La prostituzione intellettuale

E’ come se avessi raggiunto il punto di non ritorno, oggi. E’ il primo giorno senza la febbre e tutti quei malanni dovuti ad essa. Ma non è di questo che vorrei parlare. Oggi ho cercato per la prima volta come diventare un residente permanente in Canada, questo è un passo grosso. Forse i miei parenti mi possono sponsorizzare ma di certo la procedura più “facile” sarebbe trovare un datore di lavoro disposto ad assumerti e a sbrigarsi le pratiche burocratiche dell’immigrazione col governo.
Ed è per questo che sono completamente immerso nella ricerca di un lavoro serio, non come quello che sta cercando di trovarmi la scuola. Un ristorante che ti chiede degli alberi, un altro ristorante che ti offre un posto da lavapiatti ma ti fa sentire dio e un posto dove fanno i succhi di frutta al momento.
E Joanna dice che devo pensare da professionista adesso, che in questa settimana cambierò modo di pensare. Dice che dobbiamo costruire la mia autostima, che dobbiamo tirar fuori questa arroganza italiana anche quando si sta per vendere la propria mente alle aziende del Canada. Vendere il proprio cervello…

Lo so che non s’è capito un cazzo, spiegherò qualcosa altro appena ne avrò voglia (sempre se questo mal di gola non m’avrà ucciso nel frattempo)

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