Canada: anche dopo la mezzanotte!

E’ tutto vero. Sono in Canada. Credo almeno, il test del mio ip dice così. Devo essere per forza in Canada. Ma facciamo un passo indietro…

Il mio Canada è iniziato mesi fa ma adesso lo sanno tutti: pure il test dell’ip! Per chi non l’avesse fatto tocca leggere il post precedente, perché questo ne è il prosieguo.
Eravamo rimasti sull’aereo per Dusseldorf. Beh dall’aereo sono sceso dopo un po’. E dopo un attimo mi ha fermato la polizia teTesca. Autorevoli ma gentili mi hanno chiesto i motivi del mio viaggio in Germania, da dove venivo, la città in cui risiedo, dov’ero diretto e qualcos’altro. Mi hanno ringraziato (perché vuol dire che avevo risposto correttamente) e salutato. La parte facile del viaggio era stata appena fatta. Adesso per non avere una seconda parte del viaggio (DUS – YvR) da incubo avevo bisogno di un giaciglio su cui accumulare qualche ora di sogni. Fortunatamente ho trovato presto un posto dove dormire, le poltroncine di StarBucks. Lì ho pagato più di 5€ per avere una connessione internet per mezz’ora, ho fatto conoscenza con un padre danese con cui ho scambiato per la prima volta delle parole su Berlusconi con uno straniero. Ho dormito su quelle poltrone fino alle 3 del mattino quando StarBucks ha aperto e i dipendenti c’hanno invitato gentilmente a rispettare la funzione originaria delle poltrone su cui eravamo accampati. Per cui ho vagato un po’ per l’aeroporto finché ho trovato un’altra fila di poltrone vicino ad una presa della corrente (di stampo teTesco chiaramente). Ho “dormito” fino alle cinque, ho guardato ItaliaLand sapientemente scaricato mentre ero a casa e ho aspettato con impazienza che sul monitor comparisse la scritta Vancouver.

Terminal C, Uscita 45. In tutta la mia inesperienza con i voli intercontinentali ho seguito ciecamente le indicazioni (per altro corrette e autoesplicative,ricordo per chi fosse distratto che mi ritrovo già in teTeschia) e mi son imbattuto nel secondo controllore che mi richiedeva il mio passaporto. Sto tipo in più ha voluto pure che mi togliessi gli occhiali e mi guardavo in quel modo strano e particolare che si assume quando si gioca a “Trova almeno otto differenze”. Solamente che lui doveva trovare le affinità tra la foto sul passaporto e me e vi assicuro che è un gioco facile dato che siamo la stessa persona. Anche con gli occhiali indossati, pensa tu quanto sono coerente.
Controllo normale al metal detector, la tipa ha voluto sapere cosa avessi nello zaino ma non ha controllato approfonditamente. Sono arrivato all’uscita C45 con 3 ore di anticipo che ho speso nel guardare “I mercenari”, versione italiana: classico film di Stallone “impreziosito” dalla presenza di altri fuoriclasse nella recitazione di questo genere di film.
Giunta finalmente l’ora del mio boarding ho rifatto vedere il passaporto e ho dovuto subire (non era la prassi ma io pare ch’ero il campione preferito dei teTeschi) per la seconda volta (e non l’ultima) la serie di domande “dovevai-chisei-perchévai-chevuoi”.
Il viaggio in aereo è stato normale penso. Il cibo era stranamente più che commestibile, le hostess gentili educate e generose. Ho conosciuto un ragazzo che lavorava alla FIFA e una signora canadese che si è prodigata nell’offrirmi un kleenex dopo un piccolo starnuto. Poi ne ho fatti almeno altri dieci ma mi sono dovuto accontentare del primo fazzoletto. Ho dormito, visto film e serie tv. E a tre ore dall’arrivo ho compilato l’autodichiarazione: non porto fucili o bombe con me, non sto importando carne (e qui ho mentito) e animali, non sto portando oggetti con valore superiore ai 10000C$ e altre simili domande.
Curiosità: all’atterraggio (veramente morbido se consideriamo la bestia su cui ero seduto) è partito un applauso spontaneo, alla maniera dei terroni quando atterrano a Linate.

Ufficio immigrazione

All’ufficio immigrazione ho aspettato due ore intere. Mezz’oretta di fila e un’ora e mezza di pratiche. Pare che non avevano mai visto un caso simile al mio e ciò li ha portati a “doublececcare” ogni cosa che facessero. Mi hanno inoltre rilasciato il permesso di lavoro che come il permesso di studio è esteso fino a luglio 2012. Il mio programma alla scuola finisce il 18 Giugno e ho visto questa loro “svista” come una appetitosa opportunità in più.
Ad ogni modo usciti dall’immigrazione ho trovato subito le mie valige distese su un fianco fuori dal nastro. Le ho prese e mi sono diretto da Joe, il mio zio in Canada: ebbene sì, ho lo “zio Joe”.
Il primo approccio col Canada è stato fantastico: cielo soleggiato, temperatura primaverile, vento con l’odore del mare.
Da quel momento fino a questo momento è stato un accumularsi di novità: le strade gigantesche rattoppate in un modo egregio, i cartelli stradali che segnalano che al bimbo può scappare la palla e che quindi devi stare all’erta, l’assenza della frizione nella maggior parte delle auto, il funzionamento del gabinetto, la passione degli autoctoni per i tappeti e per i tappeti wall-to-wall, la conseguente repressione per le scarpe, il tenere la porta d’ingresso aperta agli estranei, la mia favolosa stanza da letto, la tv via cavo, il colore degli alberi, la pulizia sul ferryboat, i corvi come nei film, le villette ad ogni dove e la mia chiave di casa. Che presto vi farò vedere!

11 pensieri su “Canada: anche dopo la mezzanotte!

  1. U.U!!!! Che bello! Sei arrivato!
    Sono molto felice che il viaggio sia stato tranquillo anche se, ovviamente, lungo.
    Ma ti fanno fare l’autodichiarazione anche per il Canada??
    Negli USA mi hanno chiesto se avevo partecipato alla guerra del Vietnam o alla Seconda guerra Mondiale tutte le volte che ci sono stata, speravo che almeno in Canada fossero un pò meno curiosi…
    Aspetto le foto!!!

    Seya

    1. Le foto le puoi vedere qua: “http://www.minciati.eu/canading/”
      Comunque nell’autodichiarazione ho mentito: portavo tre corde di salsiccia e ho dichiarato di non avere carne al seguito :D

    1. Funzionano (essendo dall’altra parte del mondo) sfruttando il principio inverso. Ecco, sto ancora studiando princìpi, pregi e difetti e non mi sento ancora pronto per elogiarlo pubblicamente in un post interamente dedicato a questo favoloso attrezzo da bagno. Ma sostanzialmente è pieno d’acqua come quando da noi è tappato. Poi tocchi il bottoncino e l’acqua va via. Ma poi torna. E a volte non solo l’acqua. Insomma…

        1. Si, c’hai ragione (anche se non è del tutto verificato quel che dici tu) ma io non sto parlando del senso di rotazione. Tu premi il bottone per far andare via l’acqua non per immetterla, capito?

  2. Ma allora la lettera che hai scritto all’ambasciata canadiense in Roma ha funzionato? ti hanno dato il visto, no? Senti, una sola domanda, come fai a provare al momento dell’interview (quindi non hai comprato biglietto aereo) che dopo lo scadere del visto torni?? Io per le prime 2 cose che mi avevi detto sul forum di italiansinfuga non avrei problemi, ma su questa di tornare in italia, come si fa?
    Complimenti per il blog! molto belle le foto!!!

    1. Si, insperabilmente ha funzionato. Sarà che sono bravo a scrivere, sarà che davvero avevo (avevo!) delle buone intenzioni in merito!
      Sulla tua altra domanda era un po’ un problema per me. Ho chiesto alla tipa se l’acquisto di un biglietto di ritorno avrebbe (o avesse, mah!) cambiato qualcosa. Chiaramente la risposta è no, puoi sempre annullare un biglietto, o meglio, non presentarti e fare il clandestino.
      Io scrissi che avevo la ferma intenzione di scrivermi alla magistrale al mio ritorno e questi era il principale motivo del mio ritorno a luglio 2012. Sostenni questa mia ragione mostrando come il poliMi è migliore dell’università di Victoria (ma non lo è rispetto a un’altra a qualche centinaio di chilometri, questo non lo dissi). A quanto pare l’ho convinta.

      Se vuoi leggere la lettera originale fammelo sapere e scrivimi la tua email nel prossimo commento ;)

  3. Eccomi, grazie per l’info, se vuoi ci sentiamo via email cosi mi dai dettagli! Io devo andare alla mia interview next week…

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