Il tempo di morire

Non ce la faccio più. Sono esausto. Dentro. Mi sento svuotato di energie e non bastano gli integratori per riprendermi. A questo punto non so se possa bastare anche un periodo di pausa. Rompo il silenzio di questo blog per un attimo, dopo tornerò silenzioso per un altro pò. Mi ripeto di essere ottimista e spesso ci riesco. Ma poi quando cerco quella vecchia spalla che mi dava appoggio -quando la cerco e non la trovo- casco a terra. Casca a terra il mio umore, cascano anche le mie forze per ricominciare ancora una volta la scalata al prossimo esame.
In una bella canzone a un certo punto viene detto che c’è qualcuno che urla “per una botta di vita”. So già quando sarà questa mia botta, lo spero almeno. Il problema è che fino ad allora c’è tutto una serie di ostacoli che richiedono che io sia pieno di energia. Non cerco tanto, ma sento la distanza di quella spalla. E i miei tempi di recupero s’allungano.
Questo semestre non sta andando come sperato. O ho sempre avuto culo in questi due anni o ho dimenticato il modo di studiare. O forse non c’ho più la rabbia e comunque non lo so. Io ci sto provando a costruirmi il mio futuro migliore e i passi falsi credo che ci stanno, che forse potrei esser perdonato per qualche scivolone. Non c’è niente da fare per risolvere la situazione e quel che si può fare lo sto già facendo. Nessun pacco, nessuna giornata di sole, nessuna gita al parco. Serve solo la testa china sul foglio con raziocinio. E poi serve il tempo, quel tempo che a volte va lento e a volte va veloce. Ma sceglie sempre le volte sbagliate. Dove sei adesso? Cosa fai la sera? E’ tutto così buio in questa nuova strada, i miei piedi sono scalzi e non c’è tempo. Tempo, per favore datemi tempo.

P.S Io che sono un burlone dentro di me spezzo la serietà di questo post: ecco il tempo! 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.