Khadir

Con Khadir parliamo in inglese. Lui parla in inglese, io ci provo. Una valida comunicazione fra noi c’è sempre stata però. Khadir è stato il mio roommate (compagno di stanza) fino a 5 minuti fa. E’ appena andato infatti a un “salsa party” con una ragazza colombiana; così l’ho salutato. Di quei saluti che si sa che sono degli addii, o al più un ci rivediamo in un’altra vita. Ci siamo stretti la mano come fanno due uomini. Ma di un tratto lui mi ha tirato il braccio e m’ha abbracciato. Due secondi, poca roba. Due pacche sulla spalla e un Thank you.
Ma prima m’aveva detto questo…(traduco in italiano perché sono bravo a capire ma meno bravo a scrivere in Inglese).
Khadir dice che sono il migliore roommate che ha mai avuto.
Dice che siamo sempre stati opposti, lui vive di notte io vivo di notte: così io gli ho rotto le palle la mattina e lui ha rotte le mie la notte. Dice che sono davvero un ragazzo d’oro (very nice guy), che merito tantissimo nella vita.
Khadir dice che non riavrò più vent’anni, non gli ho detto che ne ho fatti 21 lo scorso venti giugno. Dice quindi che merito un giorno di vacanza in una settimana di studio. Dice che fra cinque anni ripenserò a lui e a tutte le volte che mi ha chiesto di uscire con lui e io ho declinato l’invito per via dello studio.
Enjoy the life, enjoy enjoy!! 
Sembrava che mi stesse rimproverando, il suo era un tono d’ammonimento.
Khadir stasera si vede con una ragazza colombiana. Io gli ho chiesto che fine ha fatto la sua ragazza francese. We broke up. Si lassaru. Perchè? Why not!?, mi ha risposto lui. Khadir pensa così. Bisogna trovare un motivo per non fare una cosa, ma di default tutto si può fare. Come quando, due settimane prima di quegli esami che avrebbero deciso l’esito della sua borsa di studio necessaria per sopravvivere a Milano anche l’anno prossimo, se ne andò a Pamplona, alla corsa dei tori.
Non essere come me mi ha detto. Io sono un ragazzo pazzo, ma tu studi troppo. Enjoy the twenty.
Khadir dice che quando è arrivato in residenza per la prima volta, Cecilia (la direttrice di qua) gli ha chiesto in che stanza volesse andare. Fammi vedere le opzioni, ha risposto lui. E quando ha visto il mio nome, un nome italiano, ha pensato che fossi come il suo amico di Foggia: un italiano pazzo come lui!
Non so se l’ho deluso, l’ho odiato le ultime notti in cui mi ha svegliato per il suo russare incessante, ho odiato il suo disordine malato (c’è una pentola sotto la scrivania mezza piena di pasta col tonno cucinata più di dieci giorni fa), il suo profumo mi da la nausea dato che lo spruzza fin dentro le ciabatte (e l’ha spruzzato pure sul pavimento quando gli è caduta una bottiglia di birra di un litro). Ma Khadir è quell’uomo che mi ha detto quasi subito che sono peloso quasi quanto lui. E’ quell’uomo che pensava che facessi impurità in bagno dato che mi portavo il pc nei miei momenti di relax (cacca) e perciò mi diceva con un ghigno “Be carefull”. Sii pieno d’attenzioni, stai attento insomma. E’ quell’uomo che ride come un dannato guardando l’isola dei famosi, edizione turca. E che in genere, proprio come un vero turco, è dedito all’alcool.
E’ un uomo particolare Khadir. Ma per me è speciale. Basta il fatto che ho condiviso con lui un anno della mia vita. E per questo che, abbracciandolo, mi sono sentito felice. Anche se le braccia che m’avvolgevano erano quelle di un uomo.

Un pensiero su “Khadir

  1. Mi sembra di capire che alla fine, nonostante tutto sia stato a nice room-mate! Forse una di quelle persone che, volenti o nolenti, ti porterai dentro per la vita, cui ripenserai sempre con un sorriso e del cui ricordo annoierai tutti tra dieci anni dicendo "ho conosciuto un turco una volta…".
    XD

    Seya

Rispondi a seya Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.