…distrattamente pienze a me!

T’addgiu voluto bene a te, tu m’hai voluto bene a me.

Così voglio iniziare. E meglio mettere le carte in tavola subito: questo è un post dedicato. Solitamente si capisce ma non lo dico. Questa volte lo dico e si capisce.
Si lo so che sono in Canada. E che di ragazze ce ne sono a “sporte” già belle e confezionate. Ma dimentichiamoci tutto questo. Sto bevendo una camomilla e lo sai che mi piace con tanto zucchero. Ma questa volta è insipida, un poco l’ho buttato in questo scritto.
Bene ho già mentito: avevo detto che non avrei parlato del Canada ma un poco ne devo parlare. Sono in Canada e a volte mi capita di pensare a te. Inammissibile e impensabile il non farlo, intollerabile se mi stessi ancora affliggendo come feci e rifeci. Ma ci sono degli episodi che è importante portare alla luce dei fatti.
Qui in Canada secondo me ti piacerebbe proprio venirci ad abitare. La gente è educata, tutti ti chiedono com’è stato il tuo giorno ma sostanzialmente ognuno si fa i cazzi suoi. Lo so che ti piace quando la gente si fa i cazzi suoi. Siccome poi sono tutte troie non ti devi preoccupare di discernere i buoni dai cattivi: ti basta fare la domanda “Are you open-minded?”. Se è sì allora è easy, o come dico io open-legs (a gambe aperte). Perciò anche su questo punto siamo a posto. Un altro aspetto che di certo gradiresti è la loro politeness (educazione). Tutti composti ed educati, in autobus salgono per primi donne vecchi e bambini. Le file sono regolari, non c’è chi tenta di fare il furbo e le strade sono sicure. La borsetta la puoi tenere anche un po’ sulla schiena. Qualche pazzo lo incontri anche qua ma ti posso insegnare due tre frasi per farli andare via. Un bello “Ai dunt spik inclish” aiuta sempre (non ho la certezza sei il tuo bizzarro accento è efficace quanto il mio ma anche su quello con due tre lezioni di siciliano rapido ne usciamo fuori).
Tuttavia sarà il traffico la ragione che ti porterà a richiedere la residenza permanente. Sono tutti bravissimi e guidano tutti come te. Infatti io m’annoio. Nessuno suona mai il clacson ma una volta ho visto uno che addirittura ha lampeggiato, sarà stato ubriaco fradicio. Nessuno va più veloce di sessanta chilometri orari, tu potresti sembrare uno Schumacher imbufalito al confronto. Si ti prendo in giro. E lo so che c’hai ragione, ma io rido lo stesso. Allo STOP addirittura si fermano, al dare precedenza rallentano e poi frenano tutti per tempo. Non come me, che dicevi che frenavo troppo tardi (io sta cosa poi non l’ho mai capita fino in fondo, tardi per cosa?).
Ma con rammarico devo dire una cosa che potrebbe allontanarti dall’esilio permanente. Si lo devo fare, non mi fermare. Lo so, è dura…
Al supermercato quando ti avvicini alla cassa e metti le cose sul nastro, neanche te ne accorgi che ci sta un tipo addetto a mettere la roba nei sacchetti. La tua cazzo di roba, lui la tocca e la mette nei minchia dei sacchetti senza chiederti niente. Ma t’immagini, porca vacca?
Niente sacchetto di plastica proteggi scolo della mozzarella, la carne con il pesce, i latticini senza conservanti coi latticini senza edulcoranti, l’uva di sotto e la farina di sopra, le mele una per sacchetto e le uova non si riescono più a trovare. Solo non si vedono i due limoni.
Io non so come potrei aiutarti in questo caso, potrei dire “Stai attento ragazzo che questa te se magna, questa è tosta” ma non so come si dice l’aggettivo “tosta” (e non sono molto sicuro sul te se magna).

Io non so che succede nelle tue giornate ma era importante che tu sapessi che persino quando compro il peanut butter guardo con indisponente indifferenza il tipo addetto ai sacchetti. Ma tu almeno distrattamente, parl emmè?

Distrattamente, Gioele.

2 pensieri su “…distrattamente pienze a me!

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