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Patente Canadese + Come “estendere” il vostro WHV + Meteo Canadese

Volevo parlare di cosa faccio in Canada. Per quella schiera di lettori che dicono, si ok il cervello e cazzate varie, ma parlaci del Canada dato che è la vera ragione per cui ti sto leggendo, bastardo!. Sisi lo so che mi dite pure bastardo…

Parliamo del Canada. E SENSAZIONALE vi dirò una suggerimento che non è mai stato detto prima su nessun’altro blog e che vi permetterà di restare in Canada e di avere un permesso lavorativo per 8-9 mesi invece dei 6 del WHV. Il tempo è preziosissimo quando si hanno solo sei mesi per realizzare un sogno grande almeno quanto il Canada.

Ma andiamo per passi. In parte coprirò quello che hanno detto i tre di Vancouver: li linko. Diario da Vancouver. I ragazzi scrivono post lunghissimi ma sono davvero pieni di informazioni utilissime.
Ad ogni modo, è capitato che pure io nello stesso periodo abbia fatto i test per la patente. Mi hanno raccontato la balla che la mia patente durava 90 giorni (ma forse è vera, ad ogni modo le leggi sono le loro) e quindi mi sono messo sotto per prendere ‘sta patente.
Mettersi sotto vuol dire che ho letto il libro (pieno di porcate fra l’altro) (qui il link: Libro per prendere la patente (sono 17Mb)), ho scaricato l’app sull’iPhone  e mi sono messo a rispondere alle domande. Il tutto è durato un 3 ore al massimo. Un’oretta per sfogliare il libro e il resto a rispondere domande sull’iphone fra le risate assurde per le domande demenziali.
Ho pagato 15$ e ho iniziato a rispondere. Davvero, è una stronzata.

Il risultato lo vedete qui sotto:

Il “knowledge test”

Dopo due giorni avevo la pratica. Prenotata 2 giorni prima. Il momento dopo aver passato il test. Questa si chiama efficenza.
Il test pratico è un’altra stronzata. Cioè io mi definisco un bravo guidatore, taluni mi definiscono l’opposto. Ma se mi chiedi di fare un parcheggio parallelo, cioè cazzo, te lo insegno io. Insomma la tipa mi ha fatto fare un giro di 45 minuti, gira a destra gira a sinistra. Frena, parcheggia. La cosa più importante è ricordarsi di controllare. Tutto, girare la testa, specchietti retrovisori. Fermarsi agli stop completamente, rispettare i limiti. Per chi avesse intenzioni di fare un road test consiglio di guardarsi questo video: http://www.youtube.com/watch?v=lnk5BO6EiRw.
Qui sotto potete ammirare il risultato finale del mio esame. Le cose scritte sono ciò che ho sbagliato. In breve:

  • Troppo pomming (quando si gira lo sterzo con una mano sola),
  • In una intersezione invece di entrare nella prima corsia a sinistra sono entrato nella seconda,
  • Velocità registrata di 53km/h quando il massimo era 50,
  • In uno stop mi sono fermato pochi centimetri dopo la linea orizzontale.

In tutto ho pagato meno di 100$, in 4 giorni ho fatto tutto e sono apposto for good.

Il “road test”

Situazione immigrazione. Riassumiamo la mia situazione sin da quando sono atterrato in Canadà.

  1. Atterrai in Canada con un permesso di lavoro e un permesso di studio (visti semplici, nessun programma specifico) della durata di 8 mesi circa;
  2. Dopo 8 mesi, due giorni prima che tale permesso fosse scaduto, chiedevo un’estensione del permesso di lavoro (in Canada quando si ha un permesso valido e si chiede una estensione di tale permesso, anche quando il permesso scade si può continuare a lavorare legalmente fintanto che non si è ricevuto una risposta dall’ufficio Immigrazione);
  3. Nel frattempo come piano B ho richiesto il WHV (Working Holiday Visa);
  4. Dopo un paio di mesi l’estensione del mio originario permesso di lavoro era sul procinto di essere rigettata (Mi spiego meglio, l’LMO (Labour Market Opinion), necessaria per ottenere il visto, era stata rigettato e nel giro di un paio di settimane l’estensione sarebbe stata di conseguenza rigettata);
  5. Decido di attivare il piano B, il WHV, prima che l’estensione venga formalmente rifiutata (vedi foto sotto);
  6. Inizio a preparare i documenti per il nuovo piano A, il PNP (Provincial Nominee Program, lo skilled VISA provinciale);

Il PNP verrà inviato martedì, intanto sto indagando un piano B (Federal Skilled VISA) e un piano C: maritarmi una canadese. Alla House, insomma!
Mi restano due cose da spiegare: la notiziona che tutti aspettate e che minchia è sto assegno qua sotto.
Inizio a spiegare la foto. Al punto 5 ho detto che ho attivato il WHV prima di essere formalmente rigettato. I tipi all’ufficio Immigrazione quando gli è arrivato il foglio della mia pratica sulla scrivania hanno detto: “..ma sto tipo ce l’ha già un visto, mica gliene possiamo dare un altro…bella pè lui!“. In realtà l’estensione non avrebbero potuto darmela lo stesso dato che l’LMO era negativo.

Dato che la mia pratica non ha terminato il suo iter, mi hanno rimborsato. Suca!, vi ho fottuto :D

Adesso la notiziona.
Sapete che non si può rinnovare il WHV, vero? Giusto…non sarà rinnovabile e statene certi.
Ma nessuno vi vieta, in questo mondo libero, di richiedere una estensione del vostro WHV. Dato che avete un visto valido quando richiederete l’estensione il chiarimento del punto 2 (vedi sopra) sarà valido per voi e ciò vi darà altri 2-3 mesi di respiro.
Quanto cambia avere un permesso di 8 mesi invece che uno di 6? Poco? Tanto? Cavolacci vostri, ma qui l’ho detto e qui lo nego. Sono sicuro che questa pratica non piacerà all’Immigrazione Canadese…ma è legale, quante volte non avete ritirato lo scontrino in Italia? Embè?

La cecca (check) come dice la nona (nonna)

Detto tutto questo, siete davvero sicuri che volete venire in Canada? Vivo nella città riconosciuta da tutti come la città con il clima più mite e bello di tutto il Canada. Ma queste sono le previsioni della scorsa settimana e aspettate di vedere quelle di Dicembre. E fatevi dire dai ragazzi di Vancouver come stanno loro, qua siamo nell’oro!

Il tempo

 

Qualsiasi domanda in merito a tale post sarà risposta se posta nei commenti, su skype o codificata in binario. E non scordatevi il per..favore!

 

BNG: Avete presente questo video qua (http://youtu.be/ZfybwnzjltM). Sergio ha fatto finalmente il colloquio per la mia azienda, è andato awesomely a detta loro, vediamo che succede.
Ah…e mi sa che abbiamo trovato Robin! ;)

I due fratelli – Aggiornamenti al mese di giugno (Inizi)

Questo è quello che succede in Canada, tra farfugliamenti vari. Non parlo, farfuglio con le sillabe. Non rido, sbellico. Non penso, trottorello coi sogni.

Ma nel frattempo, in Italia (chi si ricorda di BNG?)…

Piazza S.Marco
Festa della Marina Militare - 1
Festa della Marina Militare - 2
Festa della Marina Militare - 3
Festa della Marina Militare - 4
Festa della Marina Militare - 5

Questo è mio fratello. Spero avete cliccato sul link associato alla parola BNG (Buona.Notizia.del.Giorno). Di tanto in tanto, mentre raccontavo ciò che mi succedeva con l’università e i preparativi delle partenze, raccontavo dei suoi test, di come fosse faticoso andare ad Ancona per fare test ed esami che non sono obbligatori. Aveva 15 anni all’epoca, 16 adesso. Ma sono assolutamente certo che questo anno sia stato assai più lungo di quello che il calendario asserisce. Ci sono anni che durano molto più di quanto promesso, ci sono anni che non si scorderanno mai.

Una dedica infine. Alla gentilissima faccia buttana di chi adesso ha invidia di noi. Quando eravamo due bestie da nutrire, da crescere con buoni principi e da assistere, la gente tutta era impegnata altrove. E se adesso, gente buttana, spendete un solo secondo a desiderare di trovarvi dove adesso noi siamo, che quel secondo di invidia vi paia un anno, che non passi mai e che vi renda mutilati dalla vostra ignoranza. Gente buttana.
Per tutti gli altri, ma come cazzo ha fatto l’Olanda a perdere con la Danimarca?

I saluti per il Canada – parte uno

Oggi ho ufficialmente iniziato i saluti per il Canada. Sono avvenuti durante il pranzo della didattica, un pranzo offerto dalla capa dell’Osservatorio della Didattica, ufficio del politecnico con cui ho collaborato nella seconda parte dell’anno. E’ stato un pranzo allegro con portate variegate. Io per discrezione ho assaggiato un po’ di tutto. Ma il mio stomaco è abituato al tutto di tutto, perciò adesso mi berrò un latte freddo con dei biscotti “spunsati”, gli ultimi biscotti del pacco di pasqua. Verso la fine la capa dell’osservatorio (è una signora molto discreta, precisina, non troppo alta e con un fare gentile da nonna) chiedeva chi sarebbe rimasto a collaborare anche l’anno successivo. Arrivati a me ho spiegato in breve (e per l’ennesima volta) che l’anno prossimo io e il poli ci prenderemo una pausa di riflessione e che andrò in Canada.

(Fun Fact: Discussione fra me e duli. “Dù, io il Canada me lo immagino come un posto pieno di donne bellissime, bionde e porche”. Duli: “No lele, quello non è il Canada, quella è la Svezia -.-“)

Nell’espressione del viso della capa ho visto un po’ di dispiacere anche se a parole ha detto ch’era felicissima per  l’esperienza che farò. Al momento della mia dipartita poi, manifestando un inaspettato calore, mi ha salutato con il bacio all’italiana, quello sulla guancia di qua e di là. E poi mi chiede che se tornerò, quando tornerò, mi chiede di farglielo sapere, che un posto me lo conserverà.
Non è un lavoro bellissimo ma non è faticoso (tranne quando dovevo svegliarmi alle 7…ma al più era sonno) e non è pagato malaccio (10€/h). Ma il fatto che ho ricevuto questa conferma lunga ben due anni mi fa pensare che ho lasciato una buona impressione. E la cosa mi rende soddisfatto di me, anche se si tratta soltanto dell’osservatorio della didattica del politecnico di Milano.
Il fatto poi che ho sentito addirittura la necessità di scrivere un post per lasciar scivolare la malinconia del salutare delle persone che ho frequentato al più per qualche decina di ore mi fa riflettere. Scrivere un post non è un gesto da poco per quanto mi riguarda, non oso pensare cosa potrei fare quando dovrò salutare le persone che davvero sono importanti.

BNG: Matti ha superato anche i test teorici dell’aeronautica. La risposta definitiva si saprà a fine luglio. Ad ogni modo ha già raggiunto gli obiettivi minimi.

Si avvicina l’eclipse…

Non è ancora arrivato il momento del post degli addii ma tutti questi post con tag Ingegneria mi fan pensare che sia io il primo a doversi preparare a quel fatidico e inevitabile post. L’ultimo in ordine cronologico lo ha scritto un mio amico, che ormai tutti conoscono. Sergiuz, quello che fa la danza di Yoshi. Il suo blogghetto è questo: sergioandaloro.blogspot.com.
Tutto sommato siamo bravi ragazzi non giudicateci per come sembriamo.
Il vero Gioele, il vero Sergio, il vero piede di Simone è inesplorabile. Solo da soli si è sé stessi. Per il resto del tempo cerchiamo di adeguarci alla situazione. Ma in questo post mi sembra evidente che nessuno si sta sforzando di essere ciò che non è. Difatti la mia è la stanza del rutto libero, del fartaggio a iosa e delle parolacce senza censura. Tranne quando arriva quella bacchettona di duli…è femmina, si sa!

Ecco il post che ha scritto Sergio:

E questi siamo noi, ingegneri in erba. Ci puoi trovare davanti ad uno schermo per cercare di fare mangiare e camminare dei dinosauri o tra le aule del politecnico di Milano per cercare di capire qualcosa in questo mondo tutt’altro che semplice. Semplesso direbbe il cugino di Gioele (alla faccia di Google Chrome che me lo sottolinea in rosso). Abbiamo buttato l’anima su dei dinosauri (i quattru soddi direbbero dalle mie parti) per circa due mesi ed oggi è stato come vedere sfumare tutto questo. Ancora non è finita, intendiamoci, abbiamo la consegna del progetto tra una settimana ma è proprio quando si è vicini alla meta che si sente il peso della corsa (o forse il contrario? Direi che sarebbe da chiedere al fratello di Gioele visto che i commissari oggi si sono complimentati con lui per lo scatto finale. Avrà sentito tutto alla fine il peso della corsa o invece è stato tutto il contrario? Dimenticarsi della fatica?) Ad ogni modo dopo due mesi, tra la (tentata) realizzazione del gioco dei dinosauri e di un sito web per l’agricoltura biologica, è tornato anche Kadir, sarà tempo di esami anche per lui e Gioele è diventato una belva, la stanza di che era un salotto è diventato più o meno un gabinetto di un metro per uno e programmare lì dentro non sarà mai più tanto piacevole come lo è stato in questi giorni quando, tra uno scroscio di pioggia e l’altro, si cantava “Piove” di Jovanotti tra righe di codice in un clima che si potrebbe definire alticcio.
Questi siamo ancora noi, per l’appunto, aspiranti ingegneri che cercano divertimento dove apparentemente è impossibile, in quella stanza che allora era ancora un salotto. Bei tempi. Guardo il video e mi commuovo.

Per l’ennesima volta noi che cerchiamo di far funzionare ad intermittenza un misero led ed entriamo in estasi quando due sorgenti si scambiano dei pacchetti.

Poco fa tra i meandri di quello che è il mio Hard Disk esterno ho riesumato una vecchia foto, si fa per dire, scattata da me con la macchina fotografica a rullino di mio padre. E’ una foto della Marina Garibaldi a Milazzo, che avrò rivisto un centinaio di volte ma che mai mi aveva

attirato come oggi, quando è da più di 3 mesi che non torno a casa. Sarà che oggi ho sistemato a Gioele una foto panoramica di Marina di Modica(?) è m’è venuta nostalgia di casa. La foto è questa:
e per me c’è dentro tutto. La nostalgia di casa. La lontananza. Il perseguimento di un obiettivo. La solitudine. La contraddizione matematica. Quelle due rette parallele che all’infinito si incontrano nei pressi di quell’uomo seduto sul muretto. C’è la simmetria: da un lato il mare, apparentemente infinito, illimitato ma pur sempre confinato all’interno dei limiti di questa terra. Dall’altra la terra stessa, limitata ed infame. Che mentre ascolto non fa altro che urlare: andare!
Quello che vedete là in fondo potrei essere io, quell’ingegnere in erba che vedete nei fotogrammi di quei video passati, che conta le coordinate dei dinosauri, che non riesce a convertire una y in riga ed una x in colonna. Che cerca di fare visualizzare un orario su uno schermo riuscendo anche a fallire miseramente.
Negli spazi di questa foto che vedete io c’ho passato la mia infanzia. Pomeriggio e sera. In bicicletta, continuamente a cercare di mettere sotto i vecchietti che davano mangiare ai piccioni. A pescare, lasciando ai gatti quello che era il frutto della pescata pomeridiana. Tra il negozio di mio padre e le panchine. Tra la statua di Luigi Rizzo ed il Pala Diana.
Riguardare questa foto mi ha fatto venire in mente un flusso di così tanti ricordi che un libro di Sistemi Informativi aperto davanti a me, ed un progetto di Eclipse aperto con un paio di x rosse sparse qua e la non sono riusciti a fermare.
E’ un gioco strano quando la tua infanzia viene a collimare con quello che sei adesso. E se succede adesso chissà come sarà quando avrò dei figli a cui raccontare questi ricordi, sdolcinati se volete. Di quando quel mio amico di Roma che ad ogni parola diceva “carcola che…” si è seduto pazientemente accanto a me per cercare di spiegarmi il cambio turni di RMI e di quando quella mia amica invece, con quell’accento mai sentito, che adesso “fa cose difficili” tentò di contro di spiegarmi il cambio turni in socket. Di quando ero in stanza dal mio amico, adesso lavoratore in Canada e uomo di successo, a programmare ed intanto veniva giù la pioggia nel bel mezzo di Giugno. Di quando ci misimo a ballare e cantare sulle note di “Ti voglio bene Denver” noi, futuri ingegneri, studenti del Politecnico di Milano.



BNG: Il nome della ragazza più bella che io abbia visto è Margarita, è portoghese, parla italiano ma ha il tipico accento dell’Ungheria dell’est. 
BNG2 (addirittura): Il led alla fine si accese: http://www.youtube.com/watch?v=oyt2xQR9jd4

Matti, mio fratello

Se dovessi scegliere una sola persona per cui io sarei disposto a dare la cosa più preziosa che ho, la mia vita, sceglierei mio fratello.
Del perché gli voglio così bene non mi sono mai domandato fino a trovare una risposta ma forse non ce n’è davvero bisogno. Spero che non sia solo perché abbiamo lo stesso sangue, in tal modo sarebbe una cosa assolutamente non arbitraria. E questo mi infastidisce.
Siamo maschi, ma questo non c’entra. Sono io che non riesco in alcune occasioni e con alcune persone a esprimere i miei sentimenti e mi viene perfino difficile scrivere questo di lui sapendo che potrebbe leggere. Trovo la forza oggi perché al momento si trova ad Ancona a sostenere i test fisici della Marina.
L’ultima volta che ho pianto è stato pensando a lui. Il momento era inopportuno ma non sempre si può scegliere e soprattutto alcune cose non si possono scegliere.

Durante l’ultima gara di Scherma

Lui è più di un fratello per me e talvolta è stato anche troppo per me. Nonostante ci separino solamente cinque anni e mezzo a volte i ruoli familiari si sono mischiati, intrappolati in dinamiche arzigorzolate. Ma il tempo e la maturità sbroglia anche i nodi più stretti.
Nonostante questo non gli ho mai detto cosa provo per lui e il massimo che gli ho concesso è stato dormire con me ogni notte precedente il mio ritorno a Milano. Se dovesse esserci una persona che possa fermare il mio Canada quella sarebbe lui, se potesse esserci un motivo per tornare in bici a casa quello sarebbe il suo motivo.
Dormire con mio fratello comunque, e lo dico a mia totale discolpa, è un atto di grande amore fraterno. Appiccicoso come un polpo, ti si avvinghia intorno sia nei mesi d’inverno che in quelli bollenti, ama mettersi di traverso nel lettone e non si sa ancora bene il motivo (pare sia oggetto di studio da parte di una famosa università) riesce sempre e comunque a spingerti all’estremità del lettone e a lasciarti in meno di quindici centimetri di spazio.
Ho scelto io il nome di mio fratello, sono stato io il primo a piangere dopo la sua tormentata nascita e sono stato io a spiegargli perché fosse tanto bello il gioco del calcio. Sono stato io a insegnarli a guidare un motorino, sono stato io a spiegargli i razionali e chiede di me quando ha qualche problema che la sola mamma non possa risolvere. Tipo versioni di latino o problemi di virus al computer.

Mio fratello è l’unico fratello che un fratello come me vorrebbe avere come fratello, è il miglior fratello che io abbia mai avuto. Direi anche l’unico. E il fatto che non avremo una eventuale ereditarietà, il fatto che le donne non possano poter scegliere contemporaneamente lui o me, il fatto stesso che sappiamo di volerci bene tacendo, questi fatti ci rendono fratelli molto indivisibili. Anche se presto ci saranno più di diecimila chilometri a separare i nostri sonni saprò che lui, se solo potesse, sarebbe avvinghiato a me gustandosi ogni singolo secondo col fratello maggiore. Io.

BNG: Il sito dell’immigrazione canadese non è più sotto manutenzione. Continuiamo con la procedura per il permesso di studio

L’odore del passaporto [1][2]

Ho ufficialmente finito di pagare per intero la scuola in Canada. Dieci minuti fa. La cosa più bella è che più del 70% del danaro versato esce dai pori della mia mente, ops…fronte!
[Aggiornamenti in serata]


[Aggiornamento uno]
Non posso codare. Così direbbe dani, non posso lavorare sui dino finché Sergio non arriva a casa. E così scrivo. Mentre mi lavavo la faccia ho pensato che scrivo meglio quando scrivo di cose spiacevoli. Perciò scrivo: un sincero, commosso e profondo vaffanculo a chi se ne merita un pezzo: oggi sconti, glielo diamo tutto anche se ne meritano una metà, due quinti o sette trentasettesimi. Vaffanculo.

[Aggiornamento due]
Adesso ho il cervello abbastanza libero per raccontarvi cosa ho fatto in questi due giorni sul Canada. Il tutto comincia venerdì, giorno da me designato per effettuare il pagamento a tre cifre (che in euro sono assai). Perciò mi dirigo nella Unicredit qui vicino. Dopo una prima magra figura (che d’ora in poi verrà etichettata col suo nome dialettale malafiura) all’accesso in banca (avevo una pompa di bici nello zaino che mi impediva di passare il controllo senza far suonare una specie di allarme) entro e faccio la mia seconda malafiura. Per farla breve ho scambiato la parola bonifico per versamento, così la mia frase “vorrei fare un versamento in un conto estero” non è stata compresa a prima botta. Ma dopo una breve spiegazione con gesti e suoni vari han capito. Solo che m’han detto che con la mia Genius Card il massimo che potevo fare era togliere il pezzetto di bollitto fra le fessure dei denti.
Eterna delusione, chiamo la mamma chiedendole di verificare la situazione col nostro amico-direttore dell’Unicredit del mio paese. “E’ una stronzata, con la genius puoi fare bonifici…noi lo facciamo!”, è questa la risposta dalla sede sicula della stessa banca. E vabbò, mosso da un forte spirito emigrante mi rivesto e mi incammino (dato che ho scassato la bici) verso un’altra unicredit, gentilmente suggeritami da duli. Felicitazioni. comunque, si dice così no?. Nada ancora una volta, questa filiale non fa bonifici esteri per partito preso. Come se una pizzeria si rifiutasse di fare la quattro stagioni ma le altre pizze si, come se un benzinaio non facesse il pieno a tutte le Ford Fiesta e ai Piaggio ma alle altro auto si. Torno a casa rificcando da dove stava uscendo tutta la mia frustrazione, proviamo a fare questo “gentile” bonifico online.
Ma nonostante i tre anni in Ingegneria non trovo il modo di farlo. Chiamo, dopo 15 minuti di attesa la tipa dall’accento romano mi avverte che con la genius card non si possono fare bonifici internazionali. Ringrazio, stacco, metto la musica ancora più forte. Ma dopo mi viene la pensata corretta, che genius! che sono (d’altronde c’ho pure la card apposita): posso dare questi soldi usando la genius card come se fosse una carta prepagata e non come se fosse un conto bancario. Compilo il temuto modulo e lo invio oltreoceano aspettando che dall’altro lato del mondo albeggi e la gente torni a lavoro.
Dopo qualche ora, nel bel mezzo di una discussione sui dinosauri, arriva un messaggio sulla vodafone: TRANSIZIONE NEGATA. Ma io in Canada ci voglio andare (in basso vedete una rappresentazione del mio principale organo vitale che da un po’ ha cambiato il suo nome in “Canada”). Perciò chiamo il numero verde specifico per la genius card chiedendo lumi (nel frattempo arriva l’email dall’impiegata della scuola canadese che mi segue con le pratiche dicendomi che non riesce a prendersi i miei soldi). Si scopre infine che la mia carta non prevede prelievi superiori ai 3000€ giornalieri, perciò chiedo gentilmente alla ragazza della scuola di splittare il pagamento in due giorni. Risponde, le va bene. Ma è venerdì, perciò bisogna aspettare lunedì per terminare il faticoso pagamento. Per altro, a titolo informativo, per un bonifico in valuta estera Unicredit prevede 30€ di commissione. Ma c’è da dire che sono onestissimi sul cambio, che è praticamente quello effettivo. Magra consolazione la mia.
Oggi arriva finalmente la ricevuta dell’avvenuto pagamento delle tasse. E in allegato l’agognata lettera di accettazione. Copio qualche spezzone che questa lettera mi entusiasma un botto.

“…Gioele Bla Bla (Student #3731) has been officially accepted into the Workplace English Diploma(WED) program from November 7, 2011 to June 15,2012…”

“The COOP Work Practicum is intended to provide students with the opportunity to gain entry-level customer service experience in retail sales, customer service, or hospitality where they interact with Canadians ( eg. sales assistant, counter help, restaurant server, guest services, bus person, etc.)”

Ho già iniziato a compilare l’applicazione che mi permette di ottenere il responso riguardo il visto in dieci giorni. Mi sono bloccato per questa sera. Devo inviargli la prova della mia sostenibilità finanziaria, una copia del mio passaporto, delle mie foto e infine la lettera che mi ha rilasciato la scuola. E poi sono ancora pieno di dubbi; sul sito dell’ambasciata canadese c’è scritto che dovrei allegare due moduli. Come lo faccio? Come faccio? E se sbaglio qualcosa mi rifiutano il visto o mi chiamano chiedendomi la rimanenza? No siccome ogni visto costa 120C$, siccome è quello che sogno…non vorrei sbagliare ancora!

Ho messo in questo post (con un servizio del tutto sperimentale) la checkList che dovrò allegare alla presentazione del mio visto. Questo visto sta prendendo sempre più piede nelle priorità di questi giorni, sto impazzendo del tutto, lo sento…arriva…tempo mio fatti capanna e chi ha la pancia non aspetti pancia. Tanto va il cuore al largo che ci lascia il lumicino. Puh passa paperino…
BNG: Dedicato ancora una volta a Matti. Quest’oggi ha nuovamente fatto il suo dovere, passando anche il test dell’Aeronautica. “Com’è andata Matti?” “Nono, tutto bene non era troppo difficile!
Dal fratello maggiore avrà preso la bellezza? No battutaccie :P

Ingegneria? Tosto!

Anche gli ingegneri si divertono. Quando decisi di fare il politecnico ero spaventatissimo. Qualche giorno prima del viaggio verso Milano mi misi pure a piangere perché mi avevano detto che al politecnico gli esami erano tutti scritti, o quasi. Al liceo il voto più alto che avevo mai preso in matematica era stato sette, in un compito sulle matrici. E poi un sei e mezzo negli insiemi e il resto erano dei quattro e cinque. Arrivai perfino a scappare da casa. Ritornai a casa ormai di notte, avevo bucato con la bici ed ero dovuto tornare nella mia città a piedi. Si capisce il motivo, avevo preso un ennesimo quattro e mezzo in un compito di matematica.
Poi venni al politecnico e le cose iniziarono a sembrare fattibili, crebbe l’autostima (soprattutto il tempo dedicato allo studio) e adesso mi manca poco a laurearmi (anche se adesso sto panicando, non mi laureerò mai in tempo cazzo).
Quando vai a dire in giro che fai ingegneria la gente sgrana gli occhi e ti dice: “ingegneria..?Tosto!”. E pretendono che tu sappia tutto quel che ha un meccanismo, dal fainculor della mia stanza (successo cinque minuti fa) all’appartamento in cui presto andremo ad abitare. Non è tollerabile che un ingegnere sia leggermente incompetente, un ingegnere informatico deve sapere ciò che sa un edile, perché siamo entrambi ingegneri. Ma non lamentiamoci troppo, che i filosofi stanno peggio di noi. Quando vanno a dire in giro che studiano filosofia la gente gli risponde: “Si, ma ora seriamente, cos’è studi quindi?” o l’alternativo “Ma precisamente cos’è che fai nella vita?
Ingegneria non è facile, non ho voluto dirlo subito metti che passava di qua un’ aspirante matricola d’ingegneria, non potevo scoraggiarla oltre misura. Ma se viene presa con lo spirito giusto, ogni cosa può assumere una prospettiva insolita. Basta pensare al solletico, una delle torture più usate dai servizi segreti (c’è gente che c’è morta col solletico). E così capita che noi ingegneri, che facciamo le cose toste!, capita che ce la spassiamo alla grande.
Nel video potete vedere il progetto di Ingegneria Informatica di Daniele. Si tratta di un quadricottero che spara alle cose vestite di blu, che in quel caso sarei io (sì, sembro una madonna è vero…). Queste cose blu, cioè io, si devono difendere ponendo fra il drone e sé stessi la spada rossa. Sergiuz è quello accovacciato in fondo allo schermo, vedeva incuriosito i parametri del drone . Accanto a lui c’è Dani, il proprietario dell’algoritmo che permette a questo coso di fare queste cose. Sembrano cose facili, ma ci sono dietro circa tre mesi di programmazione (se non cogliete ancora la difficoltà tocca ricorrere al luogo comune: è molto tosto!). Poi c’è Duli che fa il filmato perciò non dovrebbe vedersi (in realtà se guardate con gli occhi del drone la si vede qualche volta…). Non si vede, ma la si sente a un certo punto. E come promesso ecco il post sulla voce di duli, che peraltro si dulietta in una battuta molto da nerd (ma non diteglielo perché negherà tutto, perfino di esistere!), ispirata al nostro progetto di laurea: la realizzazione di un videogioco sui dinosauri
A tal proposito sono lieto di annunciarvi due video: il primo è il trailer della versione del gioco mia e di Sergio. Nel secondo potete vedere gli effetti permanenti che la programmazione di questo gioco ci causa.
Buona Visione.

Duli, per vostra (s)fortuna non c’è, era andata a giocare nel laboratorio degli elettronici. Non ho ancora capito bene in cosa consiste il loro gioco, ma pare debbano accendere dei led e poi instaurare un protocollo da spiegare ai professori che le hanno commissionato tale progetto. A me non mi sembra molto divertente (si tratta pur sempre di elettronici…), però c’è Ivan e gli altri dottorandi che rendono piacevole il tutto.
Sergio, beh lui lo riconoscete dal famoso “balletto del drago Yoshi”, che esegue sotto mia richiesta. E io sono il cameraman, quello che si diverte di più di tutti e che adesso sta qua a raccontarvi ‘sta storietta sul piacere d’avere amici ingegneri (coinvolgeteli se ne avete, sono molto timidi e riservati solitamente).
Siamo dei veri ingegneri, toast!

BNG: Matti, mio fratello, ha passato la prima selezione al concorso della marina. E bravo il fratellino!

Canada ++;

Aspettando il post sull’architettura albanese e quello sulla voce di duli ne facciamo uno veloce veloce sul Canada.  Ieri ho finalmente inviato ciò che mancava per fare il grande passo avanti che mi porterà ad approdare nel paese dell’hockey. Ho ultimato in due giorni la traduzione della mia stessa lettera di motivazione, ho rinominato il file nel più figo “Cover Letter” e l’ho spedito per email. Dopo un’ora passata a guardare Machete in HD arriva la risposta dalla persona che mi segue personalmente, Coleen.

Thank you so much for sending your resume and cover letter.  They look great! 

Wow! Ci passiru spacchiusi! Le sono sembrate belle. Ok, mi rendo conto che è una frase di circostanza, che i miei documenti erano un’abile scopiazzatura del materiale presente in rete…ma diciamo che una volta che l’ha detto è meglio.
Payment can be made by bank or wire transfer (our bank details are listed on the bottom of your invoice) or by credit card (Visa or MasterCard) using the attached credit card authorization form. 
Discorso soldi: non ci girano troppo alla larga. Bonifico Bancario, by bank ma non capisco che differenza ci sia col bonifico… o carta di credito usando il fantomatico e molto formale “modulo di autorizzazione credit-cardoso. Nell’email successiva in qui gli chiedevo se potessi inviare questo modulo per email invece che per fax mi sono scordato in quale numero di carta di credito avrei dovuto fare il trasferimento di soldi. Perciò ora mi pare brutto fare la figura del nabbo ed allora vado di Wire Transfer.

In allegato alla email ci stava pure un bellino resoconto di quel che devo sborsare; la voce più spettacolare non è quella a quattro cifre ma una con un meno davanti: 2011-2012 Italy Promotion.
A leggerlo ho pensato, ecco il primo privilegio nell’essere italiani…c’ho pure una promozione interamente dedicata a me, che ho il merito di essere nato nel bel paese da cui ora scappo. E loro mi stanno invogliando ad andare da loro che sono sì una delle nazioni (se non la prima) dove la qualità della vita è al top ma che non possono farsi vanto del passato come noi italiani. Il passato, appunto. Talvolta è così bello che devi scordartelo, per poter apprezzare quel che c’hai.
Once we receive payment of your fees, I will send your letter of acceptance and COOP Visa Support letter for you to bring to Embassy to apply for your Study and wok permits.

Da qui si ricomincia con la burocrazia. Sul sito dell’ambasciata canadese si dice che in Italia ci sia esclusivamente a Roma. Ce n’era una a Milano ma è stata chiusa nel 2007. Recentemente ho trovato una sede a Padova, ma anche lì il sito da cui proviene l’informazione non viene aggiornata dal 2009. Posso avviare la procedura online e ci vogliono circa 48h, o tramite posta tradizionale e si impegneranno a soddisfare la tua richiesta in una decina di giorni. Non ho ancora deciso quale strada intraprendere ma ho la fottuta paura di sbagliare qualche segno da qualche parte e vedermi rifiutato il mistico visto.

Questo il programma dei giorni a seguire.
Domani dovrei andare in banca e fare il versamento, in serata invierò la ricevuta per email quando in Canada sarà ancora mattina, è figa sta cosa…il giorno italo-canadese dura circa diciotto ore. Appena stacco chiamo l’ufficio di Padova, per vedere se esistono ancora o se come propone Sergio mi risponde un bel maschione che mi comunica che accetta solo sotto i 25 anni e solo sopra i 20 cm.
BNG: Oggi mamma e mio fratello partono per Ancona. Primi veri test per mio fratello che vorrebbe entrare nella scuola militare. Nessuna pedata ma tanta pedalata.

Vaneggiamenti di un giovedì notte diventato un venerdì

Oggi è un giorno di scoramento. E porca troia, sbaglierò i congiuntivi uno si e l’altro pure ma so che cosa vuol dire scoramento. E ne faccio un uso inteliggente ( o intelligente che dir si voglia). L’ondata d’entusiasmo insensata come ogni cosa è terminata e adesso è sopraggiunta la normale paura di fronte alla montagna troppo alta ( o isola troppo vasta, per chi sa). Siccome la mia vita è simile al moto di una palla pazza e io non metto di certo un freno a questo sballottamento, sempre oggi è capitato pure che andassi a rileggere un post felice. Felice quando lo scrivevo ma adesso che l’ho letto di felice conservavo soltanto il ricordo. Vabbò, siccome ero scoraggiato questo pomeriggio mi sono visto un film horror al posto del tradizionale studiacchiare. E poi ho finalmente scritto la lettera d’accompagnamento. Adesso fa ancora abbastanza schifo, c’è un pericoloso crogiolo (e adesso ho proprio fatto l’amplein) di linguaggi e modi di dire. Ma domani o al più sabato, giuro, diventerà interamente in inglese aulico. E poi il mio amico pakistano Hassan gli darà un occhio.
Ci mancava solo che mi ascoltassi Cinque Giorni di Zarrillo (a proposito, io e Sergio siamo gli unici che invece di interpretare la canzone nel modo convenzionale – cantando – abbiamo contato quante lacrime al giorno perdeva il tipo…).
Invece volevo pure scrivere questa cosa. Quando facevo Fisica1 ricordo che ebbi una diatriba col docente sulla impossibilità di effettuare una misura precisa. Effettivamente la cosa è vera. Se miglioriamo continuamente la granularità delle misurazioni offertaci dal nostro strumento di misura otterremo una misura sempre più precisa (ovvio). Teoricamente il discorso potrebbe continuare all’infinito ma appare a tutti evidente che un tavolo debba avere una dimensione finita. Forse incalcolabile, ma pur sempre finita. Il prof. calvo rispose che se ci spingessimo sufficientemente oltre potremmo osservare la vibrazione dell’ultima molecola dell’estremo del tavolo. E continuando a penetrare nella materia diventerebbe impossibile misurarne la pur continuamente variabile posizione dell’atomo senza alternarne il moto.
Poi oggi ho iniziato a leggere la voce sulla teoria dei multiversi. Alla sottovoce “Teoria delle stringhe e superstringhe”. E recita così: Il costituente primo della materia sono stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d’onda caratteristica, e che si aggregano a formare particelle.

Secondo questa teoria che tra l’altro riscuote grande plauso fra la comunità scientifica la materia è un pezzo d’energia che un pochetto vibra con un movimento sempre uguale, poi s’attacca ad un’altra stringa che vibra anch’essa e così via. E ho pensato.
Tutto questo attaccarsi di stringhe (che io personalmente immagino come lacci di scarpe) genera gli atomi, che costituiranno il tavolo di prima e anche l’essere umano. Poi queste cose vibranti generano l’intero mondo e il mio stesso pensiero. Il mio cervello è tutta fatto di cose energiche che vibrano. E il dolore e l’amore, la paura e l’orgasmo sono tutte composte da quelle cose che scodinzolano come code di folli cani.
Cazzo, io quando sono molto triste non ho mai pensato che fosse per colpa di qualche sostanza distribuita da qualcosa all’interno della mia calotta cranica che è fatta da cose come i lacci delle scarpe che s’ingarbugliano in modi assurdi. Io sono triste e basta, altre volte invece sono molto euforico. E basta. Ma non penso mai alle stringhe.
Poi la gente si stupisce perché ci sono così pochi atei in giro. Credere in dio, vista così, è una sciocchezza. Adesso sì che è naturale crederci, è la spiegazione più breve e razionale: ci ha fatti, poi ha messo i sentimenti dentro di noi e questi poi girano per il corpo e quando colpiscono le zone sensibili si fanno sentire. 
Su questo ci devo ancora pensare bene, per adesso concediamogli una possibilità.
BNG: Oggi i tipi delle dailies (quelli delle lentine) m’hanno regalato un paio di lentine giornaliere e pure un buono di 10€ per un pacco di lentine. Se non è una buona notizia questa…

“Dopo i 20 anni è tutta in discesa…”

Questo post sarà noioso. C’ho da scrivere per necessità ma è da qualche giorno che mi sento vuoto di contenuti.   Ho trovato un blog spettacolare, questa immagine l’ho presa da lì.

icanread.tumblr.com

Quando ho scritto le prime due righe di questo post volevo farvi il resoconto della mia giornata che è stata alquanto strana. Ma poi mi sono accorto che non avevo le cuffie e sono andate a cercarle. La ricerca è durata 5 minuti e anche se i tempi di lettura sono immediati queste parole sono state scritte dopo circa 6-7 minuti dalle prime del post. Nel frattempo ho cambiato idea su cosa scrivere e mi perdonerete se ritengo che il post che sto per scrivere sarà un post interessante. Fra l’altro non ho idea del perché parlo come se mi stessi rivolgendo a un pubblico vasto. Sarà perché da pochi giorni i “seguitori” delle mie minciati sono diventati quattro, numero stratosferico per gli standard del mio piccolo spazio.
In questo post vi racconto una brutta di un tema per un compito in classe. Anno scolastico 2005-2006, così ha appuntato mia madre a matita per ricordarlo. Vi avverto per chi è poco sensibile: la traccia era sull’arte dell’amore.

Traccia
L’arte dell’amore, osserva From, consiste nel dare liberamente senza interessi, è un atto creativo, dinamico e stimolante esente da qualunque egoismo. Chi non ama se stesso non può amar neppure gli altri ed è condannato ad una frustrata felicità.

Chi sia sto From non ne ho la più pallida idea, scriverò il tutto senza correggere nessun errore scrivendo anche le parti scritte e poi cancellate. Correggere il tutto sarebbe come distillare l’acqua di una sorgente, una minchiata appunto.

Svolgimento
Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura tutta una vita”. Così scriveva Oscar Wilde. Talvolta penso che veniamo al mondo soltanto per amare. Fin dagli inizi della nostra vita amiamo. Forse Amiamo Amiamo la mamma e il papà. Così si comincia ad amare. Crescendo si capisce che si può amare anche qualcun’altro, qualcuno che non sia un parente, qualcuno che mai si è visto prima, si può certamente amare qualcuno. Passato il primo decennio di vita si capisce quanto sia incontrollabile l’amore colle sue virtù e colle sue mancanze. Passato il secondo decennio talvolta l’amore viene confuso, sfruttato, si abusa nell’amore. Ma farà parte anche ciò del nostro amore. Dopo i 20 anni è tutta in discesa Amare. Solo amare. Ci vuole poco per innamorarsi, moltissimo per farsi amare. L’amore ti trasforma, ti traina, ti comanda. Mai qualcuno riuscirà a fermarlo. E’ nella natura dell’uomo amare. Spesso si ama per cercare la completezza nell’essere. Si ama un altra persona. Spesso non accade il contrario. Sempre ci sono ostacoli da saltare, da superare, da scavalcare. Sempre si deve sopportare, soffrire, penare. Un critico comico dice “E’ nella natura dell’uomo amare chi ti detesta e detestare chi ti ama”. Sembra una menzogna, una non può corrispondere alla realtà, tuttavia io penso che sia una non-bugia. [Si gira il foglio di bloc-notes]
Da questa frase si capisce quanto l’amore sia crudele. Si prende gioco di noi, ci umilia, ci fa felici ma sono sicuro che non si resta felici nell’amare un essere umano. Purtroppo l’amore è tutta la felicità che questo mondo ci può donare. Bisogna saper interpretare, L’unico amore sicuro di cui ti puoi sempre fidare è l’amore di se stessi. Sai che mai ti tradirai, mai ti potrai ingannare, non esiste la mancanza di fiducia. Tu e il resto. Tu. Pensa a te stesso che qualcuno prima o poi ti cercherà. E se non ti cercherà nessuno non ti sarai amato abbastanza. Mi viene spontaneo amare. Non amo per essere amato. Amo basta. Non so perché amo, ma so che non mi interessa. Amo. Amo il “mio” mondo, la mia vita forse amo anche qualche altro mondo. Il mondo degli altri. Pieno di incertezze, di pericoli. Ma è un mondo nuovo. Mai esplorato e pieno di ricchezze. Sempre si amerò. L’amore per se stessi è sicuro che dura tutta una vita, l’amore verso gli altri si spera. Purtroppo l’amore porterà anche odio. Odio e Amore camminano in braccetto. Sono come il sole e la luna. Mai insieme. Uno leva il posto all’altro. Da sempre funziona così. Mai amore e odio potranno incontrarsi insieme. Sono due sentimenti troppo forti per convivere insieme in una sola persona. Prima viene l’amore poi l’odio. Potrà accadere anche il contrario ma dovremo sempre ricordarci che al buio seguirà necessariamente la luce. C’è da esaltarsi nei periodi bui. La lu Un nato Così è l’amore. Dopo l’amore ci sarà l’odio a cui seguirà nuovamente l’amore. E’ un processo che dura da sempre. Non si può arrestare. Difatti Un noto proverbio siciliano afferma che l’amore è come un cetriolo: inizia dolce la prima parte è dolce, verso la fine è amaro. Godi del tuo stato ovunque tu sia. Se stai amando sei felice. Se stai odiando felice lo sarai. Forse è questo l’unico vantaggio nell’amore…


Adesso, mentre trascrivo il post.
Il muro, profezia numero uno.

Già che ci siamo in questo post inauguriamo la nuova rubrica BNG: Buona notizia del giorno.
BNG: ho richiesto in tribunale la visura del casellario giudiziale per via del visto. Risulto avere la fedina penale (e civica) pulita che, per chi mi conosce un poco, non è una cosa scontatissima.