Archivi del mese: luglio 2011

…mi fa una rabbia il fatto che vola pur non essendo mai andato a scuola!

Scenario: stavo a letto e guardavo Into the Wild. Oggi avevo deciso di prendermela di riposo. Ma ho fatto due lavatrici, sono andato alle poste, mi sono tagliato le unghie dei piedi che quelle delle mani le ho mangiate tutte ieri all’esame in cui mi sono ritirato. Ho pulito la stanza, sistemato le scrivanie anche se adesso sono disordinate come prima. Ho fatto una doccia e ho prenotato i biglietti per mamma e matti. Mi sento però un po’ in colpa per questo giorno di non-studio, così in colpa che ho installato la 10.04 di Ubuntu su una macchina virtuale e ho già tirato giù codeblock e eclipse: deciderò in serata quale sia il migliore IDE per c.
Ma ci sta una cosa che volevo dire in questo post. Oltre alla capacità di fare sesso che non sia procreativo ciò che ci distingue dalle bestie è l’ambizione. Dapprima l’ambizione di essere una persona giusta, quindi di avere successo nelle cose che si fanno, di avere un ruolo attivo nella vita della gente.
E io non capisco affatto come fa certa gente a non avere le ambizioni. A vivere da mantenuto, a non fare un cazzo da mattina a sera. A godersi i piaceri della vita, sesso barche cibo e mare, senza avere una briciola di sogno che non sia quello di trovare il colore dello smalto perfetto. Gente così la porterei in una fattoria, in una fabbrica, davanti a un lavandino di un ristorante con la sala piena, a fare dei lavori che permettono alla gente di divertirsi. Io faccio ingegneria. Dapprima per me, per essere qualcuno a questo mondo. Per migliorare la mia condizione sociale ed economica. E infine per avere un ruolo in questa sgangherata società, per vedere la mia firma in qualcosa che diventerà indispensabile ai più. Io riconosco le mie mediocrità ma ho dei sogni di tutto rispetto. E quest’anno andrò in Canada nella speranza che, una volta tornato, avrò una conoscenza ottima della lingua inglese; con tale patrimonio poi vorrò iscrivermi alla laurea magistrale e appena possibile ripartire per l’estero con un progetto di Mobilità Internazionale. Un progetto che se fossi rimasto nella mia arida terra avrei visto su youtube, sul canale del poli. Per i miei sogni sono disposto a percorrere degli apparenti passi indietro. Andare via dalle persone che mi vogliono bene, vivere in uno studentato che sembra quello dei film horror (questa non è mia ma di un ragazzo che ha visto il corridoio principale del II piano per la prima volta), rinunciare a una buona fetta di divertimenti, sacrificare i fine settimana.
Ma nonostante tutto ciò lo faccia esclusivamente per me, mi girano le palle nello scoprire che la gente fallita si possa divertire senza avere un minimo di desiderio per la propria vita.
A tutto questo non trovo rimedio. Soddisfo soltanto i miei istinti e desideri: e adesso mi sto sentendo terribilmente in colpa per questo mio oziare. Perciò vado ad aggiustare la bici, che ho nuovamente scoglionato. E col nervoso m’è pure venuto il singhiozzo. Minchia.

Piattaforme Software per il Canada

Your application has been transferred to the Canada Immigration Centre located in ITA – Rome for processing. The Canada Immigration Centre will be contacting you with further instructions in due course.

In pratica mi stanno dicendo che se la sbriga Roma adesso. C’han messo venti giorni per avvisare Roma (c’è da dire che però le poste canadesi stanno facendo strike che in questo caso vuol dire “sciopero”).
Il centro d’immigrazione mi contatterà con ulteriori informazioni, faccio molto immigrato no?
Intanto ieri ho fallito, ritirandomi, la mia possibilità di tornare a casa a metà luglio. Dovrò attendere il 28 luglio e chissà che questa attesa non venga ripagata con un voto migliore. Ovviamente ciò comporterà altro stress, altri venti giorni di Milano e altro sudore sui tasti di questo computer.
Ma noi siamo ingegneri, queste cose alimentano  il nostro cuore (è auto-convincimento)!

Sabato 4 Luglio

Che il muro fosse anche profetico era una notizia vecchia. Che addirittura azzeccasse le giornate importanti a distanza di anni, ecco quello era inaspettato.

Quella scritta la ricordo ancora. Si riferiva alla notte del quattro luglio del 2009. Allora era tutto incerto, c’era una donna che mi aveva iniettato in petto una dose letale (zuuuu che paroloni!) di dolce veleno. E’ quella notte aveva preferito parlare al telefono col ganzo piuttosto che con me. Quel veleno m’aveva poi tenuto sveglio tutta la notte, a pensare per ore e ore sul perché non aveva voluto parlare anche con me. E se il motivo adesso vi può sembrare stupido c’aggiungo il carrico dicendovi che quella notte era già la seconda notte che piansi lacrime “avvelenate”. Ma ancora lei non aveva capito ben bene che stava accadendo, ce n’è voluto di tempo ma alla fine tutt’apposto, capemmu! :D
Poi il tempo passa, i crediti aumentano e le cose cambiano.
E la notte fra il quattro e il cinque luglio di quest’anno – il duemila e undici – l’ho passata con i tre amici che c’ho alle colonne di S.Lorenzo a bere due birre e una granita schifosa (uno non beve alcolici e granite che non siano autoctone) festeggiando una lode, la mia prima lode. Una lode resta sempre una lode ma in due una lode diventa un bravo braviiiissimooo.
A comunque lele, se il sette riesco a strappare un diciotto me ne torno a casa. E se non ci riesco sto a Milano fino al ventotto luglio, cà tantu rutta pì rutta

Lunedì quattro Luglio

Ho preso 30 e lode nel mio progetto finale di Ingegneria del Software. Ringrazio Sergio per aver contribuito, per aver inserito l’immagine di Yoshi morto. Ringrazio me per aver cercato “zombie died yoshi” su google e più in generale per aver avuto l’idea. Il fatto è che sto finalmente uscendo da questo dormitorio, direzione colonne di S.Lorenzo. Anche se è lunedì.
Ho messo la maglietta più bella che ho, la polo blu. Ho messo il profumo più buono che ho, Terre D’Hermes. Ho messo le scarpe più belle che c’ho, che sono poi le uniche scarpe che ho. Oggi è un bel giorno.

Perché è giusto rubare una bicicletta

La gente è ipocrita. Mica la gente dei film, la gente che definiamo amici, parenti e noi stessi. La gente tutta è ipocrita. E chi tenta di sottrarsi a questa categoria riesce nell’impresa d’esser ancora più ipocrita. Non c’è niente di male nell’essere ipocriti dato che lo siamo tutti. Al più possiamo lottare per definirci meno ipocriti di o un filo più ipocriti di. Ma il punto fermo, oggetto di questo post, è identico. Fornisco qualche argomentazione di importanza a caso e non assolutamente esaustiva per l’argomento. Di certo la cosa non mi verrà difficile considerando che i casi d’ipocrisia non si sprecano nella vita quotidiana. L’amore è ipocrisia, anzitutto questo. Non voglio dar l’impressione dell’uomo ferito che adesso si ritorce e inveisce come un disperato ma l’amore è l’esempio più bello che ho per definire il mio concetto di ipocrisia. Quando si ama lo si fa per se’ stessi. Per appagare un desiderio. Qualcun’altro ha già fatto una scala d’importanza dei desideri, così è che si scopre che dormire o mangiare è molto più importante che amare. Insomma, un’arancina è decisamente meglio che un bel bacio in Via del Vero Amore. Ma questo è assolutamente opinabile. Ciò che ritengo assolutamente non discutibile (ma questo mio parere potrebbe esserlo…) è che l’amore puro non esiste. Si ama sempre per aver qualcosa in cambio e quando le speranze di un ritorno iniziano a mancare l’amore tende a trasformarsi in altri sentimenti. Sentimenti che ancora una volta sono provati per avere un ritorno. Io per esempio non nascondo che ho amato per essere felice. Della felicità altrui mi importava solo perché la cosa mi rendeva ancora più felice. La mia felicità, anche se indirettamente, era sempre davanti a tutto. Per questo amare sé stessi è una malattia.
Nessuno credo che possa ritenere corretto rubare una bicicletta. Ma tutti poi sono il sabato alla fiera di Porta Genova a comprarne una rubata da qualcun’altro. Com’è che era? Direttamente dal produttore al consumatore?
Nessuno ruberebbe un Mac di qualcuno che sbadatamente l’ha dimenticato in aula. Eppure rubiamo ogni volta che acquistiamo un prodotto Apple la dignità di un essere umano, il diritto di una madre di vivere l’infanzia del suo bambino e talvolta la vita di qualche nostro simile. E’ questo che accade nelle fabbriche cinesi che producono i nostri aggeggi elettronici.
E perché studiamo nel mese di luglio? Un ipocrita direbbe per la propria formazione, la propria emancipazione e per aumentare la qualità della vita delle persone che ci circondano. Studiamo per i soldi. Perché vogliamo i soldi che il nostro studio potenzialmente ci fornirà. Soldi per mangiare cibo sano, per dormire con lenzuola di seta e per procreare anime felici. Che ricominceranno il ciclo dell’ipocrisia.
Questo è un post ipocrito? Come potrebbe non esserlo? Forse dicendo che sono incazzato per aver preso un ventitré che per altro meritavo?

P.S Se la premessa è falsa non importa il valore della conclusione