Per queste cose… – 3

Inizio questo post con un ringraziamento a Bluescuro, quello non troppo alto e con non troppi capelli.
I ringraziamenti poi si dirigono lesti lesti a coloro che hanno partecipato alla giornata di ieri, la più bella giornata da mesi. Due o tre giorni così all’anno potrebbero bastarmi per ritenermi felice di tutta la mia vita. Ovvio, sono felice lo stesso: la febbre m’è passata.

Posso quindi ringraziare tutti i partecipanti a questa bella giornata e a questa foto…e vabbè che non si vedono, ma dietro ve lo posso assicurare si dovrebbe trovare la gente che m’ha accompagnata in questi tre anni di vita universitaria. Poi c’è Simone che si vede, ma il discorso non cambia. Anche per Duli sotto l’ascella il discorso è analogo. Fra di noi c’è molto affetto, con qualcuno di noi molto di più. Vediamo un paio di esempi:

Siamo andati in giornata nel vicino parco del Ticino. Zona Motta Visconti, città di poche anime ma alcune davvero molto gentili e disponibili. Alle 9 del mattino eravamo già in sella ad una bici, mezzo che avrebbe lasciato segni indelebili nei cuori di qualcuno e altri meno piacevoli nel culo di altri. Alcuni hanno provato entrambe le sensazioni, ed è a questo che il prof. Vecchioni si riferiva quando scrisse “Il tuo culo e il tuo cuore“. Sinceramente neanche io pensavo che il percorso potesse essere tanto lungo e pieno di atmosfere mozzafiato. Quando avevo pensato questa giornata l’avevo costruita considerando il nostro limite superiore: due ragazze al seguito. Ma avrò sbagliato qualcosa: le salite c’erano e il fango non mancava. Eccetto qualche pianto liberatorio e una topless mud-fight (sto scherzando…) le femminucce si sono rivelate abbastanza maschi. Questo il percorso che, eccetto alcune deviazioni, (1. Quando ci siamo ritrovati in mezzo a un campo e nient’altro; 2. quando ci siamo trovati in una distesa di sassi e nient’altro; 3. quando abbiamo lasciato il sentiero per imboccare una provinciale piuttosto trafficata; 4. Nient’altro.) abbiamo percorso:

Non è segnalata la strada che abbiamo dovuto percorrere per raggiungere il sentiero, ma all’incirca saranno stati una ventina di chilometri scarsi.
La bici è un attrezzo fantastico. Il mio utilizzo principale di queste due-ruote è stato come valvola. Di quelle da sfogo. Ho percorso molta “strada” col sellino sotto il culo e spesso con l’incazzatura nel sangue.
Ma ieri era diverso: doveva essere una giornata fantastica, solo divertimento e zero pensieri, una giornata per dimenticare gli esami (…ma abbiamo brindato col Nero d’Avola al nuovo semestre). Ed è stato così, porca puttana ladra, è stato tutto così.

Io poi c’ho aggiunto la mia dose. Anche se Duli ci scherza su, è proprio così: c’ho un modo un poco diverso di intendere il divertimento. L’imprevidibilità, le soluzioni istintive, le salite estreme e i jeans bagnati per aver guadato il fiume con la bici. E il rischio di farci un bagno non proprio gradito. C’ho bisogno di cose un po’ fuori dall’ordinario per far rilasciare quella chimica necessaria che mi faccia sentire il divertimento. Al solito vediamo qualche esempio:


Sono nato in campagna, figlio di contadini, figli di contadini. Non sono un tipo molto “raffinato”. Conosco la buona educazione, non faccio rutti in pubblico se non con gli amici, odio essere diplomatico e quando voglio dico le cose in chiaro, così come sono. Ma è in campagna che riconosco di essere il vero me, quello senza filtri. Soffiarsi il naso “alla contadina”, arrampicarsi sui muri, correre qua e là, usare gli alberi come scale, mangiare con le mani, non curarsi della cenere che svolazza sulla carne. Accontentarsi e adattarsi. Forse niente di tutto questo è frutto dei luoghi della mia nascita e forse queste caratteristiche si adattano più a un porcidduzzu che a un cristiano. Ma semplicemente questo è il mio modo di intendere il divertimento: divertimento, non pagliacceria.
La giornata dopo le fatiche del viaggio è proseguita con la classica grigliata. Dopo qualche problema col fuoco dovuto ai legni umidi e alla non praticità del luogo del focolare, siamo riusciti a pranzare (alle 3 p.m.) pezzi di carne cotta più o meno a puntino.

  
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La fame avanza…
…e le donne!
Gli uomini…

Che spettacolo, che spettacolo. Che giornata. Oggi è un giorno importante, è un 27. Il ventisette c’è da sapere che per la mia esistenza è un giorno potente. Un mucchio di cose sono accadute di 27. Alcune sono belle, altre stupende e purtroppo ce n’è qualcuna che non sono cose piacevoli. E poi ci sono quelle cose che non sai se sono un bene o un male, se portano più problemi o più sollievi. Tutte cose che son successe di 27. Quelle cose su cui sospendi ogni giudizio. Aspetti cosa accadrà, cosa sarebbe cambiato, provi ad andare avanti e intanto organizzi il tuo tempo. E talvolta escono fuori delle giornate meravigliose come quella di ieri.
Che però è caduta di 26, uffa! (Però questo post è stato scritto di 27. Ed è il post con più foto in assoluto)

Per tutte queste cose, insomma.

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