivarmi. Mi faccio sentire una merda e poi mi sfido a dimostrare il contrario. Non so bene come funziona questo gioco delle parti ma alla fine della fiera non ho ancora capito se sono ‘na mezzasega molto motivata o un quasi-genio  senza autostima. L’importante è correre, fino alla fine della strada.

E’ tutto perfetto

Cosa separa un giorno importante da uno insignificante? Chi è il giudice di competenza per tale decisione? Siamo noi stessi o è il risultato di ciò che si è fatto durante l’intero percorso del sole a decretare l’importanza di un giorno? Ci sono quelli che non vorresti ricordare come importanti, altri giorni invece in cui per quanto tu ti sforzi non accade nulla di significativo. Almeno all’apparenza. Quando si ritornerà di nuovo a casa, ogni giorno trascorso sarà importante e non ci sarà mai più un giorno che verrà considerato insignificante. Talvolta il destino traccia delle curve cieche sul nostro cammino, e spesso ci sentiamo minacciati di ciò che ci attende aldilà del tornante. E’ questo il momento di piegarsi come fa il giunco all’arrivo della piena del fiume; soltanto affidandoci all’elasticità del coraggio che si può ammirare ciò che ci sarà dietro la curva.
Piegati giunco, lasciati flettere dalla piena, tieni le radici saldamente piantate e rialzati più snello di prima quando smetterà di piovere. E poi questo cazzo di campionato lo vinciamo ancora noi, che oggi il Milan ha pure pareggiato (e lo zingaro ha preso due pali con un tiro)! Hanno pure spostato la partita alla sera del giovedì, è tutto perfetto! E’ tutto perfetto!