Archivi del mese: maggio 2012

Io non voglio essere pregato!

In Italia succedono cose ma io me ne accorgo solo 9 ore dopo. Ad esempio stanotte sono morte quante, 13, 15 persone. Una briciolina, ma che dico, una bricioletta se contiamo i bambini massacrati in Siria (giusto per fare un esempio, sia chiaro). Ma l’Italia si sfoggia dell’appellativo di paese civilizzato, moderno e all’avanguardia. Anche se poi al primo terremoto qualsiasi (se confrontato a quello del Giappone, giusto per fare un esempio sia chiaro) le case e le cose cadono giù. Gli operai, ritenuti fortunatissimi assai fino al giorno prima per il solo fatto di avere un lavoro, muoiono come quando si sbattono le uova per fare le crepes. Dato che è da un po’ che la parola terremoto è collegata a quella della morte ogni volta che sento una notizia simile sui giornali penso, chissà quanti saranno i morti. L’Italia bellissima cade a pezzi perché l’Italia di bello ha tante cose vecchie nel passato e molte poco belle nel presente. E poi siamo il paese delle contraddizioni. La bimba ha appena perso i suoi genitori e farebbe di tutto per averne indietro almeno uno, che è meglio di niente. E il prete che era salvo rientra nella chiesa per salvare la statua della madonna. Di chi? Boh. Che poi il Signore lo disse che non bisogna abusare della sua clemenza, che l’idolatria è un peccato e, che cazzo, i preti non dovrebbero aiutare la gente invece di fare i pompieri delle statue?
Per non parlare di quella vecchietta che non ha più un tetto sotto cui guardare “C’è posta per te” ma si lamenta alle televisioni che la domenica non può più andare a messa perché la casa del signore è inagibile. Ma pensa te ‘sti barocchiani del ‘600 che fanno le chiese che poi cadono giù! L’Italia è un paese strano. Chi non emigra evade. Ma poi al momento del terremoto tutti con le mani giunte a chiedere i buoni “Terremoti, casa omaggio (usufruibile fra una trentina d’anni) “. Sotto quale punto di vista lo stato deve risarcire? E ben pochi possono urlare ai quattro venti di aver pagato le tasse (ma anche se fosse…). Una volta ero in bici, uno con la vespa m’ha inculato, io sono caduto e mi sono sbucciato il ginocchio. Pensate che abbia chiesto il risarcimento allo stato? Se c’è un rischio che non si è disposti a correre ci sono le assicurazioni. C’è quella sulla salute, quella sull’automobile, quella sulla lavastoviglie (leggesi garanzia), furto, incendio, rapina col cacciavite, rapina a mano disarmata e c’è pure quella sul terremoto. La casa casca giù? Rimettila su in 4+4 = 8 con noi! Le assicurazioni costano care e sono praticamente un furto? Vuol dire che dovete pregare più forte che il terremoto succede da qualche altra parte e no a casa vostra. Mi chiedete se c’ho un’assicurazione a casa mia in Italia? NO, non ce l’ho. Abbiamo a stento i soldi per pagare il mutuo. E allora sono ipocrita? No, se la mia casa casca giù insieme a loro vengono giù i santi, Beatrice e il paradiso tutto. Mica Monti o le preghierine del Papa. Che, tanto per dire, per me portano pure un poco di sfiga. Vabbene che è il suo mestiere ma che pregasse su qualcun’altro.
Io non voglio essere pregato!

Nun si mancia meli senza muschi

La mia scrivania - #1
La mia scrivania - #2
Notare il poster!
How to learn softball in one day

Come potete ben vedere ho iniziato a lavorare. Non dirò molto oggi, sopratutto dirò poco riguardo il lavoro. Un giorno magari farò un video in cui racconto qualcosa ma sono così entusiasta che non ho idea da dove iniziare. Il mio mentore (informalmente office buddy!) è Barney di How I met your mother. Uguale. Giuro, anche duli lo direbbe (le ho passato alcune foto del mio mentore ed è pregata di scrivere in un commento se è vero quel che dico). Al mio primo giorno di lavoro gliel’ho detto e lui dice che sono l’ultimo di una lunga fila. Quando mi ha chiesto se conosco e gradisco Bibier ho preso qualche secondo di tempo (quando chiedevo perdono per i miei futuri peccati) e ho detto si!
Oggi ha speso mezz’ora del nostro tempo per spiegarmi le regole basi del softball, l’abbiamo chiamata Lesson #1 – The basics. Domenica ho la mia prima partita come membro della squadra di quelli del gps.
Per adesso basta parlare di lavoro.

Ho avuto problemi con i visti. Tecnicamente non posso più lavorare dopo il 15 giugno il ché mi mette in una scomodissima situazione con la compagnia e a livello personale. Preso dal più completo panico sono andato con Johanna a parlare prima con la scuola che mi ha indirizzato in un immigration counselor, un consulente sulla immigrazione. Un ora di domande, consigli e in generale alcune buone notizie e 150C$ son volati nelle sue tasche. Vediamolo positiva. Solitamente quello è il prezzo che un dottore ti chiede quando ti scippa una mola(re). In questo caso nessun dolore ma anzi sollievo psicofisico (nel senso che sono tornato al mio naturale ritmo Activia). Il processo d’immigrazione in Canada sarà più difficile di quanto immaginavo, una delle situazioni che potrebbero accadere è tornare in Italia e fare il master. Ma questa è quella che i canadesi chiamano “worst case scenario”. E’ giusto considerare tutto ma è carino essere un poco più realistici.

Cose da imparare in meno di 6 settimane: Visual Studio, C#.net, Javascript, HTML5, Silverlight, Jira e forse forse objective-c. Oggi ho finito con Visual Studio. Domani si inizia con javascript, che -cosa interessantissima- era chiamato inizialmente Mocha. Tra Java, Beans and Mocha di certo uno si annoia! Ma un pochetto nervosi lo si è, eh!

Sir Wilfrid Laurier counterfeited! – Sir Wilfrid Laurier contraffatto!

I had my interview in a pretty famous italian site that analyze and interview italians that are leaving our country to explore and enrich the world. I found a couple of mistakes in my italian afterwards but I consider those mistakes part of me, I’ll make them again and again.
Tuesday I’ll start the new work and I am nervous about it.
My heart is again off after some roller-coaster days
I am back at Joanna’s house, I am just going to pick up S2 from their honeymoon.
At work, at the smoothy place, I am doing good despite what the bitches/witches say. And today, here the news, I recognized for the first time in my life a counterfeit 5C$ bill. To be honest I have to say that it was so clear that I am surprised I didn’t recognized when that client gave me it. Or it could have been the new one’s mistake, yes, I am not anymore the newest worker. I have a picture of 2 bills, one counterfeit (left) and the real one. And for the non-canadians, you could take a look at the canadian’s bills.

The real ones and the not ones

C’ho avuto l’intervista, a ciuii! Rileggendomi ho realizzato che ho commesso un paio di errori. Chi la leggerà penserà, chistu sarà puri in canadisi ma ammia me pari nu scieccu! (Non so perché ma quando immagino la gente che pensa la immagino pensare in siciliano, per me pure il gatto pensa in siciliano, beh ecchilosà!). Ma è tutto ok, i miei errori sono come il naso di Cyrano: mi identificano senza discussioni.
Martedì il nuovo lavoro ha inizio, e io c’ho paura e sono nervoso. La cosa che mi spaventa è di non essere all’altezza (ma è chiaro che se ne sarebbero già accorti loro se fosse questo il caso), in pratica c’ho l’ansia di prestazione. E giuro che se ci fosse il Cialis che ti fa rigare dritto (drizzare, in una parola) il primo giorno di lavoro io lo prenderei…o almeno ne sarei tentato.
Al lavoro dei succhi di frutta niente da segnalare, se non le puttane (come le ha chiamate una mia amica) che si lamentano pì ogni piritieddu ‘i musca. Oggi per la prima volta ho trovato e scoperto dei soldi falsi, 5 dollari per la precisione. Lì vedete nella foto lissù, quelli a destra sono veri mentre quella a sinistra sono falsi. Manca la striscia argentata, c’è uno strano riquadro blu, la corona è diversa. Per non parlare poi dei capelli del povero Sir Wilfrid Laurier, sembra di vedere l’effetto prima-dopo. Prima d’essersi fatto i capelli, dopo essersi passato il gel. Certo che poi c’ha quello sguardo un po’ crucciato: quando si vede la mattina coi capelli in quel modo (vedi banconota sinistra) la giornata gli prende male.
Ma questi canadesi sono, c’è sempre qualcuno che fa parte della banda degli “onesti”

The heart-cycle

Achtung Achtung I am going to expound my new theory that clams to be universal, true and valid for each period of the Year, included April, the First and February the 29th when there is on the calendar. Actually it works just for me, I am not sure about its sensibleness and validity during the passing of the time, you should have imagined.

Even thought what I say around, emotionally I am like a quail egg: I stink and I am weakling. But with my working brain I thought a theory, again inspired by a true story: the bicycle. Indeed, the principle why it doesn’t fall. Because it’s fast, fall a bit on the right and a bit on the left and thus it stays on the middle in a sophisticated and intriguing way. But if you let it go, the bicycle unfortunately fall, I mean it fall gracelessly.
And in this way I work out, in this way my emotions work. I give to my little heart an input: four, five brasilians, a french, swiss until the God says stop (sicilian expression that means “endlessly”). I am not the italian that everyone at the school thinks I am, it’s just that I’m worried my heart-cycle all of a sudden fall. And when it falls it hurts, blood flows in the heart. A lot of blood. Explaining my metaphor, falling from the bicycle means fall in love. To me, being italian and therefore religious (irony!), it has been said to me “love your neighbor”. Thus I do it. All of a sudden I fall. Without helmet I fall (in italian sounded like a wordplay: first person singular, present simple of to fall and helmet are the same word: “casco”. It would have been: Senza casco, io casco). Falling hurts me and don’t start to tell me that all this falls are making you fall your arms (again wordplay using an italian expression, in english the same expression is said “it is off-putting”). Romantically I could say I am made for loving, engineerically I could say:

if (love()) 
     then {existence() is true;}

It doesn’t matter how you say it, what matters is what I am doing. I’m trying to protect the integrity of my emotions. Because if falling is painful I want to fall just when it is worth it.

So, even though this swiss smells like clouds before a rainstorm, look this movie with her and then drive her home. Are we understood, beast (originally in sicilian)?
And if she asks more?

 

The original post is here: http://www.minciati.eu/2012/02/la-cuore-cicletta/. Every noticed mistake will appreciate to be found and corrected. Help them.

“Bustiamoci” un poco – Due video più un altro

Il nuovo post saranno due video da 10 minuti più un terzo che, tuttavia, data la natura particolare sarà privato. Ma non vi siete persi niente, ‘un fa niente insomma.
Non mi dilungo e vi lascio ad altri 10 minuti della vostra giornata in compagnia del sottoscritto che fa lo sbruffone. Come disse Joanna, it’s time to boast about yourself. E’ tempo di pavoneggiarsi, di farsi fico. E io fico, modestamente, lo sono fino al semicolon. Sì, al punto e virgola;

Ecco il video della vergogna: http://www.minciati.eu/2012/05/un-lele-ballerino-professionista-in-provetta-o-provetto-professionale/

L’ingegnere dei Succhi di Frutta (questo titolo l’ho sognato per mesi)

Lo vedete questo? Lo avete visto. Cosa porto un uomo a ridere, piangere, correre, accendere i fari lunghi, spegnerli, far cadere cose in macchina, riprenderle, ridere nello specchietto retrovisore? Facciamo un passo indietro, anzi no..un salto indietro!

Il primo contatto
Era il 06 marzo 2012. E stavo nel pieno delle mie ricerche tecnicamente perfette per ottenere una internship o una posizione di primo livello in quello per cui ho studiato: volevo fare l’ingegnere, che l’idea di spremere barbabietole e tritare erba per tutta la vita mi faceva venire la scarlattina. Allora scrivevo così al Britanno:

Salve,
 sono Gioele Minciati e dopo attenta ricerca e considerazioni sto cercando con ardore una internship/posizione di primo livello con la tua compagnia. Allego la mia lettera di presentzione e il mio cv per una sua accurata lettura. 
Aspettando di risentirla presto,
Sinceramente

Io così gli dicevo e così feci per tante altre compagnie. Ma per loro avevo personalizzato la mia lettera di presentazione, citando alla fine uno dei loro valori chiavi copiandolo preciso dal loro sito: “data only has value when it gets used ;)“. Le informazioni hanno un valore solo quando vengano usate, per dire insomma…se cestini questo messaggio non sai che ti sei perso, io sono qua e tu dovresti venire a conoscenza della mia esistenza. Fallo e non fallerai.

Il primo responso della mia vita
Due giorni dopo, l’8 marzo. La prima risposta a una mia richiesta di lavoro, la prima e (quasi) l’unica fra una ventina di curriculum inviati.

Ciao Gioele,
 grazie per il tuo interesse in quelli del gps! Potresti inviarmi una ufficiosa copia del tuo documento che riporta le considerazioni sulla tua laurea? Inoltre, stai cercando un lavoro solo per l’estate? Quando programmi di iniziare la specialistica?
Grazie

E, nessun dubbio, gli risposi subito dopo inviando ciò che aveva richiesto e rispondendo a ciò che aveva domandato. La sincerità assunse tutto un nuovo concetto, onesti ma ponderando le parole. Cercai di contenere la mia eccitazione, ignaro di quello che sarebbe successo. Intanto ogni mattina mi alzavo, mi vestivo di nero e andavo a lavorare dove i mirtilli rossi sono chiamati Cranberries e dove la gente aggiunge proteine ai loro frappé credendo che così stanno meglio. Ma unni e quannu?

L’attesa
12 interminabili giorni di attesa. Niente, il Britanno non si faceva sentire. Che non avesse capito qualcosa? Che avesse visto il 19 in Fisica? Forse era un vicolo cieco. Ma tanto, forte della conoscenza del proverbio siciliano l’affruntusu mori lu sfacciatu campa, andai negli uffici. Mi vestì come un adulto, passai la lametta sul mio viso, presi la mia cartelletta Invicta e andai in un giorno di pioggia a parlargli di persona o quantomeno a richiedere un appuntamento. Dopo aver trovato la porta, dopo esser salito al secondo piano in un palazzo senza scale, dopo aver parlato con una segretaria che mi diceva che il Britanno era in un meeting, e poi aveva un altro meeting ancora e non sapeva quando finiva, dopo essere tornato a casa col musone gli scrissi una mail. Dicendogli, sono venuto-non c’eri-voglio prendere un appuntamento-sono disponibile tot e tot giorni-cazzo chiamami. Dopo un ora e qualche dozzina di minuti ricevetti la sua email. Questo era già un segnale che incominciavamo a volercese bene.

Compiti per casa
22 Marzo. 16 giorni dopo il primo contatto. Nella sua email di risposta il Britanno mi diceva che:

  • Era molto impegnato Non aveva capito il documento dell’uni, in particolare pensava che il mio 96/110 fosse la mia posizione: del tipo che su 110 partecipanti ero il 96esimo, il 14º migliore. E mi faceva i complimenti. Io zittooooo :D
  • Mi invitava a completare un test, 45 minuti di tempo per tre domande tecniche che poi si sono rivelati tre piccoli programmi da scrivere.
  • Sto giro era lui che ringraziava per il mio interesse e mi domandava se avevo richieste per lui. Era amore, amore amore!

Risposi, ero ansioso di ricevere il test. Cioè in pratica mi stavo cagando sotto. Feci il test, Simone e Dani vedevano se compilava ciò che scrivevo ed era tutto perfetto. Invia il test in tempo, commentai il codice. Questa fase fu perfetta. Fu allora che inizia a guadagnare un po’ di autostima ma ben sapevo che la fine di questo lungo processo era ben lontana.
Lo stesso giorno il Britanno mi disse che non avrebbe potuto darmi alcun esito se non prima delle successive due settimane, erano tutti impegnati in conferenze fuori città. Mi misi il cuore in pace: altri due settimane di succhi di frutta per i canadesi!

Incontriamoce
Giorni interminabili, attese impazienti. Nervoso, Joanna che dice che bisogna stare calmi, io che calmo lo sono che tanto il test lo so che è andato bene. Ma le visite al gabinetto si fanno frequenti, tocca darse una mossa sennò qua muoio di troppa cacca.
10 Aprile. Una vita e 18 giorni dopo. Chiedeva scusa per il ritardo e se ero ancora interessato mi proponeva un incontro con un paio dei loro (a couple of us), figoooooo? pensai e subito dopo corsi in bagno. Dopo 5 mesi di permanenza nello stato Canadese, dopo aver imparato il famigerato inglese avrei dovuto sostenere un colloquio serio in inglese. Colloquio per cui concorrono gente che l’inglese lo parla da quando sono nati, che sanno che dire “await” fa più figo di dire “wait”. A-iuto! Non vi racconto le ore trascorse a studiare le domande statisticamente  più probabili, le risposte migliori, come rispondere alla domanda: “Qual’è la tua più grande debolezza?”.
Quando si è carenti in qualcosa bisogna trovare la pezza giusta per tappare il buco. E se di pezze ne servono due, bisogna trovarne due che siano giuste. E loro sono stati sorpresi della mia fermezza di spirito e del assoluto successo nel soddisfare le tappe che mi ero prefissato. Si vede che di pezze nello zaino ce n’è qualcuna. E che pezze, questi lenzuoli matrimoniali sono!
Sono stato “colloquiato” dall’hiring manager e prima dal senior developer. Ho risposte a domande personali e domande tecniche, ho raccontato la mia storia esaltando gli aspetti positivi e minimizzando quelli negativi. Avrò fatto davvero un buon lavoro, in seguito mi han detto che erano già pronti ad assumermi dopo il primo colloquio. Sì, perché ne ho avuti due…due e mezzo a dire il vero!
Il 18 aprile infatti mi è toccata il colloquio col CTO. Il CTO è il tipo che dice mò programmiamo questo, quest’altro nunnè buonu: fatece ‘na x.  E’ il capo del reparto tecnico, l’unico capo che conta per me (avrò più contatti con lui di quelli immaginati perciò dovrò trovargli un soprannome). Il tipo è molto serio, quando sorride è perché sei stato davvero bravo. Ho usato tutti i mezzi a mia disposizione per impressionarlo ma, al contrario dei precedenti, lui è rimasto impassibile (anche se poi è stato lui che m’ha detto d’aver deciso d’assumermi sin dal primo momento). Ha richiesto di vedere del codice scritto da me e io gli ho inviato 10000 righe di codice scritto con Sergio.

L’assunzione (“in cielo”)
Dopo la fase referenze (hanno contattato la mia cugina canadese che citerò in uno dei prossimi post) e il mio professore dei dinosauri (un prof. del Politecnico, il collegamento coi dinosauri non è rilevante). A quante pare entrambi hanno fatto il loro lavoro davvero bene e il 2 maggio il CTO mi manda un’altra mail chiedendomi un ulteriore colloquio con un nuovo tipo, non meglio identificato. Dentro di me lo sapevo, era fatta. Ma l’ansia non accennava a diminuire e così quella mattina del 4 maggio mi sono vestito per bene, ho cambiato lo stile della mia barba in quello che duli definisce “il lele incazzoso”  e sono andato. Ho parcheggiato la macchina nello stesso parcheggio (si paga circa 3$ l’ora, in totale avrò speso non meno di 25$ fra tutte questi colloqui), ho preso l’ascensore e sono arrivato con i soliti 10 minuti di anticipo. Il tempo di farmi annunciare dalla segretaria e compare un uomo aaaaaalto alto alto. Tazza di caffè in mano, jeans e maglioncino girocollo. Il capo del reparto vendite! E invece di portarmi nella sala conferenza mi faceva girare a destra: sezione uffici. Porca vacca, ho pensato io, ci siamo, si fa seria la cosa! Quando poi mi ha offerto acqua o caffè sono entrato nel pallone, avrò cambiato idea 5 volte per finire con un sano bicchiere d’acqua. Del resto non posso dire molto per via della confidenzialità di cui mi hanno già istruito e che presto metterò per iscritto firmando il contratto. Mi hanno offerto di scegliere fra due progetti, ho brevemente raccontato la mia storia e dopo un’ora e qualcosa sono stato condotto nell’ufficio del CTO. Dove ha aperto una cartella sul suo computer, aperto un file col mio nome (IL MIO!) e brevemente riletto il contratto con me. E se fra quattro mesi faccio il bravo ricevo il primo aumento della mia vita. ‘inchia!

Riassumendo
In breve. Il tutto ha impegnato due mesi della mia vita, 18 email col Britanno, 4 col CTO. Una cover letter e un resume. Quattro viaggi nei loro uffici, centinaia di visite sul loro sito. Un test tecnico, anzi due. Qualche decina di stampe, due-tre vestiti buoni, un po’ di gel nei capelli e un tre paia di lentine. Giornate di ansia e nottate come se fosse giorno. Cacca, molta cacca. Un paio di giri in bici per sfogare la tensione, ridere e risate: qualcuna, nei momenti giusti. Felicità. Ed è così che torniamo al video di partenza. Felicità.

 

P.S Ci sono decine e decine di dettagli che sarebbero degni di essere scritti: alcuni li ho temporaneamente scordati, altri non si possono dire. Ma certamente questo non sarà l’ultimo post a riguardo, certo che no!