Archivi del mese: dicembre 2012

L’estasi dell’oro

Credo vi debba una spiegazione. Questo posto è di quelli informativi, se trascurate il video e qualcos’altro.

Ho applicato per il Provincial  Nominee Program. Il 5 Dicembre, dopo circa un mese e mezzo ricevo una telefonata in cui mi fanno delle domande sulla mia persona e soprattuto esprimono dei dubbi sulla mia precedente esperienza lavorativa. Che non esiste, essendomi laureato nel settembre 2011. Il 21 Dicembre, col mondo sull’orlo di una catastrofe immaginaria, ricevo la busta che contiene il responso. Approvato, sono stato ufficialmente nominato dalla provincia della Columbia Britannica. In Italia la nomina te la cerchi, in Sicilia fatti ‘a nomina e va cucchiti (una volta fattasi una nomina non bisogna più faticare), in Canada la nomina la si chiede alla provincia e a volte capita che te la danno. Ma cosa comporti l’essere stato nominato da una provincia? E cos’è una nomina? Se aveste cliccato sul link lo avreste saputo di già ma (siccome lo so che non volete fare un cazzo) ve lo sintetizzo. Il Canada è grande e i canadesi sono pochi. E così vogliono noi immigrati, noi che vogliamo fare i lavoro che loro non vogliono o che sappiamo fare lavori che loro non sanno fare. E io, essendo un ingegnere dei succhi di frutta, ricado nella seconda categoria. Trovatelo un altro ingegnere dei succhi di frutta come me, pff. Per lavorare in Canada ci sono tanti modi (Working Holiday Visa, un semplice Work Permit, Federal Skilled Visa,..). E taluni di questi modo hanno bisogno di un LMO (Labour Market Opinion) positivo. Qualcosa che li convinca che ricadete nelle due categorie di immigrati sopra citate. Adesso c’è da sapere che l’ente che rilascia l’LMO ha come mandato il proteggere i cittadini canadesi da noi immigrati. Troveranno una hell di scusa per non darvi LMO (la scusa che hanno dato a me era che il mio stipendio era inferiore alle mediana (non la media…) dello stipendio calcolato con le loro statistiche). Ma, MA se sei nominato da una provincia o un territorio non solo non hai bisogno di un LMO per ottenere ma ti daranno pure la residenza permanente (se rispetti ulteriori requisiti).

Quindi io, con la nomina della British Columbia rifaccio domanda per un permesso di lavoro (che vi ricordo mi è stato negato alla fine di Agosto) ma sto giro attacco degli adesivi su miei moduli che basilarmente dicono a quelli dell’LMO di infilarsi un acero su per il culo. Scusate l’uso improprio dell’acero, lo so lo so.

Costi? Frega a qualcuno? 550$ per richiedere la nomina (da che mondo e mondo ogni nomina ha un costo), 550$ per richiedere la residenza permanente, 150$ per richiedere un permesso temporaneo di lavoro (prima dell’approvazione della residenza permanente potrebbero passare dai 10 ai 18 mesi).
Come dimostrato nel video sopra per una volta dei soldi non me ne frega un fottuto acero (pare che quelli dell’LMO ne sappiano qualcosa a riguardo…) e se mi dicessero di farmi una nuotata in dicembre in Canad…ah l’ho già fatto.

Come al solito se avete domande mandatemi una mail, sparate un petardo, fate qualcosa insomma. Fate qualcosa, fate qualcosa.
(Nessun acero è stato danneggiato durante la scrittura di questo articolo)

Se volete vedere i miei piedi (?) dopo la passeggiata nell’oceano Pacifico cliccate qui (GORE);
Se state chiedendo dove trovare la mia mail, sta in alto in alto in alto…

La sinusoide (da non confondersi con la sinusite)

Riesco a sentire i tuoi battiti sulla tastiera, il respiro dentro al microfono , quasi percepisco i battiti del cuore attraverso la camicia, poi ti guardo negli occhi e ho paura. E’ bastato un attimo, un solo messaggio per riportarmi indietro con gli anni, anni di litigi e incomprensioni, di amore e di odio. Ricominciare a vivere … ne vale la pena? Se avessi una palla di cristallo avrei proprio svoltato … “imbocca la strada questa dritta di fronte a te, non quelle parallele, che poi sono senza uscita!” ma che pizza, io la palla di cristallo non ce l’ho, ho una testa, si, che però per queste cose non funziona neanche tanto bene (meno male che fin’ora non si è spaccata!). Perché esistono gli “altri?”, non potremmo semplicemente essere tutti come Raperonzolo che nonostante non sia mai uscita di casa le piomba il principe azzurro dentro la stanza?! Che gran botta di culo che ha! E invece no, io devo attraversare il Mondo, spendere ben 800 euro e andare fino in Canada. E se poi il mio principe azzurro si rivela, che ne so … un rospo? Va bene che la fiaba è al contrario ma la realtà non funziona proprio così.

Riesce a sentire i miei battiti sulla tastiera. Quella tastiera che adesso delimita il mio essere. 26 caratteri, centinaia per alcuni linguaggi. Combinazioni di questi caratteri generano infiniti numeri di parole diverse che tuttavia falliscono comunque a definire chi io sono, cosa sento, cosa provo. E quando una infinità di parole non riescono a esprimere una (1) emozione abbiamo un problema. L’altro giorno mia mamma mi ha scritto un messaggio su facebook: “Non importa quanto hai sofferto. Ti innamorerai di nuovo.”.
E’ verità. E’ realtà. Le fiabe non esistono e sebbene hai sofferto immensamente il prossimo ciclo è lì disposto ad aspettarti.
Ricominciare a vivere, ne vale la pena? E’ una domanda comprensibile, quel settembre sapevo che sarebbe successo eppur soffrivo. E mentre cercavo di rispondere a quella domanda ho risalito la cresta ed eccomi qua in cima al ciclo. Questa è la verità: per quanto sono andato in basso, per quanto spendessi del tempo a chiedermi se ricominciare a vivere avesse un senso, per quanto ho sbattuto qua e là come una di quelle palle pazze che amavo portarmi in giro…tutto questo è ciò che mi ha portato quassù alla cima di questo ciclo.
Ogni ciclo va su e poi va giù.

Il seno

Ma non siamo rane morte in questa piscina chiamata vita. Ogni volta che inizierò ad andare giù ci appoggeremo spalla a spalla e batteremo braccia e gambe per non ritornare al punto di partenza. Ed è così che la risalita sarà più breve, ed è così che il prossimo massimo locale sarà assoluto, è così che diventeremo unici.

Ho dimostrato debolezza ultimamente e non sono felice di ciò. Avrei potuto far meglio e non sarebbe stato neanche troppo difficile. E’ stato un piccolo fallimento che mi ha fatto e mi farà riflettere. Perché i piccoli fallimenti non si ripetano mai più, perché i grandi fallimenti siano mitigati.

E sto giro tocca a me essere Raperenzolo :D

FDC 10 – “Vabbè che ci sono le spine…ma 9€ cazzo?”

Battevo i pugni sul tavolo che con un pugno battevo un pugno e con l’altro mano tenevo il computer perché non cadesse. E io chiedevo perché io fossi caduto e a questo perché né questi né quegli altri avrebbero potuto rispondermi. Piangevo il calore dell’infermo nelle mie lacrime ed erano salate come il mare in tempesta.

Riempi la pilozza di acqua e poi presi della terra. Diventò un impasto di terra e acqua, era già una sorpresa. Poi ci infilai un dito e iniziai a dipingermi la faccia con quella crema naturale. Quando ritenni che era soddisfacente tornai in casa e mi feci vedere dalla mamma. Mi chiese che cosa avessi combinato. E io: guarda mà, come gli indiani.

Quando ero piccolo avevo un’altalena che se la oltrepassavi si viaggiava nel tempo (nel passato). E se la oltrepassavi nel senso opposto si viaggiava nel futuro. Il rischio era scordarsi da quale parte si era passati, così mettevo un ramoscello per ricordarlo.  Poi diventai grande e la macchina del tempo si ruppe.

La macchina del tempo

Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. 
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura”.

Mi piaceva questa ragazza. Nicol. Credo ci fosse una alla fine ma per me è sempre stata Nicol. Aveva una voce roca e i capelli corti ma a me piaceva e andava bene così. Le scrissi una scritta, MONOLITICA. Nicol ti amo. Poi migliorai con gli anagrammi, tendo a farlo. A migliorare. Decisi che se avessi avuto una figlia l’avrei chiamata Nicol. Poi decisi di chiarmarla Fabrizia, poi Giulia, poi fu Stefania, poi fu…Tendo a farlo, a perseverare.

Qualche anno fa ero ad un esame di Reti Logiche. Me ne andai prima della fine sbattendo una porta. E mi arrampicai su un albero, ci restai accovacciato finché ne avevo abbastanza. Poi scesi, presi un pezzo di ramo e me lo misi in tasca. E Giulia fin da allora si chiede perché lo tenevo in tasca.

Sul mio volto, sulla mia parte sinistra tra la mandibola e il collo ho una cicatrice d’acne. E’ un buco, un fottutusissimo buco dal diametro di un punta di stuzzicadente. Quando mi rado, la lametta non lo taglia: il pelo di barba dentro il buco resta salvo. Ma poi prendo una pinzetta e lo scippo. Anche se ho un buco d’acne lo deve sapere che sono io che decide chi resta attaccato al mio corpo e chi mi può cancellare dalla sua memoria.

Una volta ho finto di dormire mentre i miei genitori discutevano su come spendere undici milioni di lire. Mia mamma disse che era meglio comprare un divano che mangiarseli a cibo. Per circa 20 anni è stato il divano buono e quindi ci si sono potuti sedere solo gli ospiti. Del resto io mi sono convinto che è scomodo.

La mia prima memoria che ho di me che mi guardo allo specchio è me che mi dico mazza che sono brutto. Mi ma me a me e me. Meh!

Quando dico che sarò qualcuno lo dico davvero. Gli altri non lo sanno ma io ci credo veramente. E tristemente non c’è niente che mi può fermare. Sono nato povero e piangendo. Piangerò tutta la mia vita pure di morire ricco e piangendo. E se muoio giovane non potevano dire che avevo la volontà ma non mi impegnavo.

Un saluto alla signora Carmela che per una decina d’anni mi ha ingannato ogni mattina quando mi diceva che erano le 8 e facevo tardi a scuola. Erano sempre e dico sempre le 7:30.

Buon compleanno. E questo è l’unica volta che non parlerò di me. Ops…!

Buon compleanno.