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L’America e le mie cognate

Ok. C’ho una curiosità che mi mangia le ossa. Chi di voi si collega con un link diretto al mio blog dall’America (il sistema mi suggerisce talvolta Mountain View talvolta New York ma potrebbe essere dovunque nel continente…) e usa Safari come browser? Lasciami un commento, interagiamo in qualche modo: anche una partita a scopa online mi farebbe piacere.
Poi vorrei suggerire a quel pervertito che giunge sul blog cercando su google “Le cosce lunghe di mia cognata” o “Ho voglia di mia cognata” che le mie cognate ad honorem non sono in vendita, da queste parti è meglio che non si fa rivedere più. Ecco (dito al collo che simula il taglio netto!!!)

夫或妻的姊妹

夫或妻的姊妹 vs 鄧小平
Si dice che ripetesse: “Non importa che il gatto sia bianco o nero; ciò che importa è se acchiappa i topi”.

Oh mia cara tikè, tu lo sai che io nutro rispetto e stima incommensurabile, e che io ti difendo oltre ogni limite, e per questo mi piglio pure ulteriori incanate, ma che vuoi che sia, una due mille che differenza fa.
Eppure sono costretto a subire questi colpi alle spalle: contraddire me, Tu quoque, tikè, cognāta meā!

Tu non sai quanto mi dispiace stavolta aver ragione, ma così è.
Il tuo “connazionale”, di cui abbiamo una diapositiva proveniente direttamente dai gialli, faceva parte d’una famiglia appartenente alla nobiltà decaduta. La ricchezza della sua famiglia si concentrava nel borgo di Xiexing, ed è lì che il carissimo Deng frequento la piccola scuola confuciana. Lì ascolto ‘sta storiella di sto gatto maculato che accappia i topi, ci piaciu, e incominciò a ripeterla. Ma fu il caro Confucio (vissuto 2500 anni prima, così, tanto per essere sicuri che sia lui il primo cronologicamente) a studiare per prima le correlazioni tra il colorito dei felini e le loro caratteristiche. Non voglio ferirti ancora, consideriamo chiuso il malinteso. Avevo ragione.

P. S Anzi, ti offro una immediata possibilità di riscattarti (quanto sono buono): volevo scrivere nel titolo A mia cognata, e invece credo che sia riuscito appena a scrivere cognata (e non sai che fatica mi è costata sincerarmi di non aver scritto Melanzane alla parmigiana). Potresti aiutarmi? :)

Italicas matres, inquit, sacer hircus inito.

Studio, ho fame, scendo in mensa. La signora della mensa (che detta così sembra un essere misterioso) come al solito mi fa passare il tesserino mensa e mi fa lo sconto sulla differenza, perchè la signora della mensa è buona e gentile con me. E mi vuole possedere carnalmente (ma non è con qualche sconto che mi avrà). Non mi avrà, e basta parlare della signora della mensa (mistero). Mi chiede: “Tu oggi non festeggi?”. Rispondo di no, dopo aver dovuto riflettere più dell’ovvio sul perchè festeggiare. Risponde: “Eeeh, che siamo tutti singooool allora !?”.
Qualcosa in questo sillogismo (ma che io pronuncio sillogggismo per via della mia spiccata appartenenza terrona) lo rende Non Valido:

  • Se non festeggio il mio compleanno, ho comunque un anno in più. Così è, se vi pare e se non vi pare.
  • Se non festeggio il mio onomastico continuo incessantemente a chiamarmi Gioele.
  • Se non festeggio, il giorno del mio 30 in Analisi II è comunque un buon giorno.

Tali esempi, quindi, suggeriscono che l’atto del non-festeggiamento non vincola necessariamente l’inesistenza dell’evento eventualmente festeggiabile.
Inoltre San Valentino non la ritengo una festa “festeggianda”. Niente, in questo giorno, accomuna me e la mia consorte al resto delle coppie italiane, togolesi, Na’vi. Si, il fatto di essere una coppia (tris batte coppia!) potrebbe rappresentare una somiglianza, ma tanto oggi – 14 Febbraio – quanto un altro giorno, il 30 Febbraio per esempio. Sapere le origini e le leggende che hanno ispirato tale festa, inoltre, non aiuta di certo la formulazione coerente di un antitesi a questa mia tesi (non per presunzione, ma Postulato sarebbe una definizione migliore).
Narra Ovidio nei Fasti che al tempo del Re Romolo le donne avessero qualche difficoltà ad avere dei figli (che i loro cibi abbondassero forse di prezzemolo? O forse il marito aveva capito l’antifona e “pre-veniva” ?). Allora donne e uomini (che intanto s’erano sbarazzati sottobanco degli ultimi scatoli di Settebello rimasti) si dirigono nel bosco sacro della Dea Giunone (che in quanto fertilità&similia era esperta se pensiamo che allattando Ercole aveva generato da sola tutta la Via Lattea), si mettono in ginocchio e supplicano d’avere dei bimbetti (gran bel modo di concepire dei bambini). Attraverso lo stormire delle fronde, la dea benevola allora risponde che le donne devono essere penetrate da un sacro caprone (dopo qualcuno disse – si usava già allora – che si era capito male). Ora si, che ci siamo. Poi venne Moccia, papa Gelasio, la Perugina, la signora della Mensa (a cui un caprone non dispiacerebbe dopotutto) che cambiarono la favoletta, qualche omissis qua e là e San Valentino è tra noi .
E se S.Valentino fosse il caprone che vuol vendicare il com(ce)pimento di quanto predetto ?

Viale Romagna 62…ok!

Se al momento della mia nascita mi fosse stato concesso di scegliere il sesso sarei stato alquanto imbarazzato di non saper sfruttare una simile occasione, manifestando seri dubbi al momento della scelta.
Sarei voluto essere un uomo per poter aver la presunzione di racchiudere il potere nelle mie mani.
Sarei voluto essere donna per poter avere il potere nelle mie mani.
Ma poi venni a sapere che avrei partorito con dolore, e che ciò mi sarebbe stato ricordato ogni mese, che non sarei potuto andare al mare di tanto in tanto, e che non avrei potuto girovagare a petto nudo senza essere attorniato da iene malefiche.
E così mi sono accontentato di essere presuntuoso.

LONDRA – Se in presenza di una bella donna vi capita di balbettare, confondervi, dimenticare cosa stavate facendo o dove stavate andando, consolatevi: non siete i soli. E, per di più, è madre natura che ha programmato noi uomini in maniera da comportarci in questo modo. Una ricerca pubblicata in Gran Bretagna conferma infatti il vecchio luogo comune secondo cui il maschio, davanti alla bellezza femminile, perde la testa. Ebbene, sembra proprio così: basta un incontro fugace con una donna attraente e il cervello maschile smette di funzionare, perde colpi, non fa più il suo mestiere. “La donna più sciocca può manovrare a suo piacimento un uomo intelligente”, diceva Kipling: se poi è carina, non c’è genio che possa resisterle. “Il sex appeal fa andare l’uomo giù di testa” è il titolo con cui il quotidiano Daily Telegraph di Londra riassume la ricerca, apparsa sull’autorevole Journal of Experimental and Social Psychology. Si tratta di uno studio condotto da psicologi della Radbouds University, in Olanda, che hanno sottoposto a una serie di test un campione di studenti maschi eterosessuali. A tutti è stato chiesto per esempio di ricordare una successione di lettere dell’alfabeto. Quindi ciascuno degli studenti ha trascorso sette minuti in compagnia di una donna attraente. Poi il test è stato ripetuto. La seconda volta, tutti gli studenti hanno ottenuto risultati decisamente peggiori della prima. Gli studiosi pensano che la ragione sia questa: quando incontrano una donna che a loro piace, gli uomini usano istintivamente gran parte delle loro funzioni cerebrali, ossia delle risorse cognitive, per fare buona impressione su di lei, insomma per far colpo, e nel cervello rimangono dunque scarse risorse per altre funzioni. Gli psicologi olandesi hanno avuto l’idea di condurre un simile esperimento quando uno di loro si è accorto che, dopo aver avuto una conversazione con una donna che lo aveva colpito per la sua bellezza e che non aveva mai incontrato prima, lui non riusciva a ricordare l’indirizzo di casa propria, in risposta a una domanda della sua interlocutrice per sapere dove vivesse. Il professor George Fieldman, membro della British Psychological Society, commenta sul Telegraph che i risultati riflettono il fatto che gli uomini sono programmati dall’evoluzione per pensare a come trasmettere i propri geni. “Quando un uomo incontra una donna”, afferma lo studioso, “è concentrato sulla riproduzione. Ma una donna cerca anche altri attributi, come la gentilezza, la sincerità, la stabilità economica”. E in effetti la ricerca suggerisce che le donne non perdono la testa allo stesso modo, quando incontrano un uomo bello e affascinante. Il test, secondo gli esperti, potrà essere utile per valutare le prestazioni di uomini che flirtano con le colleghe sul posto di lavoro o i risultati accademici nelle scuole miste. Senza contare che d’ora in poi l’uomo avrà una scusa in più, se si rende ridicolo di fronte a una bella donna: potrà sempre dare la colpa ai cavernicoli nostri antenati e all’evoluzione delle specie.


I fenicotteri rosa.

Un paio di comunicazioni di carattere organizzativo avrebbe scritto la mia professoressa di Analisi I, II.

  • Ho tradotto un paio di voci di questo blog nella mia personalissima lingua;
  • Ho modificato, credo in miglior modo, le dimensioni di titoli, sottotitoli, note a piè di pagina, vulcani, pianeta terra e stiamo provvedendo…(bzz..bzz…cosa..?? ah..okok riferisco! )..mi informano dalla regia che le dimensioni della terra sono rimasti immodificate. pff;
  • Ho cambiato il colore dei link cliccabili. Da un cupo grigio a un bel vivace azzurro: che c’ho bisogno di dare un pò di felicità al resto del mondo, che il mio esiguo magazzino è già colmo;
  • Ho aggiunto dei simpaticissimi quadratini dove, cliccando in quello giusto (Spacchiusu o Spassusu), vincerete un posto di lavoro a tempo determinato: mastru capu carriola;
  • Fiore all’occhiello di quest’oggi Udite Udite!! : ho aggiunto un bel ligneo gadget che permette a voi altri di sapere attimo per attimo che libro si trova sul bidet del mio bagno, da quanto tempo sta lì, le sue condizioni materiali e le sue proprietà organolettiche. I ringraziamenti sulla mia postapay. Grazie.

P.S Personalissima opinione: i libri belli, quelli veramente belli, te li porti ovunque: perfino nel momento di massimo raccoglimento, in bagno. Ed è quello l’unico momento che un uomo impegnato (come me, arghh) può concedersi affinchè si diletti nella lettura. Quindi i miei libri stanno sul bidet!

P.P.S Sfortunatamente il mio bagno è sprovvisto di un bidet, quindi il mio libro si sposta dal piatto doccia al lavandino con la stessa frequenza dei viaggi migratori dei fenicotteri rosa. Che bella la vita.